Merate. Il dottor Milani Capialbi, in pensione, racconta la ‘sua’ Radiologia

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Il dott. Rodolfo Milani Capialbi

L’ex primario è in pensione dallo scorso 31 marzo dopo 38 anni di lavoro

Nell’intervista il racconto degli anni trascorsi al Mandic, fino alla pandemia

MERATE – 38 anni di esperienza ospedaliera in Radiologia dei quali 33 all’Ospedale di Merate, il dottor Rodolfo Milani Capialbi è quella che si può definire ‘colonna portante’ del Mandic. Cresciuto alla scuola del prof. Bruno Guareschi, legato da una profonda amicizia al Prof. Vincenzo Saputo, storico  Primario della Pediatria all’Ospedale  Mandic, scomparso nel 2009, il dott. Milani Capialbi inizia la  sua attività all’Ospedale di Merate nel  dicembre del 1986 come assistente medico di radiologia, nel 1990 vince il concorso per aiuto corresponsabile, nel 2009 è nominato Direttore dell’UOC di Radiologia e  nel  2012 Direttore del Dipartimento ‘Diagnostica per immagini’ dell’Asst di Lecco.

Il 31 marzo di quest’anno ha concluso la sua lunga e appagante carriera lavorativa in ospedale nel pieno dell’emergenza Coronavirus, un periodo difficile e complesso che ha messo a dura prova tutti gli ospedali lombardi, Merate e Lecco inclusi.  E’ stata proprio la grave emergenza sanitaria che si stava vivendo non solo negli ospedali ma anche e soprattutto nel territorio che ha indotto il dott. Milani Capialbi a sottoporre all’attenzione della Direzione Aziendale, pochissimi giorni prima del suo pensionamento, un progetto per attivare nell’ASST di Lecco un servizio di radiologia domiciliare in collaborazione con il Dipartimento della Fragilità; il servizio di radiologia domiciliare  avviato in via sperimentale nel territorio di Merate è stato presentato ufficialmente alla stampa  nel mese di giugno alla presenza dell’assessore al Welfare  Avv.Giulio Gallera.

Dottor Milani Capialbi, lei ha prestato servizio all’Ospedale di Merate per 33 anni, su 38 di carriera complessiva. Come ha iniziato?

Fin da bambino l’ospedale di Merate è stato sempre il nostro Ospedale di riferimento  grazie alla profonda amicizia che legava la mia famiglia al Prof Vincenzo Saputo, anche padrino al mio battesimo, pediatra di fama internazionale che aveva creato una pediatria di eccellenza conosciuta in Italia ed all’estero. Erano gli anni in cui l’ospedale di Merate era ancora Ospedale di Circolo e vantava reparti di prestigio diretti da nomi illustri quali Guareschi, Felisati, Sartori, Canepa, Montanari e poi Marraro, Schieroni, Marinari e molti altri. Non dimentichiamo che Merate è stato uno dei primi ospedali  in Lombardia ad avere una rianimazione neonatale e pediatrica ed ad attivare i letti di Stroke unit per il trattamento dell’ictus. Negli anni 80/90 quando il Dott. Marraro era primario della rianimazione, molti piccoli pazienti venivano a Merate da tutta Italia per ricevere cure e trattamenti all’avanguardia. A Merate è nata la terapia domiciliare oggi Dipartimento della Fragilità, diretta dal Dott. Gianlorenzo Scaccabarozzi , considerata una vera eccellenza non solo regionale ma anche nazionale.

Con il Prof. Saputo il giorno della laurea

Quando fui prossimo alla laurea il Prof Saputo che  forse avrebbe desiderato che scegliessi la sua specializzazione ritenne più adatta per me la diagnostica per immagini e mi presentò al Prof.Bruno Guareschi , libero docente alla scuola di specialità e Primario della radiologia del Mandic , affinchè elaborassi con lui la tesi di laurea; la  stretta collaborazione fra pediatria e radiologia aveva consentito di acquisire  grandi competenze e raccogliere una casistica  importante nell’ambito dell’urologia pediatrica  che venne scelto come argomento della tesi.

