Perledo. La funicolare di Regoledo: sulle tracce di un gioiello perduto dell’ingegneria

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La funicolare di Perledo (tutte le foto storiche sono tratte dal volume "La funicolare di Regoledo" del Centro Socio Ricreativo per Anziani "Bergami"

Dal lago al Grand Hotel Regoledo con la sola forza dell’acqua

La stazione di partenza è ancora visibile, così come alcuni resti del tracciato

PERLEDO – Un vero e proprio gioiello di ingegneria sul nostro lago. Forse non tutti conoscono la storia della funicolare di Regoledo, attiva per quasi 60 anni, di cui oggi restano ancora alcune tracce tra cui la stazione di partenza accanto alla provinciale 72, tra Bellano e Varenna.

La funicolare di Regoledo, in servizio fra il 1903 e il 1960, ha trasportato migliaia di turisti dall’attracco dei battelli, all’epoca situato a Riva di Gittana, e dalla stazione di Perledo (ancor oggi visibile) alla località montana posta a 300 metri più in alto dove sorgeva un’importante stazione idroterapica estiva nota come Grand Hotel Regoledo (oggi trasformato in una Residenza Sanitaria Assistenziale). La funicolare rappresentava anche un collegamento integrato con la ferrovia della Valtellina, con il tratto Lecco-Colico completato nel 1892.

Funicolare di Regoledo Perledo
La stazione di partenza oggi

La storia

La storia dell’impianto è strettamente legata a quella dello stabilimento per il quale fu costruita. Attivato nel 1858 per iniziativa del fabbricante di carta Sergio Maglia e rilevato nel 1890 dagli imprenditori milanesi Marini e Legnani, il Grand Hotel Regoledo, posto in corrispondenza della fonte minerale detta “Della Comasca”, divenne ben presto rinomato per le cure idroterapiche che vi venivano prestate. La fama dello stabilimento fu accresciuta dal passaggio di numerose personalità quali Cesare Cantù, Antonio Stoppani, Massimo d’Azeglio, Amilcare Ponchielli, Arturo Toscanini, Agostino Gemelli e, nel 1858, Ippolito Nievo.

Funicolare di Regoledo Perledo
Il volumetto che ne raccoglie storia e immagini

Per favorire il raggiungimento del Grand Hotel, fin dal 1852 si pensò a una funicolare adottando una tecnologia allora sperimentale che avrebbe raggiunto la propria maturità solo qualche decennio più tardi, grazie anche alla realizzazione delle prime funicolari italiane. Nel 1890, quando la gestione dell’albergo passò dai fondatori ai signori Marini-Legnani, si fece largo l’idea ardita di costruire una funicolare in linea retta azionata a contrappeso d’acqua. Il progetto fu redatto da Alfredo Colli, lo stesso ingegnere che aveva avuto l’incarico di progettare una funicolare mai realizzata per raggiungere il Sanatorio posto sul Monte Barro. Il 1° settembre 1890 venne avviata la costruzione con una modifica sostanziale: al posto del contrappeso d’acqua venne realizzato un impianto con argano elettrico la cui progettazione fu condotta a cura della Fonderia di Berna e della società Usines de Roll.

Funicolare di Regoledo Perledo
Il sottopassaggio che ancora oggi porta alla stazione dismessa

Il progetto subì continue interruzioni, trascorsero ancora alcuni anni e le terme passarono nuovamente di mano. I nuovi proprietari decisero di puntare sulla funicolare per il rilancio dello stabilimento e nel novembre del 1901 venne autorizzata l’apertura al pubblico del secondo impianto che si realizzerà però nel 1903, a cura delle società Von Roll e Fritz Marti, con la nuova inaugurazione il giorno 6 settembre e avvio del servizio aperto al pubblico il successivo 4 novembre. Da allora in centinaia percorsero in salita e in discesa l’importante manufatto realizzato in pietra ad archi e trincee che superava pendenze vertiginose e di cui ancor oggi si trovano tracce camminando sul Sentiero del Viandante.

Le guerre e la decadenza

Il servizio della funicolare venne sospeso in concomitanza con la Prima Guerra Mondiale, anche se venne riaperta nel 1917 quando l’albergo venne utilizzato come sezione distaccata dell’ospedale di Milano per accogliere i feriti di guerra. Dopo un breve periodo di ripresa del traffico turistico avvenuta tra il 1930 e il 1939, con la Seconda Guerra Mondiale l’albergo fu nuovamente riconvertito in ospedale prima di diventare una colonia estiva. Il 1° giugno 1960 si concluse definitivamente la gloriosa storia della funivia di Regoledo. Dopo la sua chiusura l’albergo fu utilizzato come succursale dell’Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone.

Funicolare di Regoledo Perledo

Caratteristiche

Lunga 440 metri, la funicolare di Regoledo presentava un percorso rettilineo (stazione inferiore 231 m slm – stazione superiore 435 m slm) con pendenza massima che nella prima parte del percorso raggiungeva il ragguardevole valore del 650 per mille, seguita poi da pendenze più lievi del 530 per mille e del 450 per mille per decrescere fino al 340 per mille con un ultimo strappo del 400 per mille raggiungendo una media sul percorso del 430 per mille. Il viaggio veniva compiuto in circa 8 minuti.

Il sistema di trazione, inizialmente elettrico, fu trasformato nel 1903 con quello a contrappeso d’acqua, così come era stato studiato nel primo progetto del 1890. In tale occasione la pendenza massima fu abbassata dal 650 al 574 per mille e le vetture (che potevano portare 8 persone più il frenatore) furono completamente rinnovate e dotate di un serbatoio d’acqua della capacità di 3.600 litri.

La Sacra Famiglia di Perledo oggi, ex Grand Hotel Regoledo

Il sistema di funzionamento prevedeva il riempimento del serbatoio della carrozza a monte attraverso un apposito impianto che, grazie al torrente Masna, garantiva il costante riempimento di una vasca in cui si raccoglieva l’acqua destinata ai serbatoi. Le due vetture si arrestavano in corrispondenza del punto di incrocio posto a metà percorso; i passeggeri venivano quindi trasbordati dall’una all’altra carrozza e l’acqua veniva travasata dalla carrozza superiore a quella inferiore. A questo punto era la cabina inferiore che, diventata più pesante, trascinava verso l’alto l’altra completando il viaggio. L’acqua portata in basso serviva poi per far funzionare l’ascensore idraulico utilizzato dai passeggeri per accedere al secondo piano della stazione, dove partiva la funicolare, situato 15 metri sopra il livello delle rotaie della fermata di Regoledo.

La stazione inferiore era raggiungibile per mezzo di un apposito sottopasso ferroviario caratterizzato da un vistoso portale, ancora visibile, che si apriva su quella che in seguito sarebbe diventata la strada provinciale 72, posto di fronte all’imbarcadero nel frattempo scomparso.