Prosegue il progetto “Telefono Aiuto” grazie al Fondo “Aiutiamoci”

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“In media abbiamo ricevuto quindici telefonate al giorno e una ventina di e-mail”

LECCO – Nato nel 2019 da un’idea di tredici associazioni di volontariato che da anni collaborano attivamente con l’Unità di Oncologia della ASST di Lecco (AVO, AICIT, AIL, ACMT, AILAR, CRI, LILT, ANDOS,GRUPPO AIUTO MESOTELIOMA, CANCRO PRIMO AIUTO,INPRIMALINEA, FARESALUTE, ASS. FABIO SASSI) per dare una risposta rapida e competente ai tanti bisogni che affliggono quotidianamente il paziente oncologico, il progetto “Telefono Aiuto” potrà proseguire l’anno prossimo.

Lo potrà fare con le stesse modalità grazie alla generosità del Fondo “Aiutiamoci” attivato dalla Fondazione Comunitaria Lecchese che ha donato cinquemila euro per il prosieguo dell’attività.

E’ stata attivata una linea telefonica e una mail dedicate unicamente ai pazienti oncologici in cura presso l’Ospedale A. Manzoni di Lecco e tramite bando pubblico, è stata quindi selezionata, alla fine del 2019, una persona idonea a dare risposte competenti che potesse fare da tramite con i medici per richieste più specifiche derivanti dall’essere in cura.

“L’iniziativa è stata valutata da subito molto utile – spiegano Monica Colombo, volontaria CRI Lecco, referente delle Associazioni di volontariato del Dipartimento oncologico e il dottor Antonio Ardizzoia Direttore del Dipartimento Oncologico Asst Lecco – Il bisogno è poi cresciuto con l’arrivo dell’epidemia Covid-19; la linea telefonica dedicata ai nostri pazienti oncologici si è rivelata indispensabile per poter avere un contatto con i medici, spedire esami senza il bisogno di recarsi direttamente in ospedale, evitando coì il congestionamento e i rischi di un possibile contagio. In media abbiamo ricevuto quindici telefonate al giorno e una ventina di e-mail a cui si è data pronta risposta”.

L’auspicio è quello di riuscire ad implementare il servizio “anche attraverso contributori del territorio- proseguono Colombo e Ardizzoia – con nuovo personale in modo da far fronte alle molteplici necessità del paziente oncologico, ultimo e non da ultimo il bisogno di ascolto di una persona specificamente formata e facilmente raggiungibile”.