L’assessore Terzi a Calusco in visita al ponte. Paderno escluso: “Non basta un solo punto di vista”

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Ieri (giovedì) il sopralluogo dell’assessore regionale al San Michele per aggiornare sul progetto dei due nuovi ponti sull’Adda

L’incontro ha coinvolto solo gli amministratori della sponda bergamasca. Torchio (Paderno): “La inviteremo anche noi”

 

PADERNO – “Inviteremo anche noi l’assessore regionale Claudia Maria Terzi perché il ponte non può essere guardato da un unico punto di vista”. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio all’indomani del sopralluogo effettuato ieri, giovedì, dall’assessore regionale alla mobilità al ponte San Michele. Una “visita” che è servita per comunicare all’amministrazione comunale caluschese un importante aggiornamento in merito al progetto di realizzazione di due nuovi ponti, uno stradale e uno ferroviario, che dovranno sostituire il San Michele, destinato a diventare, dal 2030, un viadotto destinato solo alla circolazione pedonale e ciclabile.
“L’assessore ci ha comunicato ieri mattina che sarebbe riuscita a passare a trovarci per informarci sulla situazione” precisa l’assessore caluschese Massimo Cocchi, presente all’appuntamento insieme al primo cittadino Michele Pellegrini, al vice Enrico Salomoni e al consigliere comunale Matteo Villa.

Massimo Cocchi, Claudia Maria Terzi, Michele Pellegrini, Matteo Villa ed Enrico Salomoni

“La questione è sul tavolo del Ministero e Rfi ha in mano la progettazione sia del ponte viario che ferroviario. Bisognerà però coinvolgere Anas nella realizzazione del viadotto stradale e capire dove andare a reperire i finanziamenti. Ma il progetto va avanti e la direzione è quella giusta”.

Già a Calusco settimana scorsa per partecipare alla campagna elettorale della maggioranza uscente, ricandidata alle elezioni del prossimo 12 giugno, l’assessore Terzi ha voluto informare sull’esito dell’incontro avuto al Ministero per evidenziare la necessità di muoversi con velocità in vista del pensionamento, nel 2030, del San Michele. “Regione Lombardia si è tempestivamente attivata per definire le sorti del nuovo ponte tra Paderno e Calusco e oggi ribadiamo il nostro impegno per venire incontro alle richieste del territorio – il commento dell’assessore – . Di fatto, l’attuale viadotto San Michele sarà sostituito da altri due nuovi ponti, uno solamente ferroviario, l’altro riservato al traffico veicolare, progetto già condiviso con il sindaco di Calusco D’Adda. Nonostante qualche presa di posizione contraria sul tracciato stradale (il riferimento è al Comune di Paderno, che in più occasioni ha sollevato delle criticità, ndr) stiamo infatti lavorando per individuare la soluzione più idonea. Il tempo c’è, ma non possiamo tergiversare: tra 8 anni la vita utile del ponte arriverà al limite e abbiamo già incontrato il Ministero evidenziando la necessità di intervenire con urgenza, tenendo anche in considerazione le richieste delle Province di Bergamo e Lecco di realizzare le opere di connessione per il miglioramento della viabilità locale. Insomma, l’interlocuzione è stata aperta e il Ministero si è subito dimostrato attento alla questione. Ovviamente siamo ancora in una fase iniziale, ma l’iter è quello giusto e il tracciato stradale affiancato a quello ferroviario rappresenta l’unica soluzione per collegare le due province”.

Il progetto prevede infatti che il nuovo ponte ferroviario venga collocato poco più a sud dell’attuale in modo da mantenere attive le stazioni di Calusco e di Paderno. Rispetto ad altre due ipotesi iniziali (che prevedevano la coppia di ponti a nord del San Michele oppure il viario e il ferroviario a scavalco dell’attuale), è stata ritenuta meno impattante la collocazione del viario a sud del ferroviario con innesto a Paderno in via Festini dietro il Molino Colombo e l’arrivo a Calusco in corrispondenza della nuova tangenzialina creata andando verso Solza.

Un’ipotesi contro cui l’amministrazione di Paderno ha manifestato più volte preoccupazione insieme a quelle di Robbiate e Verderio: la paura infatti è legata al forte incremento di traffico in una zona già fortemente urbanizzata e con infrastrutture già non adeguate alla viabilità esistente.