Varianti Covid anche a Lecco: individuati tre casi di variante inglese

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Massima attenzione di Ats alle varianti Covid per arginare tempestivamente i focolai

Per ora sono tre casi registrati, ma il numero potrebbe essere sottostimato perché legato ai tamponi mandati a processare

LECCO – Tre casi di varianti, tutte inglesi, registrati nel territorio lecchese. E’ quanto è stato per ora possibile accertare da Ats Brianza a seguito di analisi ad hoc compiute su alcuni tamponi positivi che presentavano curve anomale rispetto allo standard. Un dato che rende evidente quello che si sospettava da tempo, ovvero che le temute varianti Covid 19 fossero già presenti anche nella nostra zona, così come sta avvenendo in tutta la Penisola italiana.

Tre casi isolati finora: uno da rientro

A oggi sono solo tre i casi “diagnosticati”, ma è un numero che potrebbe essere stimato per difetto e potrebbe presto crescere perché legato a stretto giro ai casi mandati a processare in centri specializzati, attualmente oberati dal lavoro di analisi di tamponi positivi ritenuti a sospetto variante. In un caso si tratta di un cittadino, residente nel Calolziese, fermato all’aeroporto di Orio al Serio di rientro dall’Inghilterra. Sottoposto a tampone orofaringeo, l’uomo è risultato positivo ed è stato ricoverato in un covid hotel a Bergamo per la quarantena. Le successive indagini effettuate sul test molecolare hanno permesso di verificare la presenza della variante: l’uomo è stato tenuto in isolamento fino a che è completamente guarito.

Variante autoctona

Altri due casi invece di varianti sono state registrate a Lecco a seguito di accertamenti svolti su tamponi di persone risultate positive al Covid. Si tratta di due episodi tra loro correlati dal luogo lavorativo che sono stati definiti come variante autoctona visto che, al momento non si è trovata una correlazione con un rientro dall’estero o un contatto con un rientro dall’estero. Ats ha provveduto a sottoporre tempestivamente a tampone le comunità frequentate, come previsto dalla direttive.

Un dato, quello dei tre positivi alla variante inglese del Covid, che potrebbe anche crescere, nei prossimi giorni, nella misura in cui si deciderà di indagare in questa direzione per capire, ad esempio, l’origine di alcuni focolai registrati anche nel nostro territorio. Non sono passati inosservati infatti i casi di focolai (contagi plurimi verificati in comunità) registrati in alcuni Comuni del territorio quello che si è verificato all’interno del reparto di medicina B dell’ospedale Mandic di Merate dove ben 12 pazienti su 26 sono risultati venerdì scorso, 19 febbraio, positivi al Covid 19 pur essendo ricoverati in un reparto “pulito”.

Aumentati i posti letto Covid all’ospedale di Merate

Dopo la sanificazione svolta nel fine settimana, il reparto ha riaperto come area filtro verde, destinato a accogliere pazienti in attesa dell’esito del tampone, potenzialmente contagiosi e quindi da isolare. Sempre restando all’ospedale di Merate è di oggi, martedì, la comunicazione della direttrice sanitaria del presidio Valentina Bettamio circa l’ampliamento di 33 posti letto dell’area di degenza Covid 1 in Medicina A con la riduzione della Medicina B (area filtro verde) a 9 posti letto.

Controlli più stretti in caso di sospetto varianti Covid

Considerate più contagiose, le varianti Covid vengono monitorati, fin da quando sono solo un sospetto, con attenzione al fine di “spegnere” o arginare il prima possibile il focolaio. Rispetto al virus classico, in caso di sospetto, vengono effettuati controlli sui contatti avuti negli ultimi 14 giorni (e non nelle ultime 48 ore), facendo rientrare nel novero delle persone da sottoporre a controlli anche i contatti a basso rischio.