Scuola di Bonacina. La lettera aperta dei genitori

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dei genitori che hanno iscritto i propri figli alla scuola Filzi di Bonacina. I bambini avrebbero dovuto frequentare la classe prima che, però, il prossimo anno non verrà fatta partire.

La scuola del rione di Bonacina

“Come ogni anno la scuola Filzi di Bonacina rischia di non poter vedere l’inizio del nuovo anno scolastico. Come la scuola Filzi ogni anno altre piccole scuole di “periferia”, scuole di quartiere rischiano di chiudere. Come ogni anno i genitori (ma in realtà si tratta di intere famiglie fatte di padri, madri, fratelli e sorelle, nonni, zii…) si trovano ad affrontare il rischio di non poter avere i propri figli nell’istituto scolastico scelto. Conformemente a direttive, scelte politiche, intenzioni generali di contenimento della spesa che prevede la chiusura di strutture piccole, periferiche, vecchie e “non alla moda”, si vuole accentrare verso plessi di grande dimensione più centrali e probabilmente più efficienti. Queste scelte prese non si sa da chi (Dirigente scolastico? Provveditore? Amministrazione comunale?), però, troppo spesso non tengono in considerazione alcuni dettagli, bisogni, necessità oggettive e indiscutibili delle famiglie e delle comunità. La scuola di Bonacina, ad esempio, nonostante i difetti che sembrerebbero caratterizzarne la struttura, risulta nei fatti un istituto di grande efficienza e qualità. L’avere la mensa esterna all’edificio principale obbliga gli alunni ad abituarsi a rispettare delle regole (mettersi in fila, avere il cambio vestiti, l’ombrello per gli spostamenti…). La struttura e le classi di piccole dimensioni stimolano verso un maggiore spirito di convivenza e cooperazione. Le classi caratterizzate da pochi elementi non possono che agevolare una maggiore attenzione ed interrelazione didattica tra gli insegnati (tutti di alto livello) e gli alunni.  Bisogna inoltre aggiungere che quando si decide di chiudere una struttura, ci sono delle conseguenze. Per Bonacina (inteso come rione) chiudere la scuola (o comunque non fare nulla per evitarlo) significa lentamente fare morire un piccolo rione, significa renderlo un quartiere dormitorio, significa avere un immobile che tra qualche anno potrà essere considerato una piccola inutile area dismessa, significa avere delle ripercussioni sulle poche attività commerciali presenti in quartiere, significa inficiare il lavoro di aggregazione dell’oratorio (i bambini di Bonacina inizieranno a frequentare l’oratorio che si trova nel rione dove andranno a scuola). Le conseguenze si avranno anche “sull’efficientissima” struttura dell’A. Diaz: doppi turni di mensa, necessità di formare classi con più di 25 elementi, intasamento per traffico delle vie adiacenti alla scuola negli orari di punta. I genitori della prima 2019/2020 di Bonacina, riconoscendo le specificità e le valenze e le qualità della scuola Filzi, oltre che per motivi pratici (7 su 10 di queste famiglie hanno già un figlio/a che frequenta la Filzi), vorrebbero che si facesse l’impossibile per poter fare in modo che l’anno scolastico sia attivato. L’intenzione dei genitori è pertanto chiedere che si possa attivare la classe a San Giovanni come Istituto Diaz ma lasciando il luogo delle lezioni ubicato all’interno della scuola di Bonacina. Questo tipo di soluzione (già utilizzata in passato sia in questo che in altri Ics) permetterebbe a noi genitori di non dover spostare i ‘primi’ figli già frequentanti la Filzi verso gli istituti che ci sono stati prospettati, permetterebbe al comune di non dismettere una risorsa di quartiere e soprattutto permetterebbe a voi di mantenere attivo un Istituto ‘particolare e unico’ che risulterà, comunque, nell’immediato futuro utile e indispensabile anche in virtù della prossima crescita del numero di nuclei familiari previste per Bonacina”.