Già arrivate le prime famiglie dall’Ucraina: “Servono alloggi e mediatori linguistici”

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I primi arrivi dall’Ucraina, ospiti dai parenti. Comuni in prima linea per accoglienza

A Mandello e Abbadia ci si organizza per aiuti e inserimenti scolastici dei più piccoli. Appello per alloggi e mediatori linguistici

 

MANDELLO – Se la macchina ufficiale dell’accoglienza non è ancora partita, in alcuni paesi l’emergenza è già entrata nel vivo: diverse famiglie ucraine scappate alla guerra sono infatti già sul nostro territorio, arrivate autonomamente con propri mezzi o grazie all’aiuto di parenti che risiedono nel lecchese e che oggi li stanno ospitando presso le loro abitazioni.

Sta accadendo in alcuni comuni del lecchese, capoluogo compreso. A Mandello e Abbadia sono tre i nuclei giunti nelle ultime ore, circa una decina di persone a Mandello bambini compresi e una famiglia ad Abbadia, genitori e tre figli.

“Ho avuto modo fare loro visita, essere ospitati da conoscenti è sicuramente un fattore che aiuta a dare loro una maggiore serenità” spiega l’assessore ai servizi sociali di Abbadia, Cristina Bartesaghi.

Le amministrazioni comunali stanno cercando di interfacciarsi con le famiglie per cercare di garantire la migliore accoglienza possibile.

Segnalare il proprio arrivo

“Ci sono due necessità – spiega il sindaco Riccardo Fasoli – una è puramente procedurale ma necessaria affinché le istituzioni possano organizzarsi al meglio con gli aiuti, ovvero che le persone comunichino il loro arrivo alla Questura. I nostri servizi sociali si stanno muovendo per intercettare le necessità, che siano alimentari o di alloggi e per questo un appello che estendiamo alla cittadinanza è quello di segnalarci la disponibilità di abitazioni sfitte da poter mettere a disposizione, il Comune si impegna a corrispondere il canone dovuto”.

Si guarda anche ai più piccoli: “Stiamo valutando come attuare gli inserimenti scolastici, negli asili di Olcio e Somana per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, alle scuole elementari e medie per i più grandi. Intanto vorremmo predisporre un pre-scuola con attività ricreative per questi bimbi, avremmo però necessità di mediatori linguistici e per questo ci rivolgiamo alla popolazione: chi ha conoscenze di lingua ucraina o russa e può mettersi a disposizione per una mattina o un pomeriggio ci contatti”.

Anche a Malgrate  è arrivato un piccolo nucleo ospite di una famigliare residente in paese, lo stesso a Olginate dove sono giunte quattro persone dall’Ucraina, sempre ospiti da parenti che li hanno raggiunti e recuperati alla frontiera. Due, entrambi adulti, giunti invece a Casatenovo da familiari.

Sistema di ospitalità saturo, si cercano alloggi

Nel frattempo anche gli altri sindaci del lecchese stanno chiedendo alla propria cittadinanza chi ha disponibilità di appartamenti liberi da poter impegnare oppure quanti abbiano intenzione e possibilità di ospitare famiglie provenienti dall’Ungheria. Un appello lanciato ieri dalla Prefettura (vedi articolo) nella prima riunione sul tema.

Il sistema di accoglienza in provincia è infatti già saturo: si contano solo una ventina di posti liberi nei CAS su un totale di 360 posti, ma si tratta di grandi strutture generalmente destinate ai migranti provenienti dall’Africa, in particolare uomini; è probabile che la maggior parte dei rifugiati ucraini siano donne e bambini per questo si punterebbe ad ospitarle in singoli alloggi o strutture più piccole. Per ora però, i novanta posti del sistema SAI (accoglienza e integrazione) sono già interamente coperti.

Fondamentale potrebbe essere dunque l’aiuto della cittadinanza, in attesa che il Ministero incrementi, come annunciato in un recente decreto del Governo, le dotazioni del sistema di accoglienza nazionale.