Montevecchia, cinghiali nel Parco: un regolamento per catture e abbattimenti

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MONTEVECCHIA – Sono stati visti una volta, a inizio maggio, di notte. Poi è stato trovata traccia del loro passaggio nelle zone comprese tra Missaglia, Montevecchia e La Valletta.

E ancora qualche giorno fa, qualcuno sostiene di averne visti tre a zonzo nella zona di Olgiate Molgora. Stiamo parlando dei cinghiali, specie non autoctona, comparsa con una certa prepotenza negli ultimi tempi all’interno dei confini del Parco di Montevecchia e del Curone.

Una presenza che ha reso necessario attuare, da parte dell’ente gestore, un regolamento per l’attuazione degli abbattimenti, delle catture, delle reintroduzioni e dei ripopolamenti di fauna selvatica nel Parco Naturale.

Serve un regolamento ad hoc

Le disposizioni di legge finora in vigore dispongono infatti che all’interno dei confini del parco con sede a Cascina Butto sia vietato catturare, uccidere, disturbare gli animali, nonché introdurre specie non autoctone, fatti salvi eventuali prelievi faunistici ed eventuali abbattimenti selettivi, necessari per ricomporre squilibri ecologici accertati dall’ente gestore.

Eventuali deroghe a questi divieti vanno opportunamente normati con un regolamento, che è quello appunto approvato lunedì scorso, 17 giugno, all’unanimità dalla comunità del Parco.

Il testo, che verrà pubblicato all’albo pretorio del Parco dal 1° luglio al 31 luglio con possibilità di produrre osservazioni entro il 30 settembre, stabilisce le procedure e le modalità per l’attuazione degli abbattimenti, delle catture, delle reintroduzioni e dei ripopolamenti di fauna selvatica nel Parco naturale di Montevecchia e Valle del Curone.

Documento approvato settimana scorsa

Nella fattispecie si prevede che l’ente Parco possa attuare direttamente o autorizzare abbattimenti, catture mirate o reintroduzione e ripopolamenti di specie e sottospecie qualora tali interventi siano volti alla conservazione dell’equilibrio ecologico e ambientale del Parco, a una migliore conservazione delle specie protette o all’espletamento di indagini sanitarie ed alla ricerca scientifica.

L’obiettivo è quello di mantenere, anche attraverso il contenimento, la depressione o l’eradicazione di specie alloctone o invasive, la complessità e la biodiversità naturale. Non solo, ma tra le finalità c’è anche quella di contenere gli impatti e i danni su ambienti naturali, aree agricole, terrazzamenti, boschi e in generale sugli elementi fondamentali per la conservazione del paesaggio.
Gli abbattimenti possono essere effettuati esclusivamente da personale incaricato o autorizzato dall’Ente Gestore, con strumenti idonei e di idonee capacità.