Retesalute verso la liquidazione: “Dobbiamo restare uniti per dare continuità”

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L'ultima assemblea di Retesalute

Giovedì l’assemblea dei soci per la presentazione dei bilanci rettificati con le perdite di quasi 4 milioni negli ultimi 5 anni

Nessuna decisione e pochi interventi, la sintesi di Galbiati (Casatenovo): “Dobbiamo restare uniti, altrimenti Retesalute muore subito”

MERATE – Proseguire uniti nel percorso che porterà a dare continuità a Retesalute attraverso la forma legale più appropriata, muovendosi con trasparenza e senso di responsabilità nei confronti dell’ingente debito maturato negli ultimi anni. E’ l’auspicio espresso dal sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati al termine dell’assemblea dei soci convocata giovedì 18 febbraio in auditorium a Merate per presentare i bilanci delle scorse annualità rettificati a seguito delle analisi compiute dalla società di consulenza Bdo che ha confermato il buco di quasi 4 milioni di euro nei bilanci dal 2015 al 2019 e illustrare per sommi capi il budget 2021.

Un buco di quasi 4 milioni di euro

La dottoressa Laura Mattiello, responsabile amministrativa dell’azienda speciale, ha snocciolato i dati delle perdite registrate negli ultimi anni: 526mila nel 2015, 468mila nel 2016, 476mila nel 2017 e 514 nel 2018, a cui si somma il meno 382mila del 2019 per un totale di 3.930.000 euro mentre la presidente del Cda, l’avvocato Alessandra Colombo, ha rimarcato il lavoro lungo e laborioso svolto nell’ultimo anno per analizzare la situazione economica e contabile.

Il lavoro per non perdere anche personale

Non solo ma ha ribadito come siano stati introdotti dei correttivi, come la messa a regime di un controllo di gestione, la definizione dei rapporti economici tra Retesalute e Ambito e l’attenzione al rapporto costi/ricavi per evitare che si creino situazioni come quelle che hanno portato all’esposizione debitoria sottolineando anche il lavoro svolto sul personale per far fronte alla serie di dimissioni che si sono registrate anche a causa del clima di incertezza che aleggia su Retesalute. “Abbiamo il 68% di personale part-time ed è un dato insolito visto che il Ccnl prevede al massimo il 25%. Questo provoca una parcellizzazione degli interventi che, per esempio nel Servizio Tutela, determina problemi di mancanza di coordinamento”. Per questo, di fronte alle dimissioni, la risposta è stata quella di chiedere a diversi part – time di estendere l’orario di servizio in modo da non lasciare scoperti i servizi.

Debiti messi nero su bianco nei bilanci 2018 e 2019

Un appuntamento di fatto interlocutorio, promosso per mettere nero su bianco la certificazione del buco di bilancio, in attesa della prossima convocazione, che il presidente dell’assemblea dei soci, il sindaco di Merate Massimo Panzeri vorrebbe fissare entro un mese, per votare i bilanci rettificati del 2018 e 2019 e presentarsi quindi dal notaio per sottoscrivere l’atto di messa in liquidazione della società con l’impegno di revoca non appena saranno garantite le condizioni per dare continuità all’azienda speciale con sede a Novate.

Le perplessità di Olgiate

Una strada, quella della messa in liquidazione in continuità di Retesalute, già abbozzata nella precedente assemblea dei soci di novembre, su cui sono emersi ancora dei dubbi e delle perplessità giovedì sera. Non tanti a dir la verità gli interventi registrati durante il dibattito e tra questi quello del vice sindaco di Olgiate Maurizio Maggioni che ha chiesto maggiore documentazione prima di arrivare alla decisione finale avanzando anche dei rilievi allo stanziamento di soldi (90mila euro) per un collegio di liquidatori che andrebbe a inquadrare una situazione di perdita delle annualità precedenti già evidenziata dal consiglio di amministratore e poi dalla società di consulenza esterna. “Avete parlato di progetti e di nuovi modelli di sviluppo per l’azienda speciale (ha detto riferendosi al lungo discorso del presidente del CdA Alessandra Colombo, ndr), ma se Retesalute verrà messa in liquidazione, dovrà effettuare solo l’ordinaria amministrazione con buona pace delle innovazioni e dei progetti”.

