Santa Maria Hoè: cartelli storici in omaggio al genio di Leonardo

Tempo di lettura: 3 minuti

Il genio da Vinci ha scritto di Santa Maria Hoè nel codice G: veniva qui per comprare della legna

Il sindaco intende valorizzare la storia e i tesori custoditi anche in alcune frazioni del paese con appositi cartelli

SANTA MARIA HOE’ – “A Santa Maria a O, nella valle di Ranvagnan, ne’ monti Briganzia…”. E’ la citazione tratta dal codice G di Leonardo da Vinci affissa sui cartelli stradali posizionati in questi giorni nelle vie di ingresso del paese. Un omaggio e un attestazione di riconoscimento al genio di Vinci di cui quest’anno ricorre il 500esimo anniversario della morte.

Il codice G

Convinto sostenitore dell’importanza di valorizzare le tradizioni e riscoprire la storia locale, il sindaco Efrem Brambilla ha voluto rendere tutti partecipi del fatto che di Santa Maria Hoè parlava già Leonardo nello scritto datato 1510 e conservato all’Institut de France a Parigi (dopo essere stato sottratto alla Biblioteca Ambrosiana nel 1796 e non restituiti nel 1815, dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte). “Il riferimento è chiaro, basta pensare che in dialetto la frazione di Hoè viene chiamata O – puntualizza Brambilla -. Nel documento parla della costruzione di una ruota idraulica e di come il legname più adatto per la sua realizzazione dovesse essere acquistato a Santa Maria Hoè. Leonardo prosegue lo scritto dicendo: “son le pertiche di castano di 9 braccia e di 14; 5 lire in 100 di 9 braccia…”. Rimase favorevolmente colpito dai tronchi dei boschi di castagni di Santa Maria Hoè.

Lo studio insieme ad esperti

I cartelli vinciani non saranno gli unici a sottolineare i profondi legami storici di Santa Maria Hoè. Grazie a un lavoro svolto con l’archeologo Luca Codara e lo storico Massimo Cogliati che hanno collaborato nella stesura dei testi, Brambilla ha individuato altri tesori da valorizzare opportunamente con dei cartelli adeguati. Il primo riguarda il cartello di Tremonte e ha a che fare con la nascita della Brianza. I documenti attestano infatti che “il 6 dicembre 1435 a Tremonte nella dimora di Messer Marco Dei Capitani i comuni circostanti si radunarono per chiedere al Ducato una tassazione più clemente”. Tanto che nel 1940 il Duca di Milano riconobbe questo insieme di comuni con il nome “Università del Monte di Brianza”, riconoscendo il luogo come fiscalmente distinto dal Contado della Martesana.

Paù e la chiesa di San Gaetano

Il secondo cartello riguarda invece Paù e nello specifico la chiesa di San Gaetano risalente al XIII secolo. Un punto panoramico da cui si gode la vista sulla Brianza, Milano e gli Appennini e sulle tre colline brianzole che per la loro forma sono oggi note anche come “Piramidi di Montevecchia”. La via Piave che attraversa il borgo di Paù conduce sino al sentiero detto dei “Bujok” (Pozze, nel dialetto brianzolo locale), piscine naturali che si sviluppano dalle sorgenti del torrente Molgora.

Il castello di Hoè

E’ dedicato invece a Hoè il terzo cartello, focalizzato sul Castello di Hoè Superiore e sulla chiesa di Santa Veronica risalente al XII secolo. “All’interno della chiesa menzionata da Goffredo da Bussero sul finire del 1200 si trova l’affresco che raffigura Veronica recante il Santo telo con il volto di Cristo, realizzato negli ultimi decenni del XIII secolo.Il dipinto è considerato uno delle prime iconografie superstiti e più antiche a livello europeo che identificano la santa in atto di ostendere il telo recante l’effige del volto di Cristo”.