Domani, 28 aprile, si celebra la giornata mondiale delle vittime dell’amianto
La presidente del GAM Cinzia Manzoni: “C’è ancora molto da fare per sensibilizzare su questo argomento”
LECCO – Una volta all’anno, il 28 aprile, vengono ricordate tutte le vittime dell’amianto. “Purtroppo però in questi 10 anni di associazione presente sul territorio, nonostante l’impegno di tutti noi volontari, ci rendiamo conto che spesso queste vittime vengono dimenticate: forse per i familiari troppo dolore, forse vergogna, forse per gli altri un argomento ancora molto scomodo e quindi spesso cala il silenzio durante tutto il resto dell’anno”. Così Cinzia Manzoni, presidente del Gruppo Aiuto Mesotelioma di Lecco, alla vigilia della Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto e del lavoro che si celebra il 28 aprile.
Per l’occasione il GAM ha organizzato per domani, 28 aprile, un momento di commemorazione in Piazza Manzoni a Lecco, presso il monumento dedicato alle vittime dell’amianto, alle ore 14.
“Sono passati 33 anni dalla legge 257 del 1992 che ha bandito la commercializzazione sul territorio italiano dell’amianto, ma ancora oggi sul territorio vi sono tonnellate di amianto da bonificare e migliaia di morti (8 persone al giorno) che superano quelli degli incidenti stradali, ma che ormai fanno poca notizia – continua Manzoni – come Gruppo Aiuto Mesotelioma a Lecco non ci arrendiamo e continuiamo a informare e sensibilizzare sulla pericolosità delle fibre d’amianto attraverso convegni come quello svoltosi a Villa Gallia a Como il 12 aprile, ma anche con incontri nelle scuole, il 3 maggio saremo all’istituto Bachelet a Oggiono”.

L’associazione è in prima linea accanto agli ex lavoratori della Leuci di Lecco dopo aver portato avanti insieme all’avvocato Molteni e al dottor Edoardo Bai la causa pilota, c’è stata la prima sentenza del 2021 grazie alla quale sono stati riconosciuti i benefici previdenziali per 3 di loro.
“In questi mesi la causa è estesa ad altri 22 ex lavoratori che stanno attendendo giustizia per aver lavorato in ambienti ove era presente purtroppo l’amianto anche nella catena lavorativa, senza alcuna protezione e senza che nessuno li avesse avvisati del pericolo. Il pericolo di queste fibre killer silenziose continuano purtroppo la loro corsa se si continuerà a ignorare il problema, purtroppo le future vittime saranno i comuni cittadini, le future generazioni a causa dell’esposizione ambientale e non più lavorativa come si è più volte evidenziato nei vari incontri e convegni da studi autorevoli. Cosa quindi possiamo fare in concreto affinchè vi siano meno vittime? come associazione facciamo appello alle istituzioni, ai sindaci, che ricordiamo sono i responsabili della salute dei cittadini, di scendere in campo e oltre ad informare attraverso gli sportelli amianto, possano anche organizzare momenti d’informazione pubblica“.
Continua Manzoni: “Chiediamo inoltre che intervengano chiedendo l’aggiornamento ai propri cittadini di fornire il modello N/A 1 (che ormai scaduto perché presentato 12 anni fa) e questa volta compilato insieme a un tecnico abilitato (geometra, architetto ecc) che stabilisce l’indice di degrado dei manufatti in MCM e se gravemente ammalorati, come prevede la legge vengano rimossi. L’invito deve essere fatto anche a tutti gli amministratori di condomini ai quali si ricorda la responsabilità in caso vi siano tubazioni in amianto in matrice friabile di rispettare le norme di legge”.
“Infine come associazione di vittime, ci auspichiamo che a livello regionale (nel 2023 la presidente del GAM ha consegnato una lettera di richieste e dati direttamente nelle mani del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana), si attui finalmente la riforma del Piano Regionale Amianto fermo dal 2002”.