Un ospedale che si prende cura: il Mandic di Merate sperimenta la radiologia a domicilio

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L’obiettivo è rafforzare il legame tra ospedale e territorio

Sempre a Merate partirà anche il progetto di gestione integrata del percorso di cura ortogeriatrico

 

MERATE – Un ospedale che non solo cura, ma anche si prende cura dei propri pazienti. E’ la filosofia alla base dei due nuovi progetti – la radiologia domiciliare e la gestione integrata del percorso di cura ortogeriatrico – che partiranno in maniera sperimentale all’ospedale di Merate. A tenere a battesimo il lancio di queste due nuove iniziative c’era oggi a Merate l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera che, dopo essere entrato dall’ingresso secondario per bypassare il picchetto di contestatori posizionati subito dopo la portineria, si è prontamente congratulato con il personale ospedaliero per i grandi sforzi effettuati durante l’emergenza Covid.

Un ospedale di frontiera durante l’emergenza Covid

Al centro l’assessore regionale Giulio Gallera con il dg Paolo Favini e l’ex primario Rodolfo Capialbi Milani

“Voi, così vicini alla bergamasca, avete lavorato in un ospedale di frontiera, una realtà da cui mi arrivavano spesso le voci di una fatica straordinaria a gestire qualcosa di enorme”. Gallera ha poi voluto ribadire la forte vocazione territoriale del Mandic, costituita dall’attenzione alle cronicità e al legame con il territorio.
“Questi due progetti rispecchiano la complessità della situazione attuale, ulteriormente acuita dall’emergenza covid. Siamo ben contenti di riuscire a fornire alle nostre strutture una nuova cassetta degli attrezzi, per la diagnostica a domicilio, che può risultare quanto mai utile in emergenza o nei momenti del post ricovero”. La fotografia della società attuale riflette infatti l’immagine di un mondo caratterizzato, complice l’avanzare della vita media, da una cronicità sempre più complessa e avanzata con un numero sempre maggiore di malati fragili, affetti da patologie croniche evolutive (rappresentato da circa il 3,5 % della popolazione) caratterizzate da frequenti fasi di riacutizzazione o instabilità clinica, che evolvono gradualmente verso una traiettoria di fine vita (che coinvolge l’1 % circa della popolazione ogni anno).

Scaccabarozzi: “Un ospedale che si organizza in base ai bisogni dei pazienti”

 

Gianlorenzo Scaccabarozzi, direttore del dipartimento di fragilità Asst Lecco

Da qui l’importanza, come ribadito anche dal dottor Gianlorenzo Scaccabarozzi, direttore del dipartimento delle fragilità dell’Asst Lecco, di un’organizzazione sanitaria che si plasmi sul bisogno dei pazienti senza spezzettarne necessità e richieste. “Parlare qui a Merate del rilancio dell’integrazione del rapporto tra ospedale e territorio è simbolico. Ricordo che proprio qui è partito nel 1992 il progetto Difra, attivando una
governance della cronicità complessa e avanzata e del bisogno di cure palliative”.

I nuovi progetti, in partenza nelle prossime settimane, rappresentano una risposta a problematiche “non unicamente sanitarie, ma anche assistenziali ed organizzative” riuscendo a garantire e a favorire la presa in carico e la gestione domiciliare dei loro bisogni e a evitare il ricorso all’ospedalizzazione non necessaria e l’accesso a quei servizi specialistici che possono essere erogati al domicilio”.

Milani: “La radiologia a domicilio: un progetto pilota a Merate”

Rodolfo Milani Capialbi, ex direttore di Radiologia a Merate, in pensione da pochi giorni

