Poli educativi e reti territoriali contro la povertà educativa: confronto alla Casa sul Pozzo

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Fondamentale il coinvolgimento della comunità educante, formata da famiglie, comuni, scuole, parrocchie, centri sportivi e cooperative

Attualmente sui territori degli Ambiti di Lecco e di Bellano sono attivi 23 Poli Educativi a cui sono iscritti 720 bambini e ragazzi

LECCO – Giovedì scorso, presso gli spazi di Casa sul Pozzo, si è svolto l’incontro “Reti territoriali e poli educativi”, un momento di riflessione partecipata e di scambio sull’esperienza legata ai numerosi progetti rivolti ai minori sul territorio di Lecco e Bellano.

I Poli educativi sono, infatti, degli interventi extrascolastici di gruppo, rivolti a bambini, ragazzi e adolescenti dai 6 fino ai 17 anni, in difficoltà e a rischio di esclusione o di abbandono scolastico, che negli ultimi anni hanno visto una grande crescita e un investimento costante da parte di tantissimi soggetti pubblici e di Terzo Settore, per poter rispondere in maniera coesa e condivisa al problema della povertà educativa, tema sempre più centrale e urgente anche in seguito al periodo pandemico.

Ad aprire l’incontro, partecipato da circa 50 soggetti tra associazioni, operatori sociali, volontari ed enti sostenitori, la Presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi, che ha sottolineato l’importanza della parola polo: “Polo significa guardare tutti insieme dalla stessa parte, unendo le forze per dare una mano a tutta la comunità, ai ragazzi e alle famiglie. Bisogna osare e andare in profondità, senza accontentarsi di risolvere i problemi ma avendo una visione lungimirante. Non c’è infatti educazione senza il cercarsi a vicenda e uno dei compiti della Fondazione è proprio quello di cercare di collegare, con attenzione e discrezione, bisogni e soggetti diversi. Stiamo infatti lavorando anche al coinvolgimento dell’Ambito di Merate, affinché questa visione sia ampia e condivisa su tutta la provincia di Lecco”.

Anche le due coordinatrici degli Uffici di Piano degli Ambiti territoriali di Bellano e Lecco, rispettivamente Federica Bolognani e Michela Maggi, hanno insistito sul coinvolgimento di tutti i soggetti che compongono la comunità educante, famiglie, comuni, scuole, parrocchie, centri sportivi, cooperative, mettendo insieme competenze e risorse diverse e strutturando proposte che facciano della multidisciplinarietà e dell’innovazione la loro caratteristica distintiva, con un’attenzione importante anche all’accompagnamento dei genitori e al coinvolgimento dei giovani.

Attualmente sui territori degli Ambiti di Lecco e di Bellano sono attivi 23 Poli Educativi a cui sono iscritti 720 bambini e ragazzi, e che coinvolgono oltre 50 enti, 65 giovani (con progetti specifici come la Leva Civica e i Giovani Competenti di Living Land), e oltre 100 volontari. La loro storia parte ormai più di dieci anni fa, grazie al costante sostegno dei Comuni e delle Fondazioni, che hanno via via finanziato importanti sperimentazioni e dato la possibilità alla rete di crescere sempre di più nel tempo”.

Sono questi i dati raccontati dalla coordinatrice della rete per Impresa sociale Girasole e per Consorzio Consolida Clara Locatelli, che poi prosegue: “ora la sfida è che i Poli diventino una risposta strutturale alle situazioni di vulnerabilità e povertà educativa, dei veri e propri presidi educativi territoriali stabili, in cui la famiglia possa trovare risposte che vadano al di là delle attività: un luogo di incontro e di pensiero”.

In questa direzione la proposta lanciata alla fine del pomeriggio: un progetto di ricerca affidato ad Euricse, Ente di ricerca specializzato in Economia Sociale e consulenza per il non profit, presentato dal Direttore Riccardo Bodini e dall’assistente alla ricerca Giulia Tallarini. Nei prossimi mesi e attraverso diverse fasi di lavoro, verranno coinvolti numerosi soggetti della rete per raccogliere dati qualitativi e quantitativi che aiutino a delineare i tratti distintivi dell’esperienza del territorio e a consolidare il modello di intervento negli anni a venire, mantenendo la flessibilità che da sempre la caratterizza: rispondere in maniera locale ai bisogni delle persone e delle comunità di riferimento.