Il professor Bruno Guareschi

A molti anni di distanza posso affermare che il suggerimento di Saputo fu lungimirante; la radiologia è una delle branche della medicina che più di altre ha beneficiato dello sviluppo tecnologico ed io ho avuto la fortuna di vivere appieno questo affascinante sviluppo delle tecniche di diagnostica per immagini. Dopo la laurea seguì il servizio militare ed un anno di tirocinio pratico, allora obbligatorio, in radiologia a Merate  Fu un’esperienza preziosa che mi permise di partecipare ad un concorso per un incarico di assistente di radiologia prima a Mariano Comense e poi all’Ospedale di Cantù dove ottenni un posto di ruolo e restai per 4 anni. Il Primario di Cantù era il Dott. Guido Columbaro, meratese ,anch’egli cresciuto al Mandic che mi fece da maestro nei primi anni della professione e per il quale nutro profonda stima ed affetto. Nel 1986 si liberò un posto nell’organico dei radiologi di Merate e il prof Guareschi mi propose di tornare nel suo reparto. Da allora sono sempre rimasto a Merate e quando nel 2009 il Dr. Ambrogio Bertoglio, allora Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera, mi affidò l’incarico di primario fu per me un grande onore e motivo di orgoglio assumere la direzione della radiologia. Nel gennaio 2012 Il Dott. Mauro Lovisari e la Dr.ssa Patrizia Monti mi affidarono la Direzione del Dipartimento “Diagnostica per immagini “ e la responsabilità dell’attività di screening mammografico per gli aspetti organizzativi e qualitativi. Dal 2012 al 2015 ho svolto anche le funzioni di direttore della Radiologia del Presidio Manzoni di Lecco dopo il pensionamento del Dr.Taddei.

La radiologia al Mandic è diventata negli anni un importante riferimento per il territorio meratese ed in parte anche lecchese Come si è evoluto la struttura da lei diretta a livello di tecnologia a disposizione?

La Radiologia di Merate occupa un ampio spazio moderno e luminoso di circa 1500 mq inaugurato nel 1998; il reparto è stato costantemente   aggiornato negli anni ed aggi dispone di una tecnologia all’avanguardia. Negli ultimi quattro anni sono stati installati una Risonanza Magnetica da 1,5 tesla di ultima generazione, un Mammografo digitale con tomosintesi, un apparecchio di Tomografia Computerizzata  total body (TC) 64 slice altamente performante in grado di eseguire in tempi rapidi ogni tipo di studio con ricostruzioni multiplanari e 3D delle immagini e dotato di un sofisticato software per il contenimento della dose erogata.

La nuova TAC

I tre ecografi in dotazione sono tutti di recente acquisizione e le apprecchiature radiografiche ed i portatili per esami al letto sono stati in parte rinnovati. Come Direttore del Dipartimento Diagnostica per immagini, mi sono impegnato affinché i presidi dell’Asst avessero tecnologie analoghe per quanto concerne gli esami più richiesti concentrando le prestazioni più specialistiche nel presidio maggiore ; ritengo infatti che l’utente che si sottopone ad un esame diagnostico nei nostri presidi deve beneficiare della stessa qualità delle prestazioni  in termini di tecnologia e competenze; quando nel 2018 abbiamo sostituito i mammografi  quelli acquistati sono gli stessi nei tre presidi così come è stato per gli ecografi. A Lecco è stato recentemente installato un nuovo Angiografo biplano destinato all’attività interventistica radiologica e neuroradiologica ed a breve verrà sostituita l’apparecchio di Risonanza Magnetica.

L’inaugurazione del nuovo mammografo con il dott Fausto Declich, responsabile della fisica sanitaria

Nel 2015 ho partecipato alla gara per l’acquisizione di un sistema RIS-PACS di gestione ed archiviazione delle immagini diagnostiche e dei referti che ci ha consentito di mettere in rete tutta l’attività diagnostica svolta nei Presidi dell’Azienda rendendo tutte le radiologie interconnesse. Desidero esprimere un sincero ringraziamento all’Ing. Morlotti dell’UOC di ingegneria clinica aziendale ed ai suoi collaboratori, al personale della Fisica Sanitaria, dell’Economato ,dei Servizi Informatici, dell’Assistenza Tecnica  e delle Manutenzioni che ci hanno sempre supportato con grande competenza e professionalità nelle scelte tecnologiche operate e per garantire la piena efficienza delle apparecchiature installate. L’impegno, insomma, non è mancato, il reparto è ben attrezzato ed è in grado di soddisfare a pieno le esigenze dei nostri utenti. L’obiettivo dei prossimi mesi è riuscire a superare il più presto possibile questa fase di interruzione dell’attività provocata dall’emergenza Covid e reintegrare in tempi brevi l’organico medico che, a causa dei pensionamenti ,nel corso dell’anno perde tre professionisti.

Il reparto di radiologia di Merate. In foto il dotto. Milani Capialbi con il coordinatore Cristiano Spreafico

Può darci un’idea del lavoro del reparto, qualche numero?

