Ucraina. Lecco chiama Chernigov: “Non sappiamo cosa potrà succedere”

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Dalla sede di Les Cultures il collegamento telefonico con la cittadina di Chernigov in Ucraina

Parla un operatore umanitario: “Non ci aspettavamo l’invasione, sentiamo le bombe vicine”

 

LECCO – Sono ore di incredulità e paura quelle che stanno segnando l’Europa e il mondo intero. Emozioni che Yuriy Teslik, referente dell’associazione Detskij Fond ha fatto fatica a celare in collegamento telefonico da Chernigov, città dell’Ucraina a 150 km da Kiev e a una trentina di chilometri dal confine Bielorusso, con la sede di Lecco dell’associazione Les Cultures.

“Si iniziano a sentire da lontano i botti, gli spari, le sirene degli aerei che arrivano verso la città e poi tornano indietro. La popolazione si rifugia sotto i condomini per ripararsi da eventuali bombardamenti, tanti sono già fuggiti verso l’Europa. – dichiara Teslik – Nessuno si aspettava sviluppi così rapidi, o addirittura un’invasione, credevamo che Putin non avrebbe agito”.

Segnata in blu la città di Chernigov, al confine nord dell’Ucraina

La preoccupazione nel tono di voce di Yuriy è rivolta anche alla sua associazione. Dal ’94, in collaborazione con Les Cultures, si occupa infatti di un progetto a favore dei bambini ucraini colpiti delle radiazioni di Chernobyl, che prevedeva soggiorni terapeutici presso famiglie italiane offrendo così un’opportunità di scambio culturale e di apertura al prossimo. I rapporti tra i 25.000 bambini coinvolti e gli ospitanti è rimasto consolidato anche al termine dell’esperienza, tanto che in queste ore si susseguono le telefonate per avere notizie sulla sorte degli “ex” piccoli ospiti.

Già il Covid aveva dato una forte battuta d’arresto all’attività, ora con la guerra tra Russia e Ucraina diventata una consolidata realtà si prospetta un periodo critico per l’associazione, che a livello locale ha sempre cooperato con altre congregazioni per migliorare non solo le condizioni degli infanti, ma anche delle infrastrutture, attraverso la ristrutturazione dell’orfanotrofio di Chernigov. Les Cultures ha già espresso la volontà di realizzare una raccolta fondi per sostenere Detskij Fond, fintanto che le banche in Ucraina rimarranno in funzione.

Giorgio Redaelli e Rita Scaramelli di Les Cultures

A mancare a Chernigov al momento è il pane, e le code ai supermercati non si contano. Non si hanno informazioni su morti o feriti in città, così come di restrizioni in atto, anche se la paura di uscire è tanta e l’esercito ucraino pattuglia le strade. Le linee telefoniche e  internet risultano in funzione, mentre sono interrotti i collegamenti via terra, rendendo difficile anche l’invio di materiali per offrire sostegno. Fino a settimana scorsa l’associazione pensava ai mercatini di primavera per ottenere risorse in grado di finanziare le attività, oggi si cerca un modo per portare avanti un’azione umanitaria e di supporto compatibile con la guerra in corso.

Nella giornata di domani, venerdì 25 febbraio, altre associazioni di Lecco che si occupano di pace e cooperazione dei popoli si riuniranno in Piazza Diaz vicino al Comune, per sensibilizzare sulla situazione ucraina e fornire informazioni su come prestare un aiuto concreto in questa fase di emergenza.