Transumanza patrimonio dell’umanità, Coldiretti: “Una tradizione anche lecchese”

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L’Unesco ha proclamato la transumanza patrimonio dell’umanità

Il plauso della Coldiretti Lariana: “tradizione che sopravvive grazie ai giovani”

LECCO – La transumanza è stata proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità. “Una notizia grandiosa” commenta Coldiretti Como Lecco attraverso il presidente interprovinciale Fortunato Trezzi nell’apprendere la decisione del Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Bogotà, in Colombia per tutelare l’ antica pratica della pastorizia che consiste nella migrazione stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie nelle nostre Alpi, ma anche nel Mediterraneo.

La candidatura della Transumanza, che ha visto l’Italia capofila di una alleanza con Grecia e Austria, è stata avanzata nel 2017 per tutelare una pratica ancora oggi diffusa sia lungo l’arco alpino (in particolare l’Alta Lombardia, con al centro le terre lariane e le province di Como Lecco, ma anche l’Alto Adige), sia al Centro e Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Aversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia.

“Pastori transumanti sono tuttora in attività nelle nostre province, e tra essi vi sono numerosi giovani cui è affidata la memoria di una tradizione millenaria, legata anche alla produzione di rarità casearie e al mantenimento di razze bovine e ovicaprine storiche e a rischio estinzione, tra cui la Capra di Livo nell’Alto Lario occidentale” ricorda Coldiretti

Il voto positivo dell’Unesco – evidenzia Coldiretti Como Lecco – certifica il valore della tradizionale migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che, insieme ai loro cani e ai loro cavalli, si portano nelle alte quote: ancor più marcata la tradizione dei Bergamini che ogni anno, dall’Alto Lecchese e dalla Valsassina, raggiungevano la pianura con le loro mandrie, consolidando la tradizione produttiva del Gorgonzola e degli Stracchini anche nella piana intorno a Milano, oltrechè nelle montagna d’origine.

Un riconoscimento importante – rimarca la Coldiretti lariana – che conferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 60mila allevamenti nonostante il fatto che nell’ultimo decennio il “gregge Italia” sia passato da 7,2 milioni di pecore a 6,2 milioni perdendo un milione di animali.

“Sono i giovani a salvare il futuro dei nostri pascoli alpini. Giovani allevatori che, di fronte all’amore per i propri animali e per la natura incontaminata delle alte quote, non esitano a scegliere una vita difficile, che in molti casi comporta la necessità di vivere tre o quattro mesi isolati, con le loro mandrie e greggi, nei pascoli in quota”.