I numeri dello scorso anno confermano l’eccellenza della Radiologia di Merate che è comunque il frutto di un lavoro di squadra che vede medici, tecnici, infermieri e personale amministrativo operare insieme per il raggiungimento di obiettivi comuni. A tutti rivolgo un sincero ringraziamento. Ho avuto anche la fortuna di potere contare sulla preziosa collaborazione di Cristiano Spreafico coordinatore del personale tecnico  con il quale ho condiviso molte scelte organizzative e gestionali.

Nel 2019 abbiamo eseguito circa 77 mila prestazioni delle quali circa 10.500 Tac, 6.200 Risonanze Magnetiche, 10.700 Ecografie ed oltre 6000 Mammografie fra clinica e screening Numeri importanti che, purtroppo quest’anno  per l’emergenza Covid si sono inevitabilmente ridotti con un netto calo delle prestazioni ambulatoriali. L’attività nel periodo dell’emergenza covid si è di fatto concentrata sui pazienti interni e di pronto soccorso affetti dall’infezione virale con un enorme incremento degli esami radiografici eseguiti al letto che sono aumentati del 700% rispetto all’anno precedente e delle TC del torace. Purtroppo l’interruzione dell’attività ambulatoriale  e la necessità di garantire un adeguato distanziamento stanno avendo ancora ripercussioni importanti  sulla gestione degli appuntamenti e la ripresa non è  certamente facile.

Parlando di Covid, anche il presidio di Merate ha vissuto in primissima linea l’emergenza sanitaria: da primario come ha vissuto quel periodo?

Devo dire, sinceramente, che è stato molto triste concludere 38 anni di esperienza ospedaliera con una pandemia che ha stravolto tutto. Ci siamo trovati di fronte ad una situazione imprevista ed invasiva; quello che è successo è stato devastante per diversi motivi umani e professionali. Anche l’Ospedale di Merate, come quello di Lecco, è stato quasi totalmente riconvertito in un Ospedale Covid con i reparti di degenza destinati ad accogliere i numerosi pazienti affetti dall’infezione virale. La radiologia, rispetto ad altri reparti, ha vissuto l’emergenza in maniera se vogliamo più marginale ma non per questo meno grave. I medici radiologi hanno supportato i colleghi clinici nei reparti di  degenza svolgendo prevalentemente mansioni amministrative. Più gravoso e stressante l’impegno del personale tecnico ed infermieristico del reparto che si è fatto carico dell’esecuzione delle numerose prestazioni diagnostiche richieste in Pronto Soccorso o al letto dei pazienti e degli esami TC dovendo prestare una particolare attenzione al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione per evitare il rischio di contagio. Con l’inizio di marzo, su indicazione della Direzione Generale, abbiamo sospeso, l’attività ambulatoriale, garantendo sempre le urgenze e le prestazioni oncologiche. L’attività è stata quasi totalmente dedicata ai pazienti Covid che accedevano al Pronto Soccorso o già ricoverati nei reparti, di degenza. La gravità della situazione l’abbiamo percepita già dalla metà di febbraio con un sensibile incremento delle richieste di esami radiografici ambulatoriali del torace per pazienti di tutte le età, sovente in condizioni cliniche critiche e con quadri radiografici pesantemente compromessi che inviavamo direttamente in pronto soccorso per il ricovero. In alcune giornate abbiamo eseguito fino a 50 esami radiografici del torace.

Ambulanze in attesa fuori dal Pronto Soccorso al Mandic durante l’emergenza sanitaria

Come giudica la gestione dell’emergenza?

Difficile giudicare, di fatto ci siamo trovati di fronte ad una situazione imprevista, gli ospedali sono stati letteralmente presi d’assalto, a Merate abbiamo avuto per giorni le ambulanze in fila fuori dal Pronto Soccorso in attesa di ricoverare i pazienti. Credo di poter dire che la risposta dei nostri ospedali ad una emergenza così grave sia stata rapida ed efficiente  con una veloce riconversione di gran parte dei reparti in degenze Covid e con il coinvolgimento di tutto il personale sanitario. Sicuramente quanto accaduto fa riflettere e mi auguro abbia fatto capire a chi ci governa che  operare continui tagli alle spese sanitarie ed al personale oltre a non essere di giovamento al buon funzionamento della nostra sanità può essere molto pericoloso. Passata la prima ondata di pandemia vedremo cosa ci riserverà l’autunno. Vorrei essere ottimista , mi auguro che una eventuale seconda ondata  sia meno aggressiva  della precedente anche grazie alle capacità organizzative ed alle conoscenze clinico terapeutiche  maturate in questi mesi.

