Dal febbraio 2021 all’ospedale di Merate vengono effettuati interventi con le tecniche di neuromodulazione
Attivi due ambulatori (a Lecco e a Merate) per la presa in carico del paziente affetto da dolore cronico
MERATE – Oltre 4mila prestazioni offerte in un anno negli ambulatori di Lecco e Merate con oltre 170 interventi effettuati in day hospital al San Leopoldo Mandic. Sono numeri importanti quelli registrati lo scorso anno nell’ambito dell’attività di terapia del dolore promossa da Asst Lecco. Un anno, il 2021, che ha visto implementare l’attività ambulatoriale, parzialmente sospesa durante i primi mesi della pandemia da Covid, con quella procedurale grazie alla messa a disposizione di due sale operatorie all’ospedale di Merate.
“Siamo partiti nel febbraio 2021 spinti dalla voglia di uscire dalla pandemia da Covid e offrire un nuovo servizio per i pazienti da noi presi in carico a livello ambulatoriale, ma trasferiti per gli interventi nei centri di riferimento come la fondazione Maugeri a Pavia e il Niguarda a Milano” ha spiegato il dottor Paolo Maniglia, diventato da aprile, complice il pensionamento del dottor Mario Tavola, il direttore facente funzioni dell’Uoc Anestesia e Rianimazione del Manzoni (in attesa del concorso indetto per il ruolo).
“La terapia del dolore è quasi sempre collegata alle cure palliative, ma esiste anche il dolore cronico di natura benigna, da cui si stima si affetto il 30% della popolazione italiana” ha puntualizzato il dottor Maniglia, facendo trasparire dalla sue parole una profonda passione e dedizione al proprio lavoro. Nella gran parte dei casi si tratta di dolori alla schiena (la lombalgia rappresenta il 60% della casistica registrata): “Noi non interveniamo sulla patologia, ma trattiamo il dolore in sé ponendoci l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di chi si sottopone a trattamenti di terapia del dolore, riducendo, se possibile, anche l’impiego di farmaci”.
A Merate, l’attività del dottor Maniglia si è incrociata con quella del dottor Fabio Pisaturo, anestesista in carico al Difra, dipartimento fragilità, diretto dal dottor Gian Lorenzo Scaccabarozzi. Con l’ausilio di altri due medici e l’arrivo, a breve, di un terzo medico su Merate, gli ambulatori stanno riuscendo a rispondere a una domanda, sempre crescente, di cura, in questo settore. “Quello che ci caratterizza è la presa in carico del paziente, dal primo accesso ambulatoriale fino all’intervento ospedaliero e al successivo follow up. Ogni anno registriamo circa 24 prime visite, a cui si aggiungono tra i 10 e i 15 pazienti inviati con codici di urgenza”.
Fino allo scorso anno i pazienti venivano dirottati fuori provincia, fino a che si è riusciti a trovare disponibilità e risorse per prevedere gli interventi neuromodulatori a Merate, contraddistinguendo l’ospedale di via Cerri in questo settore. Anche in questo caso, più è tempestiva la diagnosi di soffrire di dolore cronico meglio è. E proprio per questo si è attivata una sinergia con la Breast Unit, guidata dalla dottoressa Carla Magni perché gli interventi al seno sono tra quelli che danno più conseguenze di dolore cronico post operatorio.
“Agiamo essenzialmente utilizzando le tecniche classiche di neuromodulazione mediante stimolazione elettrica. Ne abbiamo effettuate circa 170. A queste si aggiungono nuove procedure periduscopiche, una tecnica mini invasiva che consiste nella posa di fibre ottiche nel canale midollare per liberare le radici nervose dalle aderenze. Lo scorso anno sono stati 4 i casi trattati in questo modo. Infine, a breve introdurremo anche l’impianto di stimolatori midollari, una sorta di pacemaker che serve per modulare il segnale del dolore dal distretto doloroso al cervello”. L’età media dei pazienti in cura si sta, complice anche la maggior diffusione del servizio, abbassando negli ultimi tempi scendendo da 70 a 55 anni.
“Contiamo di riuscire a organizzare dei corsi di formazione anche con i medici di medicina generale per illustrare l’attività da noi svolta. Solo infatti loro il primo, fondamentale, filtro per l’accesso dei pazienti al servizio che prevede 4 sedute mattutine a settimana all’ambulatorio di Lecco e una a Merate con due sale operatorie disponibile due giorni a settimana al Mandic. I risultati ottenuti sono buoni il che non significa che riusciamo a togliere il dolore, ma a ridurne la portata permettendo ai pazienti di effettuare azioni quotidiane prima impossibili. Il nostro lavoro va insomma nella direzione di permettere una vita più autonoma e dignitosa”.
Soddisfatta per l’attività svolta all’ospedale di Merate la dottoressa Valentina Bettamio, direttore medico di presidio: “Abbiamo pensato a questa attività quando eravamo ancora in piena crisi pandemica e siamo riusciti a costruire un percorso importante. Stiamo registrando già una crescita esponenziale dei pazienti che decidono di accedere alla terapia del dolore, attività per cui è richiesta un’altissima specializzazione. Sono molto soddisfatta anche della collaborazione nata con il Difra, a conferma di quel legame tra ospedale e territorio tracciato anche dalla riforma della sanità regionale. Attraverso la multidisciplinarità e percorsi trasversali è possibile non solo prendere in carica ma anche rispondere ai bisogni dei pazienti”.