Merate, dall’ex Beton Villa al market di viale Lombardia: ecco le 19 aree della rigenerazione urbana

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Area Ex Beton Villa
L'area Ex Beton Villa

Presentato il documento di rigenerazione urbana ieri sera, martedì, in commissione territorio

Le legge regionale prevede incentivi fiscali per chi rigenera aree dismesse o abbandonate: ecco la situazione a Merate

MERATE – Dall’area Beton Villa a Brugarolo all’ex salumificio Nava sotto l’oratorio di San Rocco e all’ex Autocogliati in via Bergamo, passando per l’edificio dismesso e fatiscente all’imbocco di via Antonio Baslini all’ex supermercato di viale Lombardia. Ma anche ville, come quella storica al Vedù e quella dell’architettura particolare in via Santa Caterina da Siena, senza dimenticare le cascine abbandonate ormai da tempo.

Sono le 19 aree della rigenerazione urbana individuate nel documento realizzato dallo studio Quattro con sede a Chiavenna dopo una ricognizione del territorio effettuata sia attraverso le istanze degli stessi privati che grazie alle segnalazioni della commissione paesaggio.

La relazione, che mette in luce quindi le zone dismesse che evidenziano una maggiore necessità di recupero edilizio funzionale anche in ragione della loro collocazione all’ interno del tessuto urbano del comune, è stata presentata ieri sera, martedì, durante la riunione della commissione territorio. A introdurre l’argomento il vice sindaco con delega all’urbanistica Giuseppe Procopio che ha spiegato quali sono i cardini della legge regionale di rigenerazione urbana, voluta e pensata per “incentivare una più elevata qualità edilizia e ambientale nel recupero del patrimonio edilizio esistente”.

Tre gli strumenti individuati per raggiungere l’obiettivo, ovvero l’abbattimento del 60% degli oneri di urbanizzazione per gli interventi di ristrutturazione anche con demolizione e ricostruzione, l’incremento fino al 20% dell’Indice di edificabilità massimo previsto dal Piano di Governo del Territorio per gli immobili identificati ai sensi dell’art. 40 bis (disposizioni relative al patrimonio edilizio dismesso con criticità) e, infine, una maggiorazione del 20% del contributo sul costo di costruzione per interventi che consumano suolo agricolo, la cui definizione sarà stabilita con specifica delibera del consiglio comunale.

L’architetto Silvano Molinetti

E’ toccato poi all’architetto Silvano Molinetti presentare a una a una le schede, condividendo da remoto lo schermo del suo pc. Il professionista ha precisato che, almeno per ora, si procederà ai sensi dell’articolo 8 bis della legge regionale sulla rigenerazione urbana, su cui il consiglio comunale dovrà dare un’indicazione politica amministrativa anticipando di fatto le scelte del Comune dovrà effettuare attraverso la revisione del Pgt.

L’area ex Beton Villa

A calamitare l’attenzione, come prevedibile, l’area ex Beton Villa a Brugarolo dove sorgeva la nota attività produttiva. Si tratta di un’area molto ampia, pari a 49.093 mq, su cui sarà necessario effettuare ulteriori approfondimenti non appena verrà espletata l’asta. “E’ importante che tutti gli atti prodomici alla messa all’asta, tra cui anche la bonifica, sono stati effettuati. Ora il giudice dovrà decidere la data e il prezzo dell’asta. Ci sembra inopportuno fornire noi indicazioni sullo sviluppo futuro dell’area visto che non sappiamo chi l’acquisterà. Stiamo parlando di un enorme polmone della città, dovremo procedere con equilibrio e ponderazione” ha chiosato Procopio rispondendo alle domande del consigliere di minoranza Roberto Perego che chiedeva se vi fossero già delle idee per la destinazione d’uso dell’area nel nuovo Pgt.

“Proprio mezz’ora fa in Giunta abbiamo dato avvio al procedimento di revisione del Pgt. Ricordo che l’attuale strumento di piano già prevede una scheda specifica sull’ex Beton Villa, ma in questi anni non ci sono state formulate proposte” ha ribadito anche il sindaco Massimo Panzeri.

L’articolo 40 e i contenziosi

Ed è sempre un’area rimasta arenata tra le pieghe di un fallimento quella situata all’incrocio tra via Cerri e via Baslini: “E’ da anni in stato di abbandono e incuria segnalato più volte dai cittadini – ha commentato Procopio riferendosi all’immobile le cui ex porte di accesso sulla strada sono state recentemente murate per impedire l’accesso di balordi -. Ora sembrerebbe sia stata rilevata da un istituto di credito, con cui ci interfacceremo”.

Particolare interesse ha suscitato l’analisi della scheda 9, relativa al condominio situato in via Statale all’uscita di via Garibaldi. “In questo caso ci sono delle criticità urbanistiche tali che si potrebbe perfino applicare l’articolo 40 bis arrivando fino alla richiesta di abbattimento dello stabile . Al momento però la situazione è in fieri visto che il tentativo di procedere ad applicare questa norma da parte del Comune di Milano ha già portato a un ricorso al Tar. Vedremo quindi come evolverà la situazione”.

L’articolo 40 bis darebbe infatti la possibilità al Comune di chiedere l’abbattimento di un immobile per via di particolari condizioni di criticità ambientali e paesaggistiche che renderebbero la sua demolizione un interesse pubblico. “Verrebbero dati 3 anni di tempo al privato per rimuovere le condizioni di criticità con una proposta di piano attuativo o altro, trascorsi i quali il Comune potrebbe intimare l’abbattimento o procedere da sé notificando poi le spese alla proprietà”. I contenziosi già sollevati dalla normativa rendono però prudente, in questo momento, aspettare prima di procedere in questa direzione, anche nei casi in cui, almeno a livello teorico, l’articolo potrebbe essere applicato.

L’ex supermercato in viale Lombardia

Tra le schede trova posto anche la casa Reale di Sartirana, per metà in stato di completo abbandono: “L’attuale degrado è un vero peccato anche perché stiamo parlando di un immobile caratterizzato da un vincolo di natura monumentale”.
Nel novero non poteva finire anche l’ex Bennet di viale Lombardia, abbandonata da più di 5 anni: “Spero che un incentivo del genere possa consentire al privato di dare input per riqualificare la zona e il centro cittadino”.

Scorrendo la relazione, non sempre ci si imbatte in edifici in stato di degrato o malconci: “Lo strumento della rigenerazione urbana è indirizzato a recuperare ciò che non è  più in uso dando una nuova vita e un pieno utilizzo dell’immobile”. E’ il caso ad esempio della villa in via Santa Caterina da Siena o delle ex Scuderia della villa situata al Biffo, a cascina Vedù.

Importante sottolineare che il processo non è ancora chiuso: “Anche privati che venissero a conoscenza di questa opportunità ora, potranno presentare domanda in Comune. E’ un loro diritto” ha concluso Procopio ricordando che le schede verranno poi portate in consiglio comunale ai sensi dell’8 bis.

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