Sindaci preoccupati per il nuovo ponte viario sull’Adda: faccia a faccia con Rfi

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Ponte di Paderno

Faccia a faccia tra i sindaci di Paderno, Robbiate e Verderio e Rfi sull’ipotesi di tracciato dei nuovi ponti sull’Adda

“Abbiamo ribadito la nostra preoccupazione per l’impatto di quel tracciato sui nostri territori. E ribadito l’urgenza di misure di compensazioni qualora si andasse avanti su quel percorso”

PADERNO – Nuovi ponti sull’Adda: i sindaci di Paderno, Robbiate e Verderio hanno incontrato martedì, 11 gennaio, i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana di Roma per manifestare preoccupazioni e timori in merito all’impatto viabilistico e paesaggistico dei due viadotti, uno stradale e l’altro ferroviario, che verrebbero realizzati per sostituire il San Michele.

A preoccupare in particolare modo i primi cittadini meratesi è il viadotto viario che verrebbe costruito a sud di quello attuale, con accesso poco dopo il Molino Colombo e sbocco a Calusco nell’area della Rivierasca dove è stata già predisposta una variante alla viabilità.

L’ipotesi di tracciato del nuovo ponte viario sull’Adda a sud del San Michele e della linea ferroviaria

Le stime effettuate sul traffico hanno evidenziato un incremento del traffico del 50 – 60% (ne abbiamo parlato anche qui) con un sensibile aumento dell’incidenza di quello pesante. Uno scenario che ha destato più di un timore anche nella cittadinanza con la nascita di un comitato per chiedere alla Regione e a tutti i soggetti istituzionali coinvolti di valutare il posizionamento del nuovo ponte viario sull’Adda con una visione più ampia rispetto ai confini di Paderno e Calusco. Richieste che finora sono rimaste solo sulla carta.

Anche l’incontro di ieri, promosso grazie alla mediazione dell’onorevole Gian Mario Fragomeli, ha visto i sindaci Gianpaolo Torchio (Paderno), Daniele Villa (Robbiate) e Robertino Manega (Verderio), confrontarsi con il responsabile della direzione Investimenti RFI, Vincenzo Macello e il responsabile della direzione commerciale RFI, Christian Colaneri, sulle ipotesi di tracciato emerse negli ultimi mesi.

“A noi interessava far conoscere e ribadire le nostre perplessità, sottolineando l’evidente impatto che una simile opera avrà su un territorio che già soffre di criticità viabilistiche notevoli” commenta Torchio, da sempre critico a questo progetto, rimarcando come sul progetto dei nuovi ponti sull’Adda debbano ancora esprimersi compiutamente le due province, Bergamo e Lecco, prima che il progetto approdi poi in altri enti deputati per legge a esprimersi sull’impatto paesaggistico dell’intervento.

Gianpaolo Torchio

“Abbiamo ribadito che la soluzione prospettata al tavolo regionale comporta importanti problemi per il loro territorio. Non tanto per l’attraversamento ferroviario che è considerato necessario per risolvere i vincoli strutturali correlati all’attuale ponte nella tratta Bergamo-Carnate, quanto per le conseguenze del collegamento stradale. Quest’ultimo comporta un pesante impatto di traffico, con un incremento nella sola ora di punta del mattino previsto tra il 50 e il 60% dei transiti attuali sulle strade urbane e nei centri abitati e, tra di essi, una quota significativa di mezzi pesanti”.

Passaggio a livello Sernovella
Il passaggio a livello della Sernovella

Il discorso si è poi spostato sulle possibili opere di compensazione parlando di possibili “interventi di rinnovo e ottimizzazione degli impianti semaforici, che consentiranno di migliorare, in alcune intersezioni stradali, la qualità di servizio nonostante l’incremento di traffico ipotizzato nello scenario di progetto”. Si è così parlato della soppressione dei due passaggi a livello in località Sernovella e la realizzazione di nuove infrastrutture stradali di collegamento, come la tangenzialina di Verderio per tenere fuori il traffico pesante dal centro abitato.

Altra questione sollevata dai sindaci del Meratese è quella del contesto ambientale di pregio in cui verrebbero inserite le nuove infrastrutture, ovvero la valle dell’Adda leonardesca: “Rfi ha confermato che tutti gli aspetti di carattere ambientale e paesaggistici saranno esaminati nei successivi step progettuali previsti dalle normative vigenti”. Un rinvio al “giudizio” che ha portato i primi cittadini a chiedere di trovare “soluzioni che minimizzino l’impatto sulla valle e sui centri abitati. Soluzioni architettonicamente e progettualmente coraggiose che integrino l’intervento nel contesto storico-ambientale e soluzioni stradali che spostino fuori dai paesi il traffico di transito”.