Più morti sul lavoro nel lecchese. “Sicurezza? Le parole non bastano”

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La 69ª Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro

In provincia di Lecco si contano già 5 morti dall’inizio dell’anno

LECCO – Una strage da fermare: sono oltre cento gli infortuni con esito mortale che si sono verificati in Lombardia tra gennaio e agosto, in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e crescono anche nel lecchese dove, ad oggi, si contano già cinque vittime, di più di quelle registrate nell’intero 2018 (quando si era quattro i morti sul lavoro).

In provincia di Lecco crescono anche gli infortuni totali: 2.376 quelli denunciati nei primi otto mesi del 2019 (+0,5%) e le malattie professionali (77 casi, +1,3%). Sono i dati diffusi in occasione della 69ª Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, che si è svolta domenica a Lecco.

Solo un’ora prima delle celebrazioni, i soccorsi sono dovuti intervenire a Olginate per un lavoratore folgorato da una scarica elettrica mentre effettuava un intervento di manutenzione in un’azienda (qui l’articolo). Fortunatamente il 51enne non sarebbe in pericolo di vita ma la sfortunata coincidenza non può che sottolineare l’urgenza di risposte concrete sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro.

In Italia tre morti ogni giorno

“E’ un momento decisamente negativo, nel 2018 in Italia abbiamo assistito ad una crescita del 6% degli infortuni lavorativi, le vittime aumentano ad un ritmo di tre morti al giorno e anche nel 2019 i dati non sono positivi” ha sottolineato Antonio Di Bella, reggente dell’Animl, l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro di Lecco.

“Dobbiamo lavorare sulla cultura della sicurezza – ha proseguito Di Bella – Si fanno tanti discorsi, ma ancora non si riesce a fermare questa strage”.

L’assessore Riccardo Mariani con Antonio Di Bella di ANIML e Filomena Ziropolo della Prefettura

In preparazione di questa giornata, che a livello nazionale ricorreva la scorsa domenica, è stata realizzata per l’associazione dal regista Marco Toscani una campagna di sensibilizzazione intitolata “Non raccontiamoci favole”, perché “sul lavoro – ha ricordato Di Bella – non c’è sempre il lieto fine”.

Il corteo al monumento dei caduti

La manifestazione a Lecco è iniziata con la S. Messa nella Chiesa del Caleotto, celebrata da don Giuseppe Buzzi, ed è proseguita con un corteo, accompagnato dal corpo bandistico di Airuno, che ha raggiunto il monumento in ricordo dei caduti sul lavoro in Largo Caleotto per la benedizione, poi con la cerimonia civile, nella sala di Casa Don Guanella alla presenza delle istituzioni locali.

In rappresentanza del Comune era presente l’assessore alle Politiche Sociali, Riccardo Mariani: “Ci sono argomenti concreti su cui si può intervenire – ha sottolineato l’assessore – in tutta Italia mancano 1500 ispettori del lavoro, questo significa che alcuni territori ne sono sguarniti e non è possibile effettuare controlli incisivi. Sul fronte legislativo, invece, attendiamo ancora 15 decreti attuativi alla legge 81 del 2008 sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”.

“Le istituzioni hanno il compito di intervenire ma non può essere tutto delegato a loro – ha proseguito Mariani – quante volte capita anche a noi di notare operai al lavoro sui tetti senza le necessarie misure di sicurezza? Il cambio di tendenza passa anche dai singoli cittadini e dagli stessi lavoratori”.

il direttore di INAIL, Moreno Cogliati con Filomena Zirpolo della Prefettura e l’assessore Riccardo Mariani

“Segnalate e denunciate – ha rimarcato su questo Filomena Zirpolo, funzionario della Prefettura di Lecco – esistono degli obblighi di legge da rispettare e la legislazione continua a migliorasi per normare ambiti lavorativi sempre più diversificati”

La precarietà incide sulla sicurezza

La crescita degli infortuni rispetto agli anni precedenti è sintomo “della ripresa del lavoro. Il calo degli incidenti a cui abbiamo assistito in passato, purtroppo, non doveva farci pensare ad un miglioramento del fenomeno, ma era dovuto solo a meno lavoro– è intervenuto Enzo Mesagna, sindacalista e presidente di Cocopro – Dobbiamo fare di più dal punto di vista della prevenzione, che significa soprattutto formazione, ma la precarietà dei posti di lavoro mette a rischio la preparazione dei lavoratori, che spesso non hanno il tempo necessario per formarsi adeguatamente. C’è poi il tema fondamentale della vigilanza su cui siamo in forte ritardo”

Enzo Mesagna (Cocopro)

“Ho ancora negli occhi lo sguardo di quella madre e di quella moglie in lacrime per il loro familiare morto così tragicamente” ha detto Mesagna ricordando l’infortunio mortale avvenuto a fine settembre a Casatenovo, con vittima un giovane lavoratore (qui l’articolo).

L’aumento degli infortuni mortali è confermato dal direttore dell’Inail di Lecco, Moreno Cogliati: “ATS e ispettorato del lavoro sono gli organi deputati ai controlli. Da parte sua, l’Inail ha promosso dei bandi per finanziare interventi di miglioramento della sicurezza sul lavoro a cui in provincia hanno aderito 34 aziende. Nessuna invece si è interessata ai contributi per il reinserimento lavorativo di lavoratori colpiti da infortunio, nonostante le agevolazioni e l’attività informativa”.