Oggi, 22 aprile, si celebra la giornata mondiale della Terra

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Venne istituita nel 1970 dalle Nazioni Unite dopo il disastro ambientale di Santa Barbara

Lo slogan di quest’anno è “Investiamo nel nostro Pianeta”. L’analisi di Legambiente sul settore agricolo e alimentare

LECCO – Si celebra oggi, 22 aprile, la 52esima Giornata Mondiale della Terra. Una ricorrenza nata per sensibilizzare alla tutela del Pianeta, argomento diventato sempre più di stringente attualità con il cambiamento climatico in atto. Venne istituita dalle Nazioni Unite nel 1970 per portare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza della conservazione delle risorse e la salvaguardia dell’ambiente naturale, fu fortemente voluta dal senatore americano Gaylord Nelson dopo il disastro ambientale avvenuto a Santa Barbara del 1969 quanto una piattaforma petrolifera della Union Oil esplose riversando in mare più di 10 milioni di litri di petrolio e uccidendo così più di 10mila gabbiani, delfini, foche e leoni marini.

Le Nazioni Unite decisero di celebrare questa giornata ogni anno, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile, dando un tema da sviluppare ogni volta. Quest’anno lo slogan internazionale che chiama tutti all’azione è #investinourplanet, ovvero “Investiamo nel nostro pianeta”. L’obiettivo è quello di accendere sempre più il dibattito per contrastare il cambiamento climatico ponendo attenzione, in primo luogo alla sostenibilità del mondo agricolo, settore primario delle economie di tutto il mondo, base della sopravvivenza umana.

Un tema su cui pone l’accento anche Legambiente. “Secondo la banca dati regionale Dusaf, sono ben 350.000 gli ettari di suolo ormai definitivamente persi, sia per gli ecosistemi naturali che per l’agricoltura, in Lombardia, a causa della crescita di urbanizzazioni e infrastrutture”. Non solo. Oltre a vedere diminuire le superfici coltivate, la Lombardia ha visto, sempre secondo quanto riportato da Legambiente, crescere a dismisura la propria specializzazione zootecnica, arrivando a un carico di bestiame allevato tra i più alti d’Europa. “In Lombardia, infatti, vengono allevati 1,5 milioni di bovini, soprattutto vacche da latte, e 4,5 milioni di suini: da sola, la nostra regione totalizza il 51% dei suini allevati e oltre il 40% del latte prodotto in Italia, numeri da capogiro a cui si sommano le produzioni di carni bovine e di pollame”.

Una produzione intensiva che porta a rifornirsi all’estero per le principali materie mangimistiche (in particolare soia dai terreni deforestati in Sudamerica e mais dall’Est Europa), con “la zootecnia che entra così ciclicamente in crisi quando le quotazioni di mercato di queste materie prime finiscono nel mirino della speculazione finanziaria o quando, come sta avvenendo in questi mesi, gravi eventi (guerre, siccità) ne mettono in crisi la produzione a scala globale”.
Un problema stringente a cui si unisce anche quello della produzione dei liquami (85 milioni di tonnellate annue, tra liquami e letami, in Lombardia) con eccesso di azoto non solo nei campi ma ancbe nell’aria. “Il settore agrozootecnico lombardo, secondo gli inventari Ispra, produce oltre un quarto dei gas serra di tutto il comparto agricolo nazionale (oltre al protossido d’azoto, infatti, gli allevamenti bovini costituiscono la prima fonte emissiva di metano)” continua da Legambiente.

Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia, commenta: “Il settore zootecnico lombardo sta affrontando una grave crisi, legata all’aumento dei prezzi dei mangimi oltre che dell’energia e dei fertilizzanti, e per questo ci sentiamo molto vicini al dramma che devono affrontare molti allevatori di fronte all’impossibilità di coprire il costo dei mangimi, ma allo stesso tempo pensiamo che questa crisi non vada sprecata: occorre che la nostra regione avvii una ristrutturazione della propria agricoltura, puntando alla differenziazione delle colture e alla qualificazione delle produzioni, usando le risorse della nuova PAC per questo scopo”.

L’invito è anche ai cittadini a farsi promotori di uno stile di vita sostenibile con una spesa attenta e consapevole. “Occorre un patto tra produttori e consumatori, che devono ridurre i consumi di carni e latticini, e allo stesso tempo richiedere più qualità, che significa essere disposti a pagare il giusto prezzo per questi prodotti, chiedendo in cambio certificazioni di allevamento biologico, di benessere animale e di origine locale dei foraggi impiegati per l’alimentazione degli animali” conclude Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.