Scuola, genitori e insegnanti in piazza: “Basta con la didattica a distanza”

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protesta priorità scuola

In piazza Cermenati la protesta di ‘Priorità alla Scuola’ unisce famiglie e docenti

Un presidio per chiedere la riapertura delle scuole e riprendere le lezioni in presenza

LECCO – Una distesa di zaini, schierati l’uno accanto all’altro, ognuno con scritto il nome del bimbo o della bimba che ogni giorno lo portava in spalla ma che, ormai da settimane, erano rimasti riposti a casa: almeno fino a questa mattina, quando sono stati portati in piazza come simbolo di una scuola che vuole tornare ad incontrarsi per davvero e non più dietro lo schermo di un pc.

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E’ la protesta di genitori e insegnanti riuniti nel gruppo “Priorità alla scuola” che sabato mattina hanno manifestato con un presidio in piazza Cermenati a Lecco.

 

“La scuola non è fatta solo di lezioni ma soprattutto di relazioni – sottolinea Elisa Lazzarini, insegnante di una scuola dell’infanzia – nonostante la situazione, le insegnanti ci stanno mettendo tutto il possibile per proseguire la didattica ma non possono metterci quello che non c’è, ovvero il rapporto diretto, fisico, con i bambini. Questo la didattica a distanza non ce lo può dare”.

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In piazza sono stati esposti cartelli contro la Dad e per la riapertura delle scuole, hanno preso la parola docenti e genitori, sono state proposte delle letture per i bimbi, come in una lezione in presenza.  Delle croci sono state segnalate a terra per indicare i posti, distanziati, per i partecipanti.

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“Vogliamo far sentire la nostra voce e il nostro dissenso rispetto a questa gestione scriteriata delle scuole e contro questa chiusura arriva con pochissimo preavviso – ci spiega Areta Rigamonti, insegnante alle scuole primarie di Germanedo – non chiediamo di aprire le scuole a prescindere ma di riaprirle in sicurezza”.

“Nel nostro piccolo – aggiunge –  stiamo realizzando uno storico dei contagi , dividendoli in fasce d’età per capire quanto sia stata effettivamente utile la chiusura delle scuole”.

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La richiesta dei manifestanti è far giungere le proprie istanze in Regione, aprendo un tavolo di confronto.

“Questa situazione sta creando forti problemi alle famiglie ma soprattutto ai nostri bambini – racconta una mamma, Claudia Lunardi – come genitori ci facciamo portavoce dei nostri figli, che sono il futuro del nostro Paese, dobbiamo fare le scelte migliori per loro”.

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