Violenza sulle donne: aumentano le denunce nel lecchese. E’ “Codice Rosso”

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Con Ora Basta incontro per parlare del Codice Rosso. Presenti il giudice Manzi, il pm Angeleri e il capo della Mobile Di Laura

Per quanto riguarda il 2019 sono 63 notizie di reato per maltrattamenti, 17 violenze sessuali e 27 casi di stalking

CERNUSCO – Aumentano le denunce per maltrattamenti, violenze e stalking. E’ questo il dato più evidente emerso ieri sera durante il dibattito sul Codice rosso, la legge 69/