Merate, recuperato dai Carabinieri il quadro trafugato da Villa Confalonieri: era in vendita all’asta

Tempo di lettura: 4 minuti

E’ ritornato a Villa Confalonieri il quadro trafugato nel 2008

L’operazione è stata condotta dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale

 

MERATE – Era in vendita all’asta su un sito specializzato nel settore. Con tanto di una trattativa riservata in corso. Ma la possibile vendita dell’opera d’arte è sfumata grazie al pronto intervento dei carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale che, al termine dell’indagine, sono riusciti ad accertare come il bene fosse stato rubato anni prima.

E’ stato riconsegnato al legittimo proprietario, ovvero al Comune, il quadro trafugato da Villa Confalonieri, allora sede del Municipio, nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2008 insieme ad altri 32 oggetti ed elementi di arredo come cassapanche, poltrone e sedie. I militari del comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Monza, capitanati dal maggiore Claudio Sanzò, hanno provveduto questa mattina, mercoledì 16 marzo, a riportare “a casa” l’olio su tela realizzato dal pittore Camillo Corti, intitolato “L’incontro di Vignate”. Così come il titolo lascia suggerire, il dipinto rappresenta l’incontro avvenuto a Vignate, in Piemonte, il 26 marzo 1849 tra il maresciallo Radesky e Vittorio Emanuele II, re da un solo giorno, per negoziare l’armistizio dopo la sconfitta piemontese a Novara che decretò la fine della prima guerra di indipendenza.

Il maggiore Claudio Sanzò

Incorniciato in una cornice di legno dorata, oggi non ritrovata, il quadro era collocato a piano terra nella stanza della Villa deputata a ospitare l’ufficio del sindaco: “L’idea è quella di posizionarlo ora invece sulla scalinata che porta al primo piano visto che nella stanza in cui era stato posizionato in precedenza è stato nel frattempo appeso un altro quadro” ha precisato il sindaco Massimo Panzeri esprimendo i più vividi ringraziamenti ai carabinieri per l’importante operazione effettuata grazie alla quale è stato possibile reintegrare nel patrimonio comunale un bene dall’inestimabile valore storico oltre che economico (nell’inventario stilato nel 1965 dal notaio Modesto Bosisio si stimava il valore del quadro, su indicazione di un noto critico d’arte, in 250mila lire).

Un particolare, quello del restituzione di un bene alla collettività, su cui ha posto l’accento anche il maggiore Sanzò, presente questa mattina a Merate insieme al vice brigadiere Francesco Rovito e all’appuntato scelto Giovanni Petrillo: “La nostra attività si focalizza sul controllo del mercato del settore e anche sull’e-commerce. Verifichiamo quotidianamente i siti di aste online al fine di incrociare quanto pubblicato su queste piattaforme con il database in cui vengono registrate tutte le opere d’arte rubate”. Ed è proprio così che, grazie a un particolare algoritmo che ha riconosciuto l’incredibile somiglianza tra la fotografia dell’opera venduta all’asta e quella contenuta nel database dell’opere trafugate, che è stato possibile avviare, la primavera scorsa, l’indagine e sbrogliare l’articolata matassa del furto.

I carabinieri sono così risaliti alla denuncia, presentata dal Comune nel 2008 e hanno preso contatti con i colleghi della stazione di Merate per sapere se vi fossero stati nel frattempo sviluppi sul furto. Dopodiché hanno ricostruito le testimonianze di quanto avvenuto, interrogando la responsabile dell’ufficio tecnico Ramona Lazzaroni per acquisire ulteriori elementi per comprovare che si trattasse effettivamente del quadro rubato da Villa Confalonieri. Una volta incrociate tutte le tessere del puzzle è stato possibile quindi prendere contatti con il Comune, ufficializzare la notizia e organizzare la restituzione del bene.

“Ci teniamo a sottolineare che in queste operazioni è fondamentale la collaborazione delle persone grazie alle quali è possibile identificare e verificare le cose, visto che spesso ci troviamo a dover ricostruire la storia di un’opera d’arte rubata parecchi anni prima, dovendo contattare eredi o spulciare archivi fotografici andando a ritroso con il tempo”.