Pescarenico. “Nonni” e “Grandoni” al fianco del Poli per progettare il parco Frà Galdino

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Politecnico Parco Frà Galdino Pescarenico

Tra sogno e realtà, al via il percorso di progettazione partecipata

Non un semplice concorso di idee, al progetto parteciperanno i bimbi della scuola dell’infanzia e gli over 60 dello spazio Il Giglio

LECCO – Donare un progetto di riqualificazione del parco Frà Galdino di Pescarenico alla città. E’ questo il fine ultimo del progetto “Dire, fare, giocare… progettare! Parco Frà Galdino: giardino di quartiere tra sogno e realtà” avviato ufficialmente oggi, martedì 9 novembre, presso il campus del Polo di Lecco del Politecnico. Non si tratta però del consueto concorso di idee per studenti universitari, ma di un’iniziativa di progettazione partecipata che vede coinvolti, insieme al Poli, la scuola dell’infanzia Antonio Corti e lo spazio dedicato agli over 60 “Il Giglio” che hanno sede proprio nelle immediate vicinanze del parchetto.

Ed è così che questa mattina il Prorettore Manuela Grecchi – trasformata per l’occasione nella Regina dei Parchi – ha trovato in aula 30 studenti d’eccezione: i “grandoni” che frequentano l’ultimo della scuola Corti. Nei giorni scorsi i bambini hanno risposto all’inaspettata chiamata del Politecnico che ha chiesto il loro aiuto per conoscere il parchetto che si trova vicino all’asilo. Ciascun bambino ha fatto un disegno e questa mattina è avvenuto l’incontro con la Regina dei Parchi che ha tenuto per loro una “lezione” speciale.

“Ho alle spalle un considerevole monte ore di lezioni, relazioni tenute in occasione di convegni scientifici ed eventi pubblici – afferma sorridendo il Prorettore Manuela Grecchi – ma devo dire che indossare i panni della Regina dei Parchi e preparare una lezione per questi bambini è stata una prova notevole. Non sapevo cosa aspettarmi e nei giorni scorsi ammetto di essermi chiesta se sarei stata in grado di rispondere a tutte le loro domande. I bambini, soprattutto così piccoli, sanno sorprenderti. Il parco è per definizione un luogo dedicato al gioco e dovendo pensare a un progetto di rigenerazione chi meglio di loro può fornire idee utili e interessanti allo scopo, idee che forse a noi adulti mai passerebbero per la testa”.

Il parco è quindi luogo di divertimento ma può e deve essere anche luogo di pace e riposo. Ecco come il punto di vista degli adulti diventa parte integrante del processo di progettazione. Gli amici dello spazio “Il Giglio” anch’essi invitati questa mattina al campus, hanno espresso i loro desiderata e saranno chiamati a condividere un percorso con i baby progettisti della scuola Corti.

Politecnico Parco Frà Galdino Pescarenico

Nelle prossime settimane infatti, a piccoli gruppi, nel totale rispetto delle norme di sicurezza e distanziamento, “nonni” e “grandoni” avranno l’opportunità di incontrarsi e di iniziare a lavorare insieme per lo stesso obiettivo: immaginare e costruire “il parco che vorrei”. Il risultato di questo percorso condiviso sarà la realizzazione di 4 progetti corredati da disegni e manufatti che rappresenteranno la loro idea di parco.

A quel punto avverrà un vero e proprio passaggio di consegne e i lavori preparati da bambini e nonni saranno il punto di partenza per gli studenti di Ingegneria Edile-Architettura del Polo di Lecco che aderiranno all’iniziativa. Partendo dagli input ricevuti gli studenti saranno chiamati a elaborare un progetto di riqualificazione del parco Frà Galdino, una giuria selezionerà il migliore che sarà poi donato all’amministrazione comunale di Lecco, nella speranza che possa essere realizzato. Partner dell’iniziativa il Rotary Lecco Le Grigne, già promotore del concorso di idee per l’area della Piccola bandito nel 2017, che metterà in palio un premio in denaro per il progetto vincitore.

Il Parco Frà Galdino

Il parco Frà Galdino di Pescarenico è un’area verde di circa 2.000 mq attorno alla quale sorgono edifici residenziali, la scuola dell’infanzia Antonio Corti, l’asilo nido “Arcobaleno”, lo spazio “Il Giglio” e la Chiesa dei Santi Materno e Lucia. Oggi il parco è poco frequentato e poco manutenuto. Se pur di dimensioni contenute, l’area potrebbe essere un luogo di aggregazione e di socialità; una opportuna riqualificazione contribuirebbe a donare nuova vita al quartiere a vantaggio sia dell’aspetto urbano e paesaggistico, sia delle relazioni di coloro che vivono e svolgono le loro attività nel rione e nelle immediate vicinanze.