Reddito di cittadinanza, in cinquecento seguiti dai servizi sociali

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Non solo lavoro, anche il disagio sociale al centro della misura del Reddito di Cittadinanza

In provincia di Lecco circa cinquecento persone seguite dai Comuni

LECCO – Quando si parla di reddito di cittadinanza si pensa immediatamente alla correlazione tra sussidio economico e ricerca di un lavoro, che di fatto è alla base di questo strumento di sostegno per cittadini in difficoltà.

C’è però una fetta di beneficiari che non può essere collocata sul mercato del lavoro, per motivi legati alla salute, età (perché oltre i 65 anni), o per familiari disabili gravi o non autosufficienti a carico. Per queste persone il percorso è differente: anziché afferire ai Centri per l’Impiego e ai famosi ‘navigator’ per ricevere le offerte d’impiego sottoscrivendo il Patto per il Lavoro, questi soggetti vengono presi in carico dai Comuni dopo aver siglato il Patto per l’Inclusione.

Rappresenterebbero un terzo del totale dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza. In provincia di Lecco sarebbero circa cinquecento e sono selezionati dall’Inps in base a requisiti ed esenzioni: sul totale di 1021 beneficiari nell’ambito di Lecco sono 343 quelli affidati ai Comuni, sono invece 96 su 261 quelli presi in carico dai comuni dell’ambito di Bellano, nel meratese si parla di 660 beneficiari totali e non ne è stata diffusa una stima precisa di quanti sia di competenza delle amministrazioni comunali, approssimativamente oltre un centinaio.

In Lecco città sono 132 le persone seguire dai servizi sociali. Di loro 73 sono nuclei composti da una sola persona, 59 con più di un componente familiare di cui 38 con figli minori.

L’assessore Riccardo Mariani

“I numeri del territorio ci fanno dire che è uno strumento di cui c’è la necessità – ha sottolineato l’assessore comunale di Lecco, Riccardo Mariani – seppur con tutte le fatiche dal punto di vista delle procedure amministrative che non sono state ancora risolte. In questa prima fase l’ambito ha fatto da supporto ai comuni sulla semplificazione fasi progettuali. Nei prossimi mesi saranno sviluppati progetti più complessi coinvolgendo anche gli operatori del terzo settore”

In ritardo di un anno

Da marzo 2019 è possibile inoltrare le domande per il reddito di cittadinanza (tramite i sindacati, in Posta, oppure on line) e già dalla scorsa primavera i beneficiari stanno ricevendo il sussidio, ma la ‘fase 2’ ha tardato a partire, sia per i Centri per l’Impiego che per i Comuni.

Il problema, ha spiegato la referente Marta Panzeri, intervenuta insieme al direttore del Servizio Sociale, Luca Longoni, è stato l’avvio della piattaforma GePi del Ministero utilizzata dagli operatori. “C’è stato un buco di un anno – spiega – abbiamo iniziato solo ora a convocare le persone per stipulare i Patti per l’Inclusione mentre le Anagrafi verificano i requisiti anagrafici presentati un anno fa dai richiedenti”.

Il secondo problema riguarda la gestione delle piattaforme: “GePi comunica con Anpal, portale in uso al Centro per l’Impiego – spiega Panzeri – che al momento però usufruisce di un’altra piattaforma, quella regionale. In questo modo non può esserci scambio di informazioni a livello telematico. Per questo motivo stiamo interloquendo direttamente con il centro per l’impiego”.

Cosa fanno gli assistenti sociali?

L’ambito di Lecco si è dato una struttura a poli territoriali per smistare il lavoro, affidando i casi direttamente ai singoli assistenti sociali.

Al centro l’assessore Mariani con Luca Longoni e Marta Panzeri dei Servizi Sociali

“L’assistente sociale redige inizialmente un’analisi del soggetto e ne valuta i bisogni e il percorso da intraprendere” spiega Panzeri.

Quattro le possibilità: se ritenuti adatti al lavoro, vengono destinati al Centro per l’Impiego, altrimenti viene elaborato per loro un progetto sociale semplice, se sufficiente la consulenza dell’assistente sociale, oppure complesso, nel caso serva un team di operatori per sostenere la persona nel suo riabilitarsi. Infine l’attivazione di servizi specialistici.

“Si tratta nella maggior parte dei casi di persone che già sono seguite dai servizi sociali – sottolinea Longoni – Per quanto riguarda Lecco città, ad oggi 80 beneficiari sono persone che abbiamo già in carico, 48 invece non erano conosciute o seguite in passato e che ora non usufruivano di assistenza”.

Soldi da spendere interamente

Tra le problematiche emerse per i beneficiari del reddito c’è l’aggiornamento Isee che andava presentato (relativo all’anno 2019) da gennaio, la dimenticanza ha fatto sospendere l’erogazione del sussidio che sarà elargito con gli arretrati dopo la consegna della documentazione.

C’è poi una misura, sconosciuta ai più, che riguarda i soldi accantonati nella card: se non saranno spesi interamente durante il mese, si rischia per il mese successivo di vedersi ridotto il contributo del 20%. Un provvedimento che, di fatto, non sarebbe stato ancora messo in atto.