La presentazione del progetto di radiologia domiciliare con l’assessore Gallera

Il suo ultimo progetto è il servizio di radiologia a domicilio, recentemente presentato alla stampa alla presenza dell’assessore regionale  Avv. Giulio Gallera. E’ soddisfatto?

Moltissimo, anche se a onore del vero non è solo merito mio. E’ stata la Regione, con una delibera del 30 marzo 2020, ad invitare le Aziende Ospedaliere a dotarsi di strumentazioni per effettuare esami radiografici a domicilio. Ero ormai ad un passo dalla pensione, mi mancava un giorno, ho colto la palla al balzo e ho approntato  in collaborazione con Cristiano Spreafico ,coordinatore della radiologia ,una bozza di progetto, che ho sottoposto al Direttore Sanitario di Presidio  Dr.ssa Valentina Bettamio  ed al  Direttore del Dipartimento della Fragilità Dr. Gianlorenzo Scaccabarozzi; entrambi hanno accolto la proposta con entusiasmo e con la loro collaborazione  nel giro di pochissimi giorni  è stato elaborato un progetto definitivo da sottoporre alla Direzione Generale. L’acquisto delle attrezzature necessarie è stato agevolato anche dalle generose donazioni fatte ai nostri ospedali durante l’emergenza Covid. Credo sia uno strumento molto utile anche nel caso di una ripresa dell’epidemia di Covid. La possibilità di eseguire esami radiologici ‘a domicilio’ evita il trasporto in ospedale di pazienti fragili riducendo il rischio di contrarre o trasmettere  infezioni. In quest’ottica il servizio potrebbe  in futuro essere offerto anche alle case di riposto non dotate di una radiologia interna.

Cristiano Spreafico e Roberta Daffinotti

Al di la del covid  questo servizio è in sintonia  comunque  con gli obiettivi regionali che mirano ad una maggior  presenza dell’assistenza sanitaria sul territori che in questa pandemia si è trovato scoperto. In quest’ottica rientra anche il capitolo della telemedicina che sta prendendo sempre più piede. Sicuramente la pandemia ha lasciato una sorta di ‘paura’, molte persone evitano ancora di recarsi in Ospedale o in Pronto Soccorso, se non per situazioni di vera urgenza ; anche per questo il servizio a domicilio offerto dell’azienda ospedaliera potrebbe essere utile. Per ora il progetto è in una fase sperimentale per tre mesi, sul territorio Merate ed è rivolto a pazienti proposti dal DIFRA. Terminata la fase sperimentale la Direzione deciderà come e dove implementarlo.

La risonanza magnetica

Da ultimo: come vede il futuro del Mandic?

L’ospedale di Merate, come molti altri piccoli ospedali, sta vivendo criticità importanti in diversi reparti per via della carenza di personale. Basti guardare solo al reparto di Radiologia che quest’anno, me compreso, perde quattro radiologi su un organico di otto. Praticamente i medici da qui a ottobre saranno dimezzati. Il concorso è stato espletato, in ritardo a causa dell’emergenza Covid, ma il reclutamento di nuovo personale non è così facile in quanto la carenza di personale è un problema comune a gran parte delle Aziende Ospedaliere Lombarde e purtroppo gli ospedali più piccoli o periferici come il Mandic sono i più penalizzati. Reintegrare l’organico non sarà così semplice e lavorare con personale ridotto comporta inevitabilmente difficoltà organizzative ed una riduzione dei volumi di attività. La radiologia di Merate è comunque un reparto tecnologicamente bene attrezzato e bene organizzato che ha sempre raggiunto senza difficoltà gli obiettivi di produzione e  di qualità richiesti dalla Direzione. Alla radiologia del Mandic, oltre  ai colleghi dei reparti di degenza dell’ospedale con i quali abbiamo sempre avuto stretti rapporti di collaborazione, fa riferimento un territorio ampio con utenti  e Medici di medicina generale che ci hanno sempre dimostrato  fiducia e stima. I momenti difficili con carenza di personale li ho vissuti anch’io ma li abbiamo superati ed i numeri dello scorso anno lo dimostrano; sono certo che si supererà anche questo. Temporaneamente le funzioni di direttore sono state affidate al Dr.Faccioli responsabile della Radiologia di Lecco. Entro l’autunno verrà espletato il concorso per nominare il mio successore e sono certo che la Direzione saprà individuare un Primario capace che sarà in grado di garantire continuità all’attività  del reparto  ed aumentarne il prestigio.