Il progetto, perfezionato ora, è stato studiato e portato avanti con slancio ed entusiasmo dal dottor Rodolfo Milani Capialbi, già Direttore della Unità Radiologia dell’Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate e già Direttore Dipartimento Immagini e Terapia Radiante, da pochi giorni in pensione.
“L’idea di attivare un servizio di radiologia domiciliare risale alla fine del mese di marzo a seguito della delibera regionale che invitava le Asst a dotarsi di apparecchiature atte a svolgere un’attività di diagnostica radiologica a domicilio nell’ambito dell’emergenza Covid.
La possibilità trasferire parte dell’attività diagnostica dall’ospedale al territorio sia al domicilio dei pazienti sia presso le RSA sia presso ambulatori dell’ASST non dotati di diagnostica radiologica mi è sembrata molto interessante ed in linea con gli obiettivi che noi tutti dovremmo avere ovvero di andare incontro il più possibile ai bisogni dei cittadini.
Ne ho parlato con Cristiano Spreafico, coordinatore della radiologia di Merate, che si è dimostrato molto interessato al progetto ed abbiamo iniziato a raccogliere informazioni sull’argomento anche attraverso l’Ordine dei Tecnici e delle Professioni Sanitarie. Raccolto anche il via libera dal Direttore Sanitario di Presidio Dr.ssa Valentina Bettamio ed al Direttore del Dipartimento Fragilità (DIFRA) Dott. Lorenzo Scaccabarozzi, si è poi passati alla stesura definitiva con il contribuito del dottor Paolo Faccioli e di Roberta Daffinoti, Rad del Dipartimento immagini”.

Tre mesi di sperimentazione su pazienti segnalati dal Difra

Il progetto partirà in maniera sperimentale a Merate per tre mesi su pazienti segnalati dal Difra, dedicando un tecnico di radiologia una volta alla settimana. Sarà lui insieme a un operatore del Difra a recarsi a domicilio dei pazienti, eseguire l’esame richiesto tramite l’attrezzatura mobile, rientrando poi in ospedale rendendo disponibili le immagini per la refertazione da parte del medico radiologo. “L’idea iniziale è quella di eseguire 5 esami a settimana, ma poi si potrà vedere come e quanto allargare il progetto, valutando se estenderlo, ad esempio, ai medici di base oppure utilizzare negli ambulatori di territori decentrati come l’Alta Valsassina. Ci sono molti privati che si sono già dotati di questo servizio, predisponendo per stampare direttamente i referti sui furgoncini per il trasporto”. Milani ha anche approfittato delle presenza dell’assessore Gallera per chiedere alla Regione di estendere il rimborso regionale per la copertura di queste spese. Richiesta che il referente del Pirellone si è impegnato a vagliare in Giunta riconoscendone la bontà.
“A regime la radiologia domiciliare potrebbe diventare una diagnostica aggiuntiva per entrambe le radiologie con impegno del tecnico per tutta la settimana” ha concluso Milani riconoscendo anche l’importanza dei servizi rivolti all’ortogeratria al fine di tutelare le cosiddette dimissioni protette.

Rocca, primario di ortopedia a Merate: “Pronti per il rilancio”

Antonio Rocca, primario di ortopedia

Parole a cui hanno fatto eco quelle di Antonio Rocca, Direttore della Unità Operativa Complessa di Ortopedia dell’Ospedale San Leopoldo Mandic di Merate. “Ho preso servizio il 3 marzo qui a Merate con grandi idee e progetti. Poi il 7 marzo il reparto è stato chiuso per l’emergenza Covid. “Ora siamo pronti per il rilancio. Noi ortopedici siamo spesso dei poveri meccanici che curano la patologia ma non il malato. L’obiettivo del progetto è quello di implementare una nuova modalità organizzativa per la cogestione del paziente anziano fragile con diverse patologie croniche pregresse, ricoverato in reparto di ortopedia, sia per eventi traumatici (frattura di femore) o per interventi in elezione (protesi dell’anca o del ginocchio), da parte di un team multidisciplinare e multiprofessionale con la finalità di permettere l’integrazione dei bisogni chirurgici, internistico/geriatrici e riabilitativi.
Il modello attuativo è quello di una cogestione del paziente sia da parte del chirurgo che del geriatra sin dall’ingresso in ospedale (modello che ha visto in letteratura scientifica produrre i migliori risultati per il paziente) al fine di implementare e ottimizzare gli esiti di salute e funzionali favorendo una più rapida e sicura deospedalizzazione”.

