Olgiate: inaugurate le panchine narranti per dare visibilità alle donne

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L’inaugurazione è avvenuta sabato mattina con una passeggiata

Quattro le panchine narranti posizionate in paese dedicate a donne che si sono distinte in campi diversi

OLGIATE – Sono belle, colorate e dedicate ciascuna a una donna. Sono state inaugurate sabato le panchine narranti, il progetto con cui l’amministrazione comunale, su impulso delle consigliere Irene Sala e Giovanna Fumagalli, intende dare visibilità alle donne che nel corso della loro vita si sono distinte in vari ambiti dedicando loro una panchina. Per ora sono state quattro le panchine individuate, una in via Vittorio Veneto, una in via Fabbricone e due in via Cantù, ma l’intenzione è quella di continuare in futuro riempiendo di colori, di vita e di testimonianze altre “sedute”.

Olgiate Molgora panchine narranti

L’inaugurazione, come dicevamo, è avvenuta sabato con una passeggiata narrante da via Veneto fino a San Zeno con qualche giorno di anticipo rispetto alla festa internazionale della donna, in programma l’8 marzo: presenti il sindaco Giovanni Battista Bernocco, gli assessori Ilaria Bonfanti e Paola Colombo e le consigliere Sala e Fumagalli insieme a tanti cittadini che non hanno voluto mancare al momento.

Un segno di vicinanza e di attenzione al mondo femminile reso possibile grazie alla collaborazione di due volontari, Enrico Fumagalli e Daniele Buggio, che hanno provveduto a tinteggiare le panchine. Su ognuna di esse è stato poi posizionato un QR code per permettere di scoprire la storia di ogni donna a cui la panchina è dedicata.

Inquadrando il codice, si dà quindi vita alle panchine narranti: in via Vittorio Veneto è possibile così scoprire particolari in più su Anna Maria Mozzoni, attivista dei diritti civili e pioniera del movimento di emancipazione delle donne in Italia; in via Fabbricone, invece, su Nawal El-Moutawakel, la prima atleta mussulmana a vincere, a Los Angeles nel 1984, una medaglia d’oro alle Olimpiadi (durante i giochi di Los Angeles del 1984) mentre in via Cantù, scendendo verso San Zeno, è possibile trovare informazioni su Irena Sendler, infermiera e assistente sociale polacca, che collaborò con la Resistenza nella Polonia occupata durante la Seconda guerra e Artemisia Gentileschi, pittrice italiana di scuola caravaggesca.