Scaffali vuoti nei supermercati, spaventa la guerra in Ucraina

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Corsa all’acquisto di pasta, farina, sale e olio, gli scaffali nei market si svuotano

E’ psicosi per la guerra. Gli esercenti: “Per ora non ci sono problemi con le forniture”

LECCO – Già da qualche giorno la scena è la stessa in molti supermercati e negozi di alimenti: interi scaffali svuotati di merce, soprattutto pasta ma anche farina, sale e olio, specialmente quello di semi di girasole. Un déjà-vu che torna a distanza di due anni, quando agli albori dell’emergenza Covid si era scatenata la corsa a fare scorte di viveri anche nel lecchese.

Immagini che ritornano oggi, con la guerra in Ucraina e con la paura di rimanere senza prodotti essenziali o di doverli pagare a caro prezzo tra qualche settimana che hanno spinto a compere di massa. Alcune catene di supermercati hanno imposto delle limitazioni all’acquisto di alcuni prodotti.

“La merce non manca – ci spiega un operatore intento a rimpinzare gli scaffali – ma viene venuta in quantità tale che non basta il tempo di averla di nuovo in magazzino ed esporla in reparto”.

Che non vi siano problemi nelle forniture ce lo conferma anche Marco Valseschini, presidente degli Alimentaristi di Confcommercio: “La situazione è dovuta soprattutto ad acquisti compulsivi legati alla preoccupazione per le notizie che giungono dall’Ucraina. Fino ad oggi non abbiamo avuto problemi di approvvigionamento. Certo è che se gli acquisti restano sopra la media ci sarà inevitabilmente un momento in cui gli scaffali si svuotano”.

Una criticità potrebbe esserci effettivamente riguardo all’olio di semi di girasole, “molto di questo è prodotto in Ucraina quindi c’è una certa fatica a trovarlo essendoci anche una maggiore richiesta” spiega Valseschini.

Nel frattempo si guarda anche agli aumenti dei costi dei prodotti in vendita: “Qualche aumento c’è stato e ci sarà – aggiunge Valseschini – ed è dovuto ad una catena di rincari, dai costi dell’energia a quelli del trasporto, che si ripercuotono anche sul settore alimentare”.

Rincari che stanno toccando anche il bene primario per eccellenza, il pane: “Il prezzo della farina è alle stelle e un piccolo aumento è stato inevitabile anche abbiamo cercato di contenerlo – spiega Peppino Ciresa dei Panificatori di Confcommercio – stiamo parlando per ora di circa 20 centesimi al chilo in media sul prodotto finale. Purtroppo dai fornitori abbiamo già avuto notizia di ulteriori rialzi del costo della farina, vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane”.

Su questo preoccupa il conflitto in corso: “L’Italia produce solo un terzo del grano che consuma e una parte arriva anche dall’Ucraina – spiega Ciresa – vedere i carri armati arare quei campi messi a semina non fa ben sperare per il prossimo raccolto”.