Oggetti smarriti. Lecchesi smemorati? No, anzi, decisamente poco distratti

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Davvero pochi gli oggetti smarriti, l’ultimo risale a due mesi fa: si tratta di un cellulare

E quando perdiamo qualcosa a chi ci si deve rivolgere e come lo si può ritrovare?

LECCO – Stress, fretta, pensieri, stati d’animo sono tra le principali cause che portano a perdere e dimenticare oggetti anche strettamente personali. Ovviamente i lecchesi non sono da meno, anche se abbiamo scoperto che sono sì distratti, ma non troppo. 

Per approfondire l’argomento abbiamo chiesto ai tecnici dell’ufficio economato-provveditorato del comune di Lecco, che si occupano anche degli oggetti smarriti, di aprire i registri. 

È tuttavia necessaria una premessa: il comune prende in carico solo gli oggetti con un “valore monetario riconosciuto”, che abbia senso custodire nell’eventualità in cui il legittimo proprietario si faccia avanti, e solo quelli rinvenuti sulla pubblica piazza.
I beni dimenticati sul tavolino del bar o nelle cabine-prova dei negozi non ne fanno quindi parte e nemmeno le cose lasciate sui treni. In quest’ultimo caso, per recuperare ciò che si è dimenticato o perso, ci si deve rivolgere agli uffici di Trenord che raccoglie tutto ciò che viene scordato sui sedili o sulla cappelliera del treno.

E così aprendo i registri dell’ufficio economato-provveditorato, abbiamo scoperto che cosa si perde di più a Lecco: al primo posto ci sono i cellulari, compresi i moderni smartphone. Per rimanere nel campo dell’elettronica in municipio sono approdati anche un computer portatile ed una videocamera anche se “il legittimo proprietario li ha ritirati dopo poche ore” spiegano dall’ufficio. I lecchesi hanno provato, seppur raramente, a perdere anche gioielli e orologi. Diverse invece le biciclette smarrite, alle quali si aggiunge un casco da motociclista e persino un passeggino.

“I cittadini non sono particolarmente distratti – ci assicurano dal Comune – o, almeno, possiamo dire che prestano attenzione a non perdere gli oggetti di valore”. A testimoniare la scrupolosità lecchese ancora una volta sono i faldoni degli oggetti smarriti: l’ultimo registrato, un cellulare, è stato perso a maggio, due mesi fa.

L’iter degli oggetti smarriti

Gli oggetti che perdiamo passano fra le mani delle Forze dell’Ordine per i dovuti controlli. Poi approdano in municipio, dove si procede alla registrazione e alla pubblicazione di un avviso sull’albo pretorio che rimane online per 17 giorni. “Spesso non si conosce questo servizio svolto dal comune – continuano dall’ufficio economato – pubblichiamo una breve descrizione, con i dettagli essenziali per verificare l’effettiva proprietà se qualcuno si fa avanti, nel frattempo tutti gli oggetti vengono custoditi in cassaforte”. (QUI il link all’albo pretorio del comune di Lecco)

Trascorso un anno e 15 giorni se il proprietario non rivendica il proprio status, chi ha ritrovato l’oggetto e lo ha portato in comune può richiederlo. Si tratta di un’altra norma della quale si è poco a conoscenza: “sui documenti fra le altre informazioni viene indicato anche il nome del cittadino – continuano dagli uffici – non sono molti però a tornare”.

In questo caso, quindi, come si procede? Gli oggetti rimangono in cassaforte, solo dopo quattro anni c’è la possibilità di indire un’asta pubblica. Organizzata online, con descrizione e foto allegate. L’ultima asta, svoltasi nelle scorse settimane, era dedicata interamente alle biciclette smarrite. “È andata deserta, nessuno ha fatto un’offerta, la prassi è quindi che gli oggetti diventino proprietà del comune che può decidere di rimetterli in deposito aspettando una seconda gara, oppure regalarli ad associazioni del territorio”.

Le novità sulla gestione del servizio

Dalle prossime settimane verranno dismessi i registri cartacei e si procederà all’informatizzazione. Per agevolare i lecchesi, sulla home page del sito del comune, comparirà anche un’icona link; “un modo per informare del servizio e renderlo immediatamente visibile online” concludono dall’ufficio.