Osnago, antenna in paese: braccio di ferro tra Comune e operatore telefonico

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La richiesta è di posizionare un’antenna da 34 metri in via delle Marasche

Il sindaco: “Non soffriamo della sindrome Nimby, ma chiediamo di rispettare il regolamento comunale in vigore”

 

OSNAGO – “La nostra non è una contrarietà a prescindere, ma vorremmo aprire un’interlocuzione con l’operatore interessato facendo valere quanto previsto dal nostro regolamento comunale che già prevede delle aree riservate a questi strumenti tecnologici”.

Fa discutere la richiesta, avanzata dalla società Iliad, di posizionare un’antenna di telefonia mobile, alta ben 34 metri in via delle Marasche su un terreno di proprietà privata. Il sindaco Paolo Brivio chiarisce la posizione dell’amministrazione comunale ricostruendo la vicenda, nata alcuni mesi fa con l’arrivo, al protocollo del Comune, di una generica richiesta di autorizzazione senza specificare la zona. “Avevamo subito risposto, il 4 dicembre 2021, citando il regolamento comunale per l’installazione di nuove stazioni radio base per la telefonia mobile, risalente all’inizio degli anni Duemila che indica come zona più opportuna per la posa di questa strumentazione l’area, di proprietà di Lario Reti Holding, dell’acquedotto comunale”.

Paolo Brivio
Il sindaco Paolo Brivio

A quella nota erano seguiti mesi di silenzio fino all’istanza, protocollata il 10 giugno, con cui Iliad comunicava l’intenzione di installare un’antenna da 34 metri in via delle Marasche. “Abbiamo risposto il 21 giugno esprimendo un preavviso di diniego facendo leva su quanto previsto dal nostro regolamento che individua una specifica zona in cui è consentita la installazione di stazioni radio per telefonia mobile”. Nel documento sono inoltre previste precise distanze dalle aree di pertinenza di edifici scolastici di ogni ordine e grado, di strutture sanitarie e di ricovero, di impianti sportivi e ricreativi e anche dagli edifici adibiti ad abitazione, attività produttiva, attività commerciale e servizi con permanenza di personale.

Un no a cui però Iliad ha controreplicato citando le norme del decreto legislativo 259/2003 – Codice delle Comunicazioni Elettroniche, in cui viene le antenne di telefonia mobile vengono equiparati a impianti di pubblica utilità riconoscendone il valore fondamentale per lo sviluppo e l’aggiornamento tecnologico.
Non siamo contro a prescindere e neppure siamo afflitti dalla sindrome Nimby (Not In My Back Yard/Non nel mio cortile, ndr) – continua Brivio – . Siamo però convinti che il Comune debba poter esercitare un diritto di potestà regolatoria rispetto all’allocazione delle infrastrutture nel proprio territorio. Per quanto il nostro regolamento possa sembrare ormai superato a livello normativo, non lo è sicuramente nelle intenzioni che noi intendiamo far valere, anche avvalendoci di una consulenza legale, per ribadire che la gestione del territorio debba rimanere in capo all’ente locale”.

Proprio per questo l’amministrazione comunale ha deciso di convocare una conferenza di servizi, che si terrà a fine agosto, coinvolgendo le autorità competenti per emettere un parere in merito all’installazione dell’antenna: “Vogliamo coinvolgere Arpa, la sovrintendenza, la Provincia, la commissione paesaggio e Ats per espletare tutte le verifiche normative necessarie”.

Anche il gruppo di maggioranza di Progetto Osnago si è espresso, con una nota, a favore della posizione presa dal Comune dicendosi pronta a “sostenere l’azione dell’Amministrazione Comunale per far valere le norme stabilite nello strumento urbanistico comunale. Non siamo contrari alle antenne in sé, ma queste vanno installate alle dovute distanze da luoghi con permanenza di persone e le aree vanno individuate dallo strumento urbanistico per evitare quello che potrebbe configurarsi come un far west territoriale in cui ogni azienda posiziona infrastrutture altamente impattanti più o meno dove vuole”.