Omofobia. “Non basta la condanna dell’ospedale si deve agire e prevenire”

Tempo di lettura: 2 minuti
Mauro Pirovano, presidente Renzo e Lucio

Dopo l’insulto ad una dipendente dell’ospedale, Renzo e Lucio chiede provvedimenti

Pubblichiamo di seguito la lettera dell’associazione

LECCO –  “La vicenda di Sabrina, vittima di omofobia all’ospedale di Lecco, sta suscitando forte indignazione in città.

L’ospedale di Lecco ha diramato uno stringato comunicato stampa con cui condanna l’accaduto “Ogni atto omofobo e di razzismo, sia che avvenga tra i muri della nostra Azienda che fuori, deve essere assolutamente condannato con forza da ognuno di noi”. Una condanna che non possiamo che apprezzare. Riteniamo però che questo non basti per far sì che le cose cambino.

Chiediamo all’Asst di Lecco come intende poi concretamente operare per evitare questi ed altri episodi di discriminazione. Non basta la condanna si deve agire e prevenire.

Chiediamo alla dirigenza dell’ospedale di attivare un percorso di politiche aziendali capaci di garantire una maggior integrazione delle persone GLBT (gay, lesbian, bisexual, transgender), così come con disabilità, negli ambienti di lavoro, per garantire il rispetto di ogni persona garantendo un ambiente inclusivo. Da tempo parecchie aziende si stanno attivando per attuare il “diversity management” che è quell’insieme di azioni strategiche di inclusione lavorativa volte a valorizzare la diversità all’interno di un ambiente di lavoro, sia essa di genere, di orientamento sessuale, di origini etniche, di età, di cultura, di abilità fisiche. La risorsa umana viene posta al centro dell’attenzione delle metodologie organizzative volte a riconoscere, rispettare, valorizzare ed integrare le diversità delle persone, tenendo conto anche dei loro bisogni, nonché a potenziarne la crescita attraverso la motivazione e lo sviluppo delle capacità.

Sarebbe opportuno che, a fatti tristi come quelli registrati in questi giorni, si opponga un serio lavoro di formazione. Tante volte la cattiveria che genera discriminazione è frutto di ignoranza ed a questa si risponde non solo con una condanna ma con atti seri e coraggiosi.

Chiediamo anche all’azienda un chiaro impegno a tutelare chi ha avuto il coraggio di denunciare. Sappiamo che a volte sul luogo di lavoro accade che, chi ha il coraggio di alzare la testa contro i soprusi subiti, poi rischia di pagare un prezzo ancora più alto, di isolamento, maldicenza e rabbia. Vorremmo che non fosse così, almeno in questo caso.

Chi ha il compito di occuparsi della cura delle persone sappia avere il coraggio e la determinazione a tutelare fino in fondo le vittime delle discriminazioni anche quando è direttamente chiamato in causa”.

Associazione Renzo e Lucio GLBTS Lecco