E’ morto Alfredo Bettonagli, fondatore del ristorante “Filet”

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Erede dello storico negozio del rione di Castello, sua l’intuizione di aprire il ristorante

I funerali si terranno martedì alle 14.30 alla chiesa parrocchiale

LECCO – Il nome della sua famiglia è da sempre legato alla storica bottega e osteria del rione di Castello, “il Filet” che proprio lui, Alfredo Bettonagli, aveva trasformato in un ristorante: l’imprenditore lecchese si è spento domenica all’età di 87 anni.

Quel nome scelto per il negozio rievoca in realtà il nomignolo attribuito dalla gente del quartiere al nonno, di professione ciabattino:

Alfredo Bettonagli

“Come la va? Gli domandavano. Lui rispondeva ‘la va, la va de fil’ riferendosi al lavoro manuale sulle scarpe; da qui il ‘Filet’ diventato soprannome di famiglia – racconta Luciano, il minore dei figli di Alfredo, padre anche di Elena e Maura – molti pensano che questo nome sia legato alla carne, che era una delle specialità del negozio e poi dell’osteria, invece aveva tutt’altra origine”.

Una storia nata dall’incontro la famiglia Bettonagli e quella dei Villa: si deve al nonno Giovanni Villa l’apertura dell’osteria del rione, dove si serviva il vino, e Giuseppina, mamma di Alfredo, l’avvio della bottega di alimentari, sali e tabacchi. “L’intuizione di mio padre – prosegue Luciano – alla fine degli anni ’60, è stata quella di trasformare l’allora osteria in un vero ristorante”.

Il Filet, negozio e ristorante così’ come sono oggi

La gestione era stata subito affidata alla famiglia Cermenati, che condusse il locale (che aveva preso il nome di “Cermenati”)  fino agli anni Duemila, per poi passare il testimone ai Butti che ha deciso di riprendere il nome “Filet”.  La titolarità del negozio è rimasta invece fino ad anni recenti ai Bettonagli, portato avanti dalla figlia Elena con il marito Alberto, dopo ceduto ai Butti.

Alfredo, nonno di due nipotini,  non ha mai lasciato il quartiere e viveva con la moglie in via Fogazzaro.

“Il suo grande amore è sempre stata la Calcio Lecco – ricorda il figlio Luciano – da sempre ha seguito la squadra andando allo stadio finché la salute glielo ha permesso. In negozio, soprattutto negli anni d’oro della Serie A, era sempre frequentato dai giocatori”.