Merate: dal 1° aprile il lago di Sartirana chiude tra critiche e difese al piano di gestione

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Lago di Sartirana
Già lo scorso anno era stato completamente sbarrato l'accesso al lago di Sartirana

La chiusura deriva del piano di gestione, in vigore da anni, ma sempre disatteso

Arrivate delle osservazioni (da parte di due consiglieri comunali) al nuovo piano di gestione. L’assessore Robbiani al contrattacco: “Si abbia il coraggio di dire se si vuole uscire dal Sic o meno”

MERATE – Da venerdì, 1 aprile, chiude la riserva del lago di Sartirana. Non solo la parte nord, quella considerata di maggior pregio naturalistico, già off limits dal 1° marzo ( e fino al 31 luglio) bensì l’intero perimetro del lago il cui accesso verrà fisicamente interdetto con delle barriere come quelle gialle già posizionate per chiudere gli accessi da Cassina e via Volta.
Verranno lasciate fruibili solo le panchine poste subito dopo l’entrata per dare la possibilità di sedersi ai tanti pensionati che ogni giorno si ritrovano alla foce del lago per scambiare quattro chiacchiere.

I motivi sono stati anche messi nero su bianco dall’ente gestore, ovvero il Comune, sulla bacheca di ingresso ricordando come il piano di gestione preveda la chiusura per ridurre il disturbo arrecato alla fauna durante il periodo riproduttivo. Già, il piano di gestione, lo strumento rivisto dall’amministrazione comunale nei mesi scorsi grazie a un lungo e articolato lavoro di mediazione e di ascolto tra le diverse parti e anime in gioco. Ora, quel piano, adottato dal consiglio comunale a settembre (tutti favorevoli con il voto di astensione del consigliere di Cambia Merate Roberto Perego e l’assenza del consigliere di maggioranza Fabio Tamandi), torna in discussione in un momento quanto mai caldo visto che coincide con la chiusura dell’intera riserva. Per un mero errore formale si è dovuto riaprire i termini di presentazione delle osservazioni al piano, dando questa facoltà fino a mercoledì mattina.

Quattro le osservazioni protocollate in Comune che verranno analizzate lunedì 4 aprile nella riunione del consiglio di gestione convocata alle 18.30. Una arriva da una residente a Cassina, una dal comitato civico ambiente guidato da Elena Calogero mentre due portano la firma di due consiglieri comunali, uno di maggioranza Fabio Tamandi (qui il documento) e uno di opposizione Roberto Perego (qui il documento). Entrambi, di fatto, concordano nel sottolineare come la legge istitutiva della riserva non prevederebbe l’inserimento di periodi di chiusura predefiniti, domandando quindi all’ente gestore di poter procedere in senso meno restrittivo. Nello specifico, Tamandi vorrebbe che fosse l’ente gestore a proporre all’amministrazione comunale eventuali periodi di chiusura della riserva, così come praticato da altri Sic lombardi, come il Segrino mentre Perego auspicherebbe che il periodo di interdizione al transito pedonale venisse limitato solo al tratto di canneto dal 1° aprile al 15 giugno.

Dopo il passaggio in consiglio di gestione, organo consultivo, la discussione tornerà in consiglio comunale dove bisognerà trovare un nuovo equilibrio tra quanti chiedono di poter aver un lago più fruibile e quanti ricordano che, fino a che il lago di Sartirana sarà un Sic, non lo si potrà equiparare a un qualsiasi parco pubblico. Tra quest’ultimi, l’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani che bolla come “poco utile” la riflessione riaffiorata in superficie con le due osservazioni. “Queste tendenze erano già emerse durante il precedente dibattito e il piano di gestione adottato a settembre prevedeva un allentamento dei divieti in essere prevedendo la possibilità di accedere all’area sud del lago tutto l’anno. Si tratta della zona dove ci sono le panchine, i tavoli e le sedie e dove è maggiore la fruizione degli escursionisti nel fine settimana. L’accesso all’area più paludosa, quella a nord, veniva limitato solo nel periodo riproduttivo delle specie lì presenti perché dobbiamo ricordarci che siamo in una riserva naturale, non in un parco pubblico”.

Andrea Robbiani
L’assessore Andrea Robbiani

 

Senza girarci troppo intorno, Robbiani aggiunge: “Se qualcuno non condivide i vincoli e le limitazioni naturalistici e ambientali che far parte di una riserva comporta, gli suggerisco di farsi promotore di un referendum, tramite raccolta firme, per chiedere di uscivi. Ricordiamoci però che l’ultima parola, sul Sic e anche sul piano di gestione, ce l’ha la Regione”. Quanto alle richieste di maggior fruizione del lago che sarebbero giunte dai cittadini ai consiglieri promotori delle due osservazioni, l’assessore sottolinea di aver a sua volta effettuato domenica un giro del lago: “Ho incontrato molto persone a cui ho spiegato la situazione. Informati, non hanno trovato nulla da obiettare alle decisioni prese”. Da domani però il lago sarà chiuso. Ed è impensabile che le novità introdotte dal nuovo piano di gestione possano entrare in vigore in tempo per riaprire, prima del 15 giugno, almeno parzialmente, la riserva.Anzi. “Abbiamo chiesto a Regione di poter introdurre le novità del nuovo piano di gestione da subito, ma la risposta è stata negativa, obbligandoci a mantenere le regole del vecchio piano”. Quanto ai documenti presentati dai due consiglieri, Robbiani conclude, ricordando come gli stessi facciano parte anche del consiglio di gestione. “Ben vengano le osservazioni e le richieste di ulteriori approfondimento della vicenda. Mi sembra però che già nei mesi scorsi vi fosse trovato un equilibrio tra le parti. Ora, qualche consigliere, forse per poter avere i 15 minuti di celebrità decantati da Andy Warhol ha voluto riaprire la contesa. Ricordiamoci però che già il piano di gestione dà la facoltà all’ente gestore di intervenire sulle chiusure”.