Il Parco del Curone è a zero emissioni e punta a vendere il proprio ‘credito’ verde

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Grazie alla piantumazione di oltre 2mila piante, il Parco del Curone è a zero emissioni di anidride carbonica

Un tesoretto, da 930 tonnellate di gas serra sequestrato, vendibile sul mercato alle aziende che vogliono azzerare la propria impronta carboniosa

MONTEVECCHIA – Il parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone è un parco a zero emissioni e intende mettere sul mercato le tonnellate di gas serra sequestrate fino a ora per venderle alle aziende o alle organizzazioni del territorio intenzionate ad azzerare la propria impronta carboniosa.

E’ un certificato importante, il primo conseguito da un parco lombardo, quello di cui si può fregiare l’ente sovracomunale presieduto da Marco Molgora che, grazie alla consulenza della società Energy Saving, ha calcolato quanto gas serra è stato assorbito grazie ai rimboschimenti arborei e alle realizzazioni di siepi effettuati dall’ente in questi anni di esistenza sul territorio brianzolo.

“Abbiamo considerato esclusivamente le piantumazioni effettuate dal Parco negli ultimi 30 anni” ha spiegato Renato Ornaghi, Ceo della società monzese, sottolineando come il criterio guida sia stato quello della prudenza, ragion per cui il dato ottenuto è sicuramente sottostimato rispetto al reale.

E così, dal rimboschimento della proprietà Albisetti del 1990 agli stagni della valle Santa Croce del 2003 passando per la strada dei Vagoncini del 2010 (solo per citare tre delle sei aree oggetto della piantumazione di circa 2mila nuove essenze tra ontani, frassini, aceri, carpini, querce e specie arbustive come nocciolo, biancospino e sanguinello) si è arrivati ad un sequestro e confinamento progressivo di gas serra che, applicati i fattori di assorbimento medi per pianta alla numerosità delle singole specie messe a dimora nelle sei aree, è pari a 930 tonnellate di anidride carbonica. “Abbiamo anche calcolato quante sono le emissioni prodotte, ogni anno, dal Parco attraverso il consumo di elettricità, gas naturale, gasolio e benzina e abbiamo ottenuto il valore di 20,38”.

Un dato che l’ente Parco vorrebbe riuscire non solo a compensare (come ha già fatto e come potrà fare ogni anno grazie al tesoretto conquistato grazie alle nuove piantumazioni effettuate negli anni scorsi che garantiranno un incremento ulteriore di CO2 risparmiata di 60 unità all’anno), ma anche a ridurre sensibilmente anno dopo anno con l’obiettivo di conquistare, in futuro, la certificazione di parco a zero emissioni nette.

Un sogno cullato dal presidente Molgora: “Penso che i prossimi passi del Parco debbano essere indirizzati verso la realizzazione di impianti che consentano di produrre energia da fonti rinnovabili. Abbiamo delle aree, già manomesse dall’uomo, come l’ex Rdb, l’ex Bomar o la Fornace, che dovranno essere recuperate e in cui sarebbe interessante svolgere dei ragionamenti sulla produzione di energia”. L’intenzione sarebbe quella di rispolverare anche il vecchio progetto, bocciato in passato dalla Sovraintendenza, di posizionare dei pannelli fotovoltaici calpestabili nelle tribune alle spalle della sede di Cascina Butto. “Torneremo alla carica sulla questione perché sarebbe importante riuscire a iniziare a ridurre il consumo di energia puntando sulle fonti rinnovabili”.

Intanto, il Parco si “gode” il certificato appena ottenuto e punta a fare scuola mettendo il proprio tesoretto verde a disposizione di chi volesse compensare le proprie produzioni di anidride carbonica. Tonnellate di anidride carbonica, metano e azoto sequestrate, ancora più importanti e preziose perché arrivano da un’oasi verde come il parco del Curone. “Se parlassimo di vino, potremmo trovarci di fronte a un Brunello o a un Amarone” ha aggiunto, con un pizzico di ironia, Ornaghi, sottolineando come il valore sul mercato sia, grosso modo, di circa 30 euro a tonnellata per un tesoretto quindi che attualmente ammonta a circa 30mila euro.

Infine, il presidente Molgora ha voluto rivolgere un particolare ringraziamento agli uffici, guidati dal direttore Michele Cereda e alle volontarie del Servizio civile (Vittoria Romagnano, Elisa Casagrande, Denise Cinellu e Sofia Gerosa ), che hanno supportato gli uffici nella raccolta dati necessaria per ottenere la certificazione di parco a zero emissioni.