Merate, una spirale che si svolge: in tantissimi al flash mob per dire Ora basta

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Flash mob Ora Basta
La spirale che si è pian pianino snodata dal centro della piazza fino alla fontana

Grande partecipazione questa mattina, sabato, in piazza per il flash mob di Ora Basta

Più di trecento i partecipanti che, con una gerbera in mano, hanno dato vita a una spirale che poi si è pian piano svolta fino alla fontana

MERATE – Una spirale che, un po’ alla volta, si svolge a simbolizzare la possibilità per ogni donna di uscire dal vortice della violenza. Partecipato ed emozionante il flash mob organizzato questa mattina, sabato, dal gruppo di associazioni riunite sotto il cappello di Ora Basta, per ribadire a gran voce il forte e convinto no alla violenza sulle donne.

Un appuntamento diventato ormai un must della serie di iniziative messe a punto dalle associazioni meratesi in occasione del 25 novembre, giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Le trecento gerbere sono presto andate a ruba con uomini e donne, anziani e giovani, pronti a radunarsi in piazza Prinetti per dare vita alla spirale che poi, pian pianino, accompagnata dalla musica fuori campo, si è svolta fino alla fontana di via Carlo Baslini, dove sono state poi posizionate, in apposite cassette con riportato il numero antiviolenza 1522, le gerbere.

Al centro della spirale gli studenti delle scuole superiori meratesi, il liceo Agnesi e l’istituto Viganò, a testimoniare la partecipazione delle giovani generazioni al progetto e la condivisione con loro del progetto con anche iniziative di sensibilizzazione svolte proprio in classe.

“La partecipazione è stata davvero significativa e importante” sottolinea Amalia Bonfanti, presidente dell’associazione L’altra metà del cielo, il sodalizio che nel Lecchese gestisce le case di prima e seconda accoglienza per le donne vittime di violenza. “Sono 4 o 5 anni che, con il gruppo Ora Basta, organizziamo questo flash mob. Quest’anno abbiamo voluto ragionare sulla violenza come una spirale che, man mano, diventa sempre più grande avvolgendo la donna. Questa spirale si può però anche svolgere, dando la possibilità a ogni donna di uscire dalla violenza. Non a caso abbiamo voluto mettere al centro i ragazzi perché per noi è fondamentale la formazione nelle scuole e continueremo così, promuovendo attività anche nelle scuole secondarie di primo grado”.

Sono già più di centotrenta le donne che quest’anno hanno bussato allo sportello del sodalizio di via Sant’Ambrogio: “Quindici donne e sedici minori sono attualmente accolte nei centri di prima emergenza da noi gestiti. Un numero in deciso aumento rispetto alla media degli anni precedenti, ferma a otto o nove persone, che noi leggiamo come un dato positivo perché vuol dire che le donne si fidano di noi e trovano nell’associazione un porto sicuro dove andare” aggiunge Bonfanti.

Nove invece le donne, con undici minori, attualmente alloggiate in centri di seconda accoglienza. Fondamentale, oltre alla rete che si mobilita quando scatta l’emergenza, è riuscire a tracciare un futuro per queste donne: “Per questo mi sento di rivolgere un appello a chi ha la possibilità di offrire lavoro e un’abitazione a prezzo diciamo calmierato a donne che fuggono da un possibile femminicidio. Per uscire definitivamente dalla spirale di violenza e non trovare dal maltrattante, queste donne, che vengono accolte temporaneamente nei centri di emergenza, devono poter essere autonome e contare su un lavoro e su una casa”.

Altra metà del cielo
Le volontarie dell’associazione L’altra metà del cielo

Ed è qui che entra in gioco l’intera comunità. “Noi gestiamo l’emergenza, anche attraverso l’accoglienza telefonica disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Da sole però non andiamo da nessuna parte: è un lavoro di rete, in cui ognuno deve fare la sua parte”.

Al termine del flash mob, concluso con tutti i partecipanti posti in cerchio in fondo alla piazza, è stato possibile per chi lo desiderava tagliare un piccola ciocca di capelli come segno di solidarietà alle donne iraniane.