Coronavirus e volontariato, la cura degli animali randagi non si ferma

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Continua la gestione delle colonie feline sul territorio

Al lavoro nel lecchese i volontari dell’Enpa

LECCO / MERATE – Se molte attività si sono fermate o si stanno fermando in questi giorni di pandemia, ce ne sono altre che non possono fermarsi, anche se si tratta di volontariato: ai tanti impegnati nell’aiuto alle persone, in particolare agli anziani con la consegna di alimenti e farmaci a casa, si affiancano altri volontari che si occupano invece della cura degli animali.

Si tratta degli operatori dell’Enpa e delle “gattare” che da anni si occupano di accudire le tante colonie feline sul territorio e che in questi giorni proseguono la loro attività. Perché se ai gatti il Coronavirus fa ‘un baffo’, ci sono decine di mici che dipendono dal sostegno dei volontari che portano loro quotidianamente il cibo e cure agli esemplari malati.

Il Ministero della Salute in una nota ha infatti specificato che:

“Sono consentite le attività di accudimento e gestione degli animali presenti nei canili, gattili e l’accudimento e la cura delle colonie feline in stato di libertà garantite dalla legge 281/91. […] Gli spostamenti relativi alla cura di animali di affezione rientrano nell’ambito della deroga relativa ai motivi di salute, in quanto sono da estendersi anche alla sanità animale”.

Un’attività di competenza dei Comuni che da sempre fanno affidamento sulla passione dei volontari, singoli o coordinati dalle associazioni animaliste (Enpa, Oipa, Pro Parco Amici Animali, A-mici Villa Guzzi, Zampa Amica). Un impegno che non sta mancando nemmeno in questi giorni difficili.