Zona arancione, riaprono i negozi, i commercianti: “Siamo positivi e propositivi”

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Dopo tre settimane di lockdown i negozi hanno riaperto al pubblico

In tanti a passeggio in centro città

LECCO – Primo giorno in zona arancione per la Lombardia e la Provincia di Lecco. Da oggi, 29 novembre, nella nostra Regione le misure anti-Covid previste dal Dpcm del 3 novembre scorso saranno meno stringenti, in attesa del nuovo Decreto ministeriale che fisserà le regole da osservare in vista delle festività natalizie.

Le principali novità della zona arancione, come già annunciato nei giorni scorsi, riguardano la riapertura dei negozi al dettaglio e la possibilità di spostarsi, all’interno del proprio comune di residenza, senza autocertificazione.

Questa mattina i negozi lecchesi hanno alzato le saracinesche, pronti ad accogliere i clienti dopo tre settimane di lockdown. Una riapertura che arriva in tempo per lo shopping natalizio, importante appuntamento per molti commercianti, e che è stata accolta con entusiasmo sia dai negozianti che dai cittadini.

In tanti, domenica mattina, hanno voluto concedersi una passeggiata per le strade e i negozi del centro, nonostante il cielo nuvoloso e il freddo oramai invernale, sfruttando la riapertura e gli sconti del black friday per fare qualche acquisto.

L’umore, tra i commercianti, è positivo e propositivo: “La voglia di acquisti non è mai venuta meno tra i nostri clienti, lo abbiamo percepito durante queste tre settimane di chiusura durante le quali ci siamo attivati mettendo a disposizione un numero whatsapp per ricevere ordini – il commento di Andrea Gervasoni, titolare del negozio Falconeri di via Roma – le richieste sono state tante, abbiamo avuto un riscontro positivo e la riapertura di oggi ha riconfermato che c’è voglia di comprare e tornare alla normalità, per quanto possibile”.

Oscar Riva nel negozio Kammi

“Per noi è ovviamente positivo poter riprendere l’attività nel mese di dicembre che è un po’ il momento in cui si ‘mette il fieno in cascina’ – ha dichiarato Oscar Riva, titolare del negozio di calzature Kammi e presidente di Federmoda Confcommercio Lecco – stiamo lavorando bene, questa mattina ci sono stati diversi clienti, approfittano degli sconti del black friday. Vista la situazione la legge ci ha concesso di fare promozioni fino al prossimo 6 dicembre”. Per Riva l’unica incognita è rappresentata dall’impossibilità di spostarsi tra comuni: “In zona arancione resta comunque vietato uscire dal proprio comune di residenza se non per gli oramai noti motivi di necessità, questo potrebbe portare meno clienti in città, solitamente sotto Natale ci sono più visitatori da fuori”.

Sara e Tamara della Gioielleria Jolly Gallery di via Roma

Una preoccupazione condivisa anche da Sara e Tamara della Gioielleria Jolly Gallery (De Pascalis): “Siamo molto felici della riapertura, dicembre è un mese importante per via del Natale, aspettiamo i nostri clienti con entusiasmo, questo è lo spirito giusto – il loro commento – speriamo solo che con il nuovo Dpcm cambi qualcosa sugli spostamenti tra Comuni”.

“Benissimo la riapertura – ha commentato infine Serena Dell’Olio, titolare di Dettagli di Capogiro in via Roma – ma le riflessioni da fare sono tante. Nel tempo dei due lockdown, quello primaverile e quest’ultimo, abbiamo personalmente lavorato moltissimo sulla digitalizzazione della nostra attività per poter continuare a mantenere i rapporto con la clientela e lavorare. Per esempio durante queste ultime tre settimane abbiamo creato sul nostro sito dei buoni per il black friday”.

Serena Dell’Olio di Dettagli di Capogiro

La commerciante prosegue: “A chi dice, come ho recentemente letto sui giornali, che il commercio online può essere fatto da tutti mi permetto di ribattere che non è vero. Le dinamiche sono completamente diverse, servono un’organizzazione e una struttura molto complesse. A ciò si aggiunge il fatto che in Italia i costi di lavoro sono altissimi, noi commercianti siamo in una situazione di schiavitù con lo Stato. Si può dire che i frutti del lavoro di oltre metà anno vadano in tasse e costi, lo Stato non ha un occhio di riguardo per le piccole realtà”.