Sopralluogo per i nuovi ponti sull’Adda: “Non perdiamo il treno di Rfi”

Tempo di lettura: 4 minuti

Si è tenuto ieri, lunedì, il sopralluogo lungo l’alzaia dell’Adda per visionare le ipotesi progettuali avanzate da Rfi

Calusco ci crede, Paderno è preoccupato dall’impatto viabilistico: la questione verrà trattata in un apposito tavolo in Regione

 

PADERNO – Un sopralluogo lungo l’alzaia dell’Adda per testare, con i propri occhi, l’impatto che il nuovo, o meglio i nuovi ponti sull’Adda potrebbero avere, a livello paesaggistico, nella valle verde tanto amata da Leonardo da Vinci.

Si è tenuta ieri pomeriggio, lunedì, la visita richiesta dalla presidente del Parco Adda Nord Francesca Rota per valutare, mappe e progetti alla mano, le ipotesi avanzate da Rfi dei nuovi collegamenti (uno ferroviario e l’altro stradale) chiamati a sostituire il ponte San Michele.

Ancora sotto i ferri per ciò che riguarda la parte ferroviaria (la circolazione dovrebbe essere ripristinata per settembre), il ponte costruito a fine Ottocento da Jules Röthlisberger ha, a detta degli esperti che lo hanno analizzato attentamente dopo l’improvvisa chiusura del 14 settembre 2018, una vita residuale di 20 anni. Una “scadenza” ribadita anche ieri da Luca Cavicchioli, direttore produzione Rfi Lombardia che, dopo aver ribadito la volontà di Rfi di procedere con la realizzazione di un nuovo ponte ferroviario separato da quello stradale (soprattutto per i costi di manutenzione che una struttura come il San Michele richiede), ha dichiarato la disponibilità di Rfi a portare però avanti un unico tavolo di progettazione e un’unica procedura di realizzazione delle nuove infrastrutture.

Un percorso condiviso per i due nuovi ponti sull’Adda

Un’offerta colta al balzo dal Parco Adda Nord, ieri rappresentato dall’intero direttivo, che ha ribadito la necessità di portare avanti un percorso unico che porti alla costruzione dei due nuovi ponti la cui realizzazione avrà inevitabilmente un impatto sulla Valle dell’Adda. Un particolare, quest’ultimo, già evidenziato dal sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio, preoccupato anche dalle ricadute viabilistiche che un nuovo collegamento viario tra le province di Bergamo, Lecco e Monza Brianza potrebbe avere sul Comune da lui amministrato. Rfi dal canto suo ha messo mano ai progetti, già anticipati ai sindaci a gennaio, prima che l’emergenza Covid rallentasse leggermente l’iter, iniziando a proporre ipotesi meno invasive dal punto di vista dell’impatto ambientale.

La simulazione dell’impatto paesaggistico

Un aspetto su cui sarà fondamentale il pronunciamento delle Sovraintendenze, ieri assenti al sopralluogo. Per provare a dare un’idea di come potrebbero essere i nuovi ponti, i progettisti di Rfi si sono presentati sull’alzaia dell’Adda utilizzando una apposita applicazione da smartphone che permette di simulare, progetti alla mano, l’impatto sullo scenario circostante. Anche il Parco Adda Nord non è arrivato a mani vuote proponendo una soluzione, di fatto molto simile al progetto elaborato decenni fa dall’ingegner Miranda con un ponte ferroviario poco più a sud dell’attuale e uno viario lì vicino.

Paderno e il nodo della viabilità

Un’ipotesi che vede però l’amministrazione padernese scettica, con il sindaco più propenso a spostare ancora più a sud il tracciato viabilistico. “Per noi è importante che venga tutelato il contesto della valle in cui è inserito il San Michele” ha ribadito Torchio, sottolineando la necessità di trovare soluzioni che non vadano a congestionare di eccessivo traffico (soprattutto pesante visto che sul San Michele è attualmente in vigore un limite di peso) i paesi che gravitano intorno al ponte. Proprio per questo, l’idea è quella di organizzare quanto prima un incontro in Regione alla presenza dei Comuni di Calusco e Paderno per analizzare nel dettaglio la questione viabilistica, valutando l’impatto che un nuovo ponte potrebbe avere su tutta l’area del Meratese e della provincia di Monza Brianza limitrofa.

Calusco: “Una sfida da cogliere uniti”

Concorde anche l’assessore caluschese Massimo Cocchi che però ribadisce la necessità di non lasciarsi scappare l’occasione rappresentata dalla disponibilità di Rfi. “Non possiamo perdere altro tempo, non dobbiamo rifare l’errore degli anni 80 dove sul tavolo sono arrivate proposte non condivise. Bisogna trovare la soluzione migliore che risolva i problemi viabilistici di Paderno e dei comuni del Lecchese e della Brianza. Rischiamo che Rfi realizzi il ponte ferroviario, indispensabile per la prosecuzione della linea Bergamo Milano, e venga abbandonato il progetto del ponte stradale. Dobbiamo ragionare tutti insieme e per un unico progetto, un unico finanziamento, e un’unica procedura per la realizzazione sia per quello stradale che per quello ferroviario. 20 anni passano alla svelta, e senza un’alternativa al San Michele, la nostra economia non potrebbe reggere. È oggi il momento di fare la scelta giusta: sediamoci insieme al tavolo delle trattative e troviamo un percorso condiviso per lo sviluppo dell’isola bergamasca e della Brianza”.