Legambiente: “Fortemente inquinate le foci del Caldone e del Meria a Mandello”

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La foce del torrente Meria affollata d'estate dai bagnanti

La Goletta dei Laghi di Legambiente ha effettuato controlli sul Lario

Tra le località risultate inquinate c’è la foce del Caldone a Lecco e quella del Meria a Mandello dove è prevista la balneazione

LECCO – Sono stati dieci i punti monitorati quest’anno dalla Goletta dei Laghi nelle acque del Lario e sottoposti ad analisi microbiologiche. Sei i punti monitorati sulla sponda lecchese, di cui due sono risultati inquinati e due fortemente inquinati.

“Nel mirino – spiega Legambiente – ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi.

I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. Le analisi per la sponda lecchese sono state eseguite dal laboratorio dell’Università Bicocca Fem 2.

Sulla sponda lecchese sono due i punti giudicati “fortemente inquinati” sulla base dei dati raccolti: la foce del torrente Caldone, sul lungolago nel comune di Lecco, e la foce del torrente Meria, nel comune di Mandello del Lario.

Il fiume Meria a Mandello

“Inquinati” risultano la foce del torrente Inganna nel comune di Colico e foce del torrente Gallavesa nel comune di Vercurago, mentre i prelievi alla foce del fiume Adda (Colico) e dell’Esino (Perledo) sono risultati entro i limiti.

“Da segnalare il fatto – spiega Legambiente – che alla foce del Torrente Meria, risultato “fortemente inquinato”, è permessa la balneazione, secondo il portale acque del ministero della salute”.

Legambiente: “Passo indietro nel lecchese”

È questa, in sintesi, la fotografia scattata nella seconda tappa lombarda lungo le sponde del Lario da un team di tecnici e volontari di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri italiani. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamane a Lecco, Damiano Di Simine, responsabile scientifico Legambiente Lombardia, Costanza Panella, coordinatrice dei circoli del lecchese e presidente circolo Bellano e Laura Todde, presidente circolo Lecco.

Il Caldone a Lecco

“Con le analisi della Goletta dei Laghi vogliamo mettere in luce situazioni critiche che sfuggono ai controlli tradizionali – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – anche quest’anno sono le foci dei fiumi e torrenti, gli scarichi e le canalizzazioni che sboccano a lago i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta spesso all’insufficiente depurazione degli scarichi civili. Situazioni spesso cronicizzate che devono essere affrontate con urgenza,  per garantire che la qualità dell’acqua sia all’altezza degli standard imposti dalle Direttive Europe e delle aspettative di residenti e turisti”

Il Gallavesa a Vercurago

“I risultati delle analisi sul ramo di Lecco segnalano un passo indietro rispetto allo scorso anno – dichiara Costanza Panella, coordinatrice dei circoli Legambiente del lecchese – messi a confronto con i dati storici, confermano innanzitutto la necessità di intervenire in modo efficace sugli scarichi nel fiume Caldone a Lecco, la cui foce è risultata fortemente inquinata per sette anni consecutivi, ed evidenziano che la depurazione è ancora lontana dal raggiungere un livello soddisfacente sulla foce del fiume Meria a Mandello del Lario, del torrente Inganna a Colico, dell’Esino a Perledo, del Gallavesa a Vercurago”

Nonostante gli interventi migliorativi

“Nonostante gli importanti lavori di efficientamento e ricognizioni fatte da Lario Reti Holding, persistono situazioni di acque che risultano inquinate dal punto di vista microbiologico, come quelle del Torrente Caldone che attraversa la città – dichiara Laura Todde, presidente del Circolo di Lecco -. Con l’attività di monitoraggio ci pare si sia imboccata la giusta direzione verso un percorso che ci auguriamo proceda spedito per il risanamento complessivo delle acque che entrano nel lago. Da parte nostra, continuiamo invece nell’opera di informazione e coinvolgimento dei cittadini attraverso le attività di pulizia delle spiagge e di catalogazione dei rifiuti che vedono protagonista il Circolo durante tutto il mese di luglio. Un impegno che abbiamo assunto per provare ad accendere i riflettori su un altro tipo di inquinamento, in particolare da plastiche, non meno grave di quello legato alla qualità delle acque”

I prelievi e le analisi di Goletta dei Laghi vengono eseguiti da tecnici e volontari di Legambiente. L’ufficio scientifico dell’associazione si è occupato della loro formazione e del loro coordinamento, individuando laboratori certificati sul territorio. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli).

Le microplastiche

Per il quinto anno consecutivo, grazie alla collaborazione con ENEA e IRSA/CNR, è stata monitorata anche la presenza di microplastiche nelle acque dei laghi. Dallo scorso anno è stato introdotto anche il campionamento in colonna d’acqua, per stimare la presenza di microplastiche fino a 50 m di profondità. Nel Lario (lago di Como) sono stati prelevati nel 2019, 9 campioni in 6 aree del lago (3 punti con replica).

La media rilevata è pari a 392.038 particelle per chilometro quadrato di superficie. In colonna d’acqua è stato rilevato un dato medio di 0,51 particelle per metro cubo di acqua filtrata.

Inoltre tre laghi – Garda, Trasimeno e Bracciano – saranno al centro del progetto Blue Lakes che ha l’obiettivo di prevenire e ridurre l’inquinamento da microplastiche nei laghi, coinvolgendo partner scientifici, associazioni, autorità competenti e istituzioni. Il partenariato è coordinato da Legambiente e completato da Arpa Umbria, Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale, Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), Università Politecnica delle Marche, Global Nature Fund e Fondazione Internazionale del Lago di Costanza in Germania.