Robbiate. L’arcivescovo Delpini per i 450 anni della parrocchia: “Alleanze per il bene comune”

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Grande festa questa mattina, domenica, a Robbiate per i 450 anni della parrocchia di Sant’Alessandro

Monsignor Delpini ha sottolineato l’importanza di “costruire insieme una comunità in cui è bello abitare”

ROBBIATE – Ha sottolineato come i 450 anni della costituzione della parrocchia di Sant’Alessandro Martire rappresentino una storia di incoraggiamento per costruire una comunità in cui sia desiderabile abitare. E ha poi colto, nel regalo dell’amministrazione comunale, ovvero una donazione al Fondo Famiglia Lavoro istituto nel 2008 dall’allora cardinale Tettamanzi, il segnale dell’alleanza, sempre più necessaria e urgente, tra le istituzioni per fondare una comunità bella e armoniosa.

Monsignor Mario Delpini

E’ stata una presenza attesa e gradita quella dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini oggi, domenica, per festeggiare in grande stile il 450esimo compleanno della nascita della parrocchia di Robbiate, costituita il 5 ottobre del 1571 dall’allora arcivescovo Cardinale Carlo Borromeo.
Un anniversario importante celebrato dalla parrocchia guidata da don Paolo Bizzarri con una bella pubblicazione in cui sono stati raccolti tutti i documenti storici che testimoniano come e perché Robbiate è diventata parrocchia.

Un viaggio nella storia da cui è partito, dopo il saluto di benvenuto di don Antonio Caldirola, parroco di Paderno, a capo dell’unità pastorale con Paderno e Verderio, anche monsignor Delpini che, partendo dall’uomo della caverna, ha ricordato come l’uomo abbia sentito il bisogno di unirsi in comunità e di far ricorso alla legge per proteggersi e riuscire a convivere. “Le norme però dicono il minimo, ma non bastano per rendere buone le persone. Per questo serve una conversione del cuore, serve accogliere la legge dell’amore. Il compimento della legge è insomma la carità. E’ quello che fa in modo di rendere desiderabile vivere qui, in questa comunità. Dobbiamo fare nostro, insomma, il comportamento del buon Samaritano, provare compassione per il più debole, essere convinti che il più debole è quello che merita più attenzione e il più solo è quello che ha bisogno di più compagnia. Dobbiamo insomma entrare in una logica di carità”.

In posa con l’arcivescovo il coro che ha allietato la cerimonia religiosa

E per farlo, è importante partire anche dai luoghi, come le chiese, dove si custodisce la parola del Signore. “Qui, da 450 anni, i fedeli pregano e rivolgono lo sguardo a Dio, che è fonte di carità. Ci troviamo qui per imparare da lui la legge che rende auspicabile e desiderabile vivere la comunità, per imparare a essere protagonisti di un paese in cui è bello abitare”.
Fuggendo così dal desiderio di chiudersi nella propria casa (o nella propria caverna) pensando di poter circoscrivere il proprio potere alle quattro mura di casa. “Non possiamo chiuderci nel privato e risolverla semplicemente con “il non dare fastidio a nessuno e nessuno lo dia a me”. Dobbiamo far nostro il monito di San Paolo e svegliarci. Iniziare a prenderci cura gli uni degli altri e costruire una società in cui è desiderabile vivere”.

Monsignor Delpini con il sindaco di Robbiate Daniele Villa

Parole a cui sono seguite, al termine dell’eucarestia, quelle di ringraziamento del parroco di Robbiate don Paolo Bizzarri che ha sottolineato di conoscere bene l’arcivescovo Delpini avendo frequentato per 5 anni insieme il seminario, venendo ordinato sacerdote nello stesso anno (ma non nello stesso giorno, ma in un momento successivo). Il sindaco Daniele Villa ha voluto ringraziare l’arcivescovo per la presenza e per le parole spese, sottolineando di aver deciso come amministrazione comunale di donare 500 euro al fondo Lavoro e Famiglia istituito nel 2008 dall’allora arcivescovo Dionigi Tettamanti: “Era stato istituito per contrastare la crisi economica che veniva dall’America. Ora siamo di fronte a una crisi sanitaria che ha già e avrà ripercussioni economiche forti”.

Il saluto con Marco Magni, robbiatese, presidente degli alpini di Lecco

Un dono, insieme a una pubblicazione su Robbiate, che si è inserito perfettamente nel messaggio di attenzione alle persone più bisognose e di costruzione di una comunità armoniosa (“in cui sia desiderabile vivere”), ripetuto in più occasioni del monsignor Delpini che, prima di concedersi alle foto di rito e ringraziare tutti i volontari che hanno reso possibile lo svolgimento della celebrazione, ha evidenziato come siano proprio le alleanze tra istituzioni la chiave per raggiungere il bene comune.

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