Nuovo ponte sull’Adda: “Valutare anche l’impatto della Pedemontana”

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Ponte di Paderno

I Comuni di Paderno, Robbiate e Verderio hanno presentato delle osservazioni alla proposta di Rfi

“Sollecitiamo la creazione di una cabina di regia per il nuovo ponte ferroviario. Per quello stradale vanno valutate più opzioni sul collocamento”

PADERNO – Il tracciato della Pedemontana che si intreccia con i ragionamenti, le richieste e anche gli “scontri” sulla collocazione del nuovo ponte viario a scavalco sull’Adda. Hanno chiesto di valutare l’impatto che produrrà, in tutta l’area circostante, con particolar riferimento alle Province di Lecco, Monza e, al di là dell’Adda Bergamo, l’arrivo a Vimercate della Pedemontana i sindaci dei Comuni di Paderno, Robbiate e Verderio che lunedì hanno presentato le loro osservazioni al tavolo costituito da Rfi, Regione, Province e Comuni per discutere in merito alla realizzazione dei due ponti sull’Adda, uno stradale e uno ferroviario.

Una richiesta, quella di valutare l’impatto del sistema viabilistico che attraversa le province di Varese, Como, Monza-Brianza, Milano e Bergamo, già avanzata dai sindaci meratesi ma che ora assume ancor più valore dopo il via libera, avvenuto nei giorni scorsi al finanziamento della realizzazione del tratto B2 (da Lentate sul Seveso a Cesano Maderno) e del tratto C (da Cesano a Vimercate). Il progetto complessivo prevede il raggiungimento dell’A4 a Osio Sotto con scavalco dell’Adda sotto Bottanuco, tramite la realizzazione di un nuovo ponte, ma al momento per la tratta D non ci sono finanziamenti.

Il tracciato complessivo della Pedemontana

“Nel ragionamento della collocazione del nuovo San Michele non possiamo non tenere conto di questa novità, cercando di prefigurarci cosa faranno le auto e i camion diretti verso Bergamo una volta arrivati a Vimercate” chiosa il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio, facendo capire come la richiesta condivisa dai colleghi di Robbiate Daniele Villa e Verderio Roberto Manega sia quella di ampliare il ragionamento a largo raggio cercando di tenere conto di tutte le variabili in campo.

Una posizione che era già emersa durante l’incontro, convocato da Rfi prima della pausa d’agosto, in cui erano stati resi noti i risultati dello studio sulla viabilità commissionato a una società di professionisti esterni che avevano simulato l’impatto di un nuovo ponte a scavalco sull’Adda da posizionare a sud dell’attuale, grosso modo all’imbocco della nuova tangenziale caluschese e dietro il molino Colombo a Paderno.

L’ipotesi di tracciato del nuovo ponte viario sull’Adda a sud del San Michele e della linea ferroviaria

In base ai calcoli effettuati dalla società incaricata da Rfi, che ha eseguito le analisi di traffico mediante la costruzione di un modello a scala regionale, per un totale di 65.000 km di rete, la costruzione del nuovo ponte sull’Adda comporterà un incremento del 50% del traffico veicolare e del 15% di quello pesante, attraendo complessivamente, nell’ora di punta del mattino, 550/600 veicoli all’ora nelle due direzioni.
La riunione, tenuta in videoconferenza, si era chiusa fissando per il 6 settembre la data ultima per presentare delle osservazioni a Rfi sulla documentazione presentata in quell’occasione (e inviata nella versione completa a inizio settembre agli enti coinvolti nel tavolo).

Nuove rilevazioni sul traffico

Paderno, Robbiate e Verderio hanno così fatto fronte comune, mettendo per iscritto le proprie richieste, volte, così come già annunciato durante l’incontro, ad allargare il discorso, valutando più ipotesi e aspetti.
“Innanzitutto chiediamo che vengano effettuate delle nuove rilevazioni del traffico nelle aree limitrofe all’attraversamento del San Michele – puntualizza il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio -. Le valutazioni sono state effettuate tenendo come dati le rilevazioni del traffico effettuate a fine giugno. Riteniamo quindi che siano sottostimate rispetto al normale flusso di traffico in zona, già comunque ridimensionato per via del Covid e del ricorso, ancora frequente, allo smart working”.

L’arrivo della Pedemontana a Vimercate

Nei ragionamenti portati all’attenzione di Rfi, Regione e Province, rientra anche quello di analizzare l’impatto che l’arrivo della Pedemontana a Vimercate produrrà sulla viabilità locale. Un’obiezione già avanzata dai comuni lecchesi resa di più stringente attualità dal via libera al finanziamento per la realizzazione del tratto di Pedemontana fino a Vimercate annunciato pochi giorni fa da Regione Lombardia insieme al presidente della società Pedemontana Roberto Castelli. “Non si può non chiedersi quanto traffico in più potrà portare questa nuova strada verso la nostra zona, interrogandosi anche sul collegamento con la vicina provincia di Bergamo”.

Il tratto C della Pedemontana tra Cesano Maderno e Vimercate

L’impatto sugli snodi viabilistici

La richiesta dei sindaci della sponda meratese del San Michele è quindi quella di allargare l’impatto che la nuova infrastruttura avrà anche negli snodi viabilistici che collegano ad arterie viabilistiche importanti, come Usmate, con l’innesto in tangenziale Est, Calco per il collegamento con la Como – Bergamo e Trezzo per l’ingresso in autostrada.

L’inquinamento

“Vorremo anche capire meglio quale sarà l’impatto a livello di inquinamento nei centri urbani dei nostri paesi, soprattutto con il transito di tir, camion e mezzi pesanti”.
Per Paderno, Robbiate e Verderio, insomma, la questione non può essere chiusa troppo frettolosamente e senza aver analizzato altre ipotesi di posizionamento del collegamento del nuovo ponte sull’Adda. “Bisogna capire quale è la collocazione migliore valutando diverse opzioni in modo da poter arrivare a quella più funzionale”.

Il nuovo ponte ferroviario

Il che vuol dire che il nuovo ponte sull’Adda non dovrà essere per forza, almeno questa è l’indicazione dei tre Comuni, vicino a quello attuale.
“Quello che ci preme è allargare il raggio della discussione e iniziare a discutere sul nuovo ponte ferroviario. Auspichiamo la creazione di una cabina di regia con Calusco per il viadotto su ferro, in modo da poter alleggerire il San Michele dal traffico ferroviario”. Ferma la volontà condivisa da tutti gli attori in campo di mantenere attive le stazioni di Calusco e di Paderno, non vi è stato ancora alcun ragionamento sul tracciato del ponte ferroviario (che comunque non potrà discostarsi di molto dall’attuale): “Riteniamo che sia importante muoversi perché la linea Lecco – Bergamo via Carnate merita investimenti e attenzione”.

Tra le richieste anche quelle di avere maggiori specifiche sugli interventi di riqualificazione effettuati sul San Michele, dopo la chiusura improvvisa del 14 settembre 2018 (il ponte è rimasto chiuso al traffico viario per un anno circa e a quello ferroviario per due) con riferimento quindi al tempo di vita residuale dell’infrastruttura.