Villa (Robbiate): “Perdite da ripianare subito”

Il sindaco di Robbiate Daniele Villa ha ribadito invece l’urgenza di ripianare il debito per dare liquidità all’azienda speciale, già in difficoltà nei confronti di alcuni fornitori, declinando come formali gli altri aspetti.
Dal canto suo il revisore dei conti Stefano Maffi ha evidenziato come la delibera di messa in scioglimento dell’azienda andrà impostata in maniera inappuntabile in modo che non si creino problemi con la revoca, “che non è un’operazione semplice. Perché nessuno revocherà mai uno scioglimento se non cambiano le condizioni. Per questo mi permetto di suggerire di ripianare senza indugio le perdite perché il ripianamento e la ricapitalizzazione veloce sono elementi imprescindibili se si vuole dare continuità a Retesalute”.

La volontà politica

Un discorso, quello della volontà politica, ribadito poi anche da Galbiati che ha ripercorso le tappe e le dichiarazioni di intenti degli ultimi mesi, sottolineando di aver in cuor suo sperato, nella primavera e nell’estate scorsa, di riuscire a dare continuità all’azienda senza dover ricorrere alla messa in liquidazione. “Su questo punto non siamo riusciti a trovare una sintesi. E per andare avanti, e bisogna andare avanti perché nessun Comune, né Casatenovo né Merate può assumersi questo compito da solo, bisogna restare uniti. Perché se non restiamo uniti, Retesalute muore subito. Prendiamo atto che la soluzione di ripianamento semplice dei debiti non avrebbe l’unanimità del Meratese e andiamo avanti con la seconda ipotesi anche se più difficile e impegnativa. Nei mesi scorsi abbiamo sottoscritto degli atti di indirizzo parlando di trasparenza e riconoscimento delle responsabilità. Non dobbiamo scaricare queste perdite sugli uffici contabili e amministrativi, perché anch’io ne sento il peso. Ma la finalità sociale di Retesalute deve stare sopra a tutti, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo”.

Panzeri spazientito: “Basta rinviare le decisioni”

Un riferimento, quello alla volontà politica dei soci, rimarcato a inizio serata anche dal presidente Panzeri, che ha parlato di “fardello debitorio ereditato che non possiamo cancellare con un tratto di penna pur condizionando pesantemente il futuro dell’azienda”. Apparso più volte, durante la serata, quasi infastidito sia per la mancanza di richiesta di chiarimenti e interventi da parte dei colleghi soci, sia per alcuni riferimenti (anche se non diretti) alla possibilità di bypassare quanto previsto dal comma 555 della legge finanziaria del 2013 che impone, a fronte di più di un bilancio negativo (e Retesalute ne ha 4 su 5), la messa in liquidazione dell’azienda speciale, il sindaco ha ribadito: “Purtroppo non ci sono soluzioni indolori. Il percorso individuato, che dovrà essere avallato da tutti i consigli comunali, non può prescindere dalla messa in liquidazione volontaria dell’azienda. Oggi ,a mio parere, la domanda che tutti noi dobbiamo porci è se vogliamo veramente continuare questo percorso comune o no. Se la risposta è sì, come mi auguro, affronteremo i passi necessari e torneremo presto a parlare di come garantire, e migliorare, i servizi per i nostri cittadini e non di buchi di bilancio come abbiamo quasi esclusivamente fatto da più di un anno a questa parte. Se invece continueremo a rinviare le decisioni il destino di Retesalute è già scritto nei numeri che adesso saranno rappresentati”.

L’Oggionese e la questione dei debiti precedenti all’ingresso

Da registrare anche la presa di posizione dei Comuni dell’Oggionese stretti da uno statuto che li chiamerebbe a dover rispondere delle perdite maturate anche negli anni precedenti al loro ingresso nell’azienda speciale. “Lo statuto è chiaro a riguardo e il notaio non può discostarsi da quello – la risposta tecnica di Maffi -. Dovrete muovervi con un accordo tra gentiluomini per mettere in chiaro come comportarvi con i soci che nel frattempo sono usciti, come la Provincia, e quelli che invece sono entrati”.