Il plauso

L’attivazione dei due progetti ha attenuto il convinto plauso del direttore generale Paolo Favini che ha ricordato proprio la nascita a Merate del modello Difra. Il sindaco Massimo Panzeri ha rimarcato come l’emergenza Covid abbia aumentato ancora di più la consapevolezza della centralità del presidio ospedaliero di Merate rispetto al nostro territorio evidenziando la necessità di un potenziamento della medicina di territorio. Come Comune sosterremmo e promuoveremo tutte le iniziative che andranno a migliorare la qualità e la puntualità dei servizi offerti ai nostri cittadini. Presente anche il consigliere regionale Mauro Piazza, più che soddisfatto per quest’iniziativa di rilancio della medicina territoriale.

IL PROGETTO DI RADIOLOGIA A DOMICILIO

Il “Progetto sperimentale di radiologia domiciliare” è stato proposto in ottemperanza alla nota della Direzione Generale Welfare del 30/03/2020 “Emergenza Covid-19. Indicazioni sull’impiego di apparecchiature radiologiche mobili per effettuazione di esami su pazienti allettati”
L’evoluzione dell’epidemia COVID-19, è stata caratterizzata da una significativa permanenza presso il domicilio di malati contagiati, imponendo la necessità di prevedere un uso intensivo di apparecchiature radiografiche mobili nell’ambito di quella che viene comunemente definita “radiologia domiciliare”, ovvero l’esecuzione dell’esame radiologico del torace su pazienti allettati al proprio domicilio.
Obiettivo del progetto è attuare un servizio di radiologia domiciliare a favore di persone anziane, disabili o le cui condizioni di salute non permettano il trasporto nella struttura ospedaliera, se non sottoponendo loro e i famigliari al grave disagio e/o rischio clinico.
La radiologia domiciliare si configurerebbe come prestazione estemporanea specialistica domiciliare nel contesto dei servizi e percorsi domiciliari già garantiti dal Dipartimento della Fragilità.
La prestazione può essere eseguita sia nell’ambito di prime valutazioni diagnostiche (COVID-19 e non), sia come esame di controllo e follow-up in più ampi percorsi di cure.
Infatti, questo processo permetterebbe di mettere in atto una sorveglianza domiciliare e in strutture (RSA) per i quadri patologici intermedi, sostitutiva del ricovero ospedaliero. Altrettanto utile potrebbe essere l’impiego della metodica nel follow-up di malattia. La radiografia è eseguibile al letto del paziente (quindi senza doverlo in alcun modo trasportare), più economica, ripetibile.
La Radiologia con tecnologia DR (digital radiography), ormai tecnologia matura, permette l’acquisizione dell’immagine radiologica direttamente in digitale che può essere poi trasmessa a sistemi interni dell’Azienda.

IL PROGETTO DI GESTIONE INTEGRATA DEL PERCORSO DI CURA ORTOGERIATRICO

Il progetto “Gestione integrata del percorso di cura ortogeriatrico” ha come obiettivo l’implementazione di un percorso assistenziale appropriato, dedicato alla presa in carico del malato anziano e fragile ricoverato in reparto ortopedico conseguentemente a frattura di femore prossimale o per interventi di elezione quali la protesi di anca o del ginocchio. Essa mira ad attuare un modello di cogestione da parte di un team multiprofessionale e multidisciplinare volto a favorire l’integrazione dei bisogni chirurgici, internistico/geriatrici e riabilitativi, dove ogni operatore sanitario conserva ruoli e responsabilità specifiche.

Tale modello assistenziale richiede una precisa pianificazione del flusso operativo dal momento dell’accesso del paziente in Pronto Soccorso, con lo scopo di standardizzare le cure migliorando gli esiti più significativi quali mortalità, disabilità a lungo termine, istituzionalizzazione e ricoveri ripetuti, favorendo la dimissione al domicilio e ottimizzando l’appropriatezza dell’utilizzo del reparto di ortopedia, dedicato al ricovero per acuti.

Per favorire l’adeguata implementazione del percorso ortogeriatrico, si avvierà una fase pilota della durata di 3 mesi presso il presidio ospedaliero di Merate a partire dal 15 Luglio 2020.