Sanitari “no vax” sospesi: in 38 ci ripensano, riammessi in servizio

Tempo di lettura: 2 minuti

Complessivamente sono stati inviati da Ats Brianza 793 atti di accertamento per il mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale

L’accertamento è scattato per 80 medici e 45 infermieri residenti nella nostra Provincia

LECCO – Sono 38 gli operatori sanitari residenti nel Lecchese che, dopo la sospensione dovuta al mancato assolvimento dell’obbligo vaccinale, hanno deciso di sottoporsi alla vaccinazione tornando così in servizio. Tra questi rientra anche il caso del medico di medicina generale di Galbiate che è tornato in servizio dopo la sospensione dovuta alla mancata adesione alla campagna vaccinale. Complessivamente nel territorio di Ats Brianza, in cui sono ricomprese le province di Monza e Lecco, sono 111 i sanitari, tra medici e infermieri, che sono stati riammessi in servizio dopo l’iniziale sospensione.

Alla data dell’8 settembre risultano inviati 793 atti di accertamento, da parte dell’agenzia di tutela della salute, relativi al mancato obbligo vaccinale. Di questi, appunto, 111 sono stati ritirati perché gli operatori avevano nel frattempo presentato idonea documentazione, ovvero il certificato di vaccinazione effettuata, l’esonero oppure il differimento della somministrazione del siero anti Covid.

Il provvedimento trae origine dalle 3.600 lettere inviate, all’indomani dell’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario istituito dal Governo Draghi, da Ats Brianza a operatori sanitari (di cui 764 medici e 877 infermieri) residenti nelle province di Lecco e Monza che non sono risultati in regola con le vaccinazioni anti Covid a seguito dell’incrocio dei dati effettuato da Regione Lombardia. Di questi sono circa 900 gli operatori sanitari residenti in provincia di Lecco, mentre i restanti 2500 circa risultano residenti in provincia di Monza e Brianza.
Nella missiva Ats chiedeva conferma delle mancata vaccinazione e il motivo (per esempio un esonero sanitario in caso di accertato pericolo per la salute o per una recente positività al virus) o, in alternativa, la documentazione di avvenuta vaccinazione, o prenotazione effettuata.

Un primo intervento a cui ha fatto seguito l’invito di 1.152 seconde lettere a coloro i quali non avevano risposto entro i 7 giorni dal ricevimento della pec e che non risultano ancora vaccinati/prenotati. A queste persone è stato dato invito formale ad assolvere l’obbligo entro 7 giorni. Contemporaneamente Ats Brianza aveva anche analizzando le risposte ricevute alla “prima lettera”, così da verificare se documentazione esibita è corretta o occorre procedere con la “seconda lettera”.

Ne era così seguita una prima tranche di atti di accertamento, stimati a inizio agosto, in 202 atti, cresciuta con il passare delle settimane fino ad arrivare ai 793 degli ultimi giorni, di cui 235 residenti nella nostra Provincia. Di questi, 80 sono medici e 45 infermieri.
Così come previsto dalla norma, per coloro che non produrranno documenti alla vaccinazione o motivazioni sulla non vaccinazione oppure non daranno risposta, verrà fatta segnalazione all’ordine professionale al quale risultano iscritti e al datore di lavoro.