Nuovo ponte sull’Adda: il traffico aumenterà (almeno) del 50%

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Ponte San Michele

Rfi ha ribadito l’ultimatum di 10 anni per il San Michele: “L’orizzonte temporale è il 2030”

Esulta Calusco: “Il nuovo ponte a sud dell’attuale con innesto alla variante”. Usuelli replica: “Non è questione di bandierine” e Torchio chiede approfondimenti

PADERNO – “Se dobbiamo metterla in termini calcistici possiamo dire Calusco 1 – Paderno 0”. Scomoda una metafora sportiva Massimo Cocchi, assessore ai Lavori pubblici di Calusco nonché consigliere provinciale della Provincia di Bergamo al termine dell’incontro, in video conferenza, convocato oggi, martedì, per analizzare i risultati dello studio sul traffico relativo alla realizzazione del nuovo ponte sull’Adda che andrà a sostituire il San Michele.

Un argomento, quello della costruzione del nuovo collegamento tra le sponde dell’Adda, che sta facendo discutere e vede di fatto contrapposti i due Comuni rivieraschi con Calusco pronto a chiedere che il ponte venga manutenuto il più possibile vicino all’attuale e Paderno (e con lui Robbiate e Verderio) preoccupato della mole di traffico, anche pesante, che la nuova infrastruttura porterà nei centri storici dei tre paesi (e di quelli della vicina Monza- Brianza), già congestionati e non dimensionati per il transito di tir e camion.

Lo studio dei volumi di traffico

All’ordine del giorno dell’incontro di oggi però non c’era la collocazione del nuovo ponte viario, su cui sia Rfi che Regione auspicano “la più ampia concertazione tra tutti gli enti”.
In video conferenza, infatti Rfi ha presentato a Regione Lombardia e agli enti locali coinvolti i risultati dello studio sul traffico, valutando la redistribuzione del traffico che graviterà sul nuovo ponte tra i Comuni di Paderno e Calusco d’Adda.

L’ipotesi di tracciato del nuovo ponte viario sull’Adda a sud del San Michele

Traffico in più sia veicolare che pesante

In base ai calcoli effettuati dalla società incaricata da Rfi, che ha eseguito le analisi di traffico mediante la costruzione di un modello a scala regionale, per un totale di 65.000 km di rete, la costruzione del nuovo ponte sull’Adda comporterà un incremento del 50% del traffico veicolare e del 15% di quello pesante, attraendo complessivamente, nell’ora di punta del mattino, 550/600 veicoli all’ora nelle due direzioni.

“E’ emerso che il nuovo ponte verrebbe utilizzato da chi già lo vorrebbe utilizzare, ma non lo fa per questioni dovute alle limitazioni di peso a cui è sottoposto oppure per il  tempo di percorrenza eccessivo (è a senso unico alternato con doppio stop per le auto al transito dei treni, ndr). Il che vuol dire che il ponte ha senso di esistere qui per soddisfare le esigenze del territorio” sottolinea con convinzione Cocchi, rimarcando come in videoconferenza si sia sempre parlato di un unico tracciato del nuovo ponte, ovvero quello che verrebbe costruito collegando l’innesto della variante di Calusco in fase di completamento sulla Rivierasca al confine con Solza con via Ugo Festini a Paderno dietro il Molino Colombo restando di fatto a circa 150 metri di distanza dall’attuale.

“E’ un falso problema dire che ci sarà più inquinamento visto che le auto non saranno più in coda e il traffico sarà più snello” rimarca Cocchi, aggiungendo come sul tavolo siano state già poste delle misure compensative per andare incontro ai quei Comuni che si troverebbero maggior traffico in casa. “Si è ragionato sull’eliminazione del passaggio a livello della Sernovella a Verderio attraverso la creazione di un sottopasso e del posizionamento di un semaforo intelligente a Robbiate per evitare tappi”.

Al centro con la fascia azzurra della Provincia Massimo Cocchi

Nel discorso sono finite anche, seppur in modo sfumato, le ipotesi riguardanti la variante di Cisano legata alla Lecco – Bergamo e al ponte di Brivio, per sgravarlo dalle attuali limitazioni di peso.

La posizione della Provincia di Lecco

“Ci siamo riaggiornati al 6 settembre” taglia corto il presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli. “Non è questione di vincere o di perdere: dobbiamo ragionare come territorio che è uno solo e trovare la soluzione valida a 360° gradi guardando al di là dei propri confini. Quindi ragioniamo, riflettiamo, studiamo: non ci sono medaglie né vittorie da assegnare”.

Paderno: “Ci aspettavamo di più dallo studio”

Non nasconde una certa delusione il primo cittadino di Paderno Gianpaolo Torchio, presente alla videoconferenza insieme ai colleghi di Robbiate Daniele Villa e Verderio Robertino Manega. “Ci aspettavamo di più da questo studio dal momento che non ci sono ragionamenti sui flussi di traffico, sulle ripercussioni sui centri paesi e sulle connessioni con le strade ad alta percorrenza come la tangenziale Est e l’autostrada. Non basta pensare di mettere un semaforo intelligente a Robbiate per risolvere un aumento di traffico stimato nel 60% tenendo conto di quello veicolare e quello pesante. La questione va affrontata in una visione più ampia ricordando che non ci sono ponti per il passaggio di mezzi pesanti da Olginate a Trezzo d’Adda”.

Non solo. Torchio ha espresso anche dei dubbi sui dati utilizzati visto che la maggior parte sarebbero di fine giugno 2021 e quindi caratterizzati sia dall’emergenza Covid che dalla contrazione estiva.

Gianpaolo Torchio, sindaco di Paderno

L’ultimatum per il San Michele

Durante l’incontro Luca Cavicchioli, responsabile di Rfi Lombardia, ha altresì confermato che il tempo di vita residuale del Ponte San Michele è di 10 anni, trascorsi i quali la struttura progettata a fine Ottocento verrà interdetta al traffico ferroviario e veicolare, restando molto probabilmente in vita solo per pedoni e biciclette. L’orizzonte temporale è quindi il 2030.

“Prendiamo atto anche di questo” continua Torchio che, insieme ai colleghi del Meratese aveva chiesto nella lettera a Regione e Rfi di mantenere in vita il San Michele per il traffico locale. “Bisognerebbe capire cosa è intervenuto tra le previsioni precedenti quando si parlava di una durata molto più lunga”.

La Regione ribadisce il no ai veti

Sulla vicenda è intervenuta anche l’assessore regionale alla Viabilità Claudia Terzi: “Riteniamo questa realizzazione urgente e non procrastinabile. Dallo studio emerge che il nuovo ponte viario non attrarrà traffico da altre infrastrutture, ma darà risposta alla domanda inespressa di mobilità dei territori interessati, ovvero accoglierà flussi di traffico che attualmente si scaricano su altri Comuni per le limitazioni in essere sul Ponte San Michele. Ribadisco la necessità che le Province di Bergamo e Lecco, così come i Comuni vicini al ponte, trovino un accordo in modo da arrivare a una soluzione e a una decisione condivisa entro il mese di settembre. Giudico positiva la disponibilità di Rfi a raccogliere e valutare le ulteriori richieste di approfondimento che giungono dal territorio. Bisogna procedere spediti, chi dovesse porre eventuali veti alla realizzazione del ponte viario dovrà poi assumersene la responsabilità”.

Durante l’incontro non si è parlato del nuovo ponte ferroviario: Rfi e i Comuni coinvolti hanno del resto sempre ribadito la volontà di mantenere le stazioni di Calusco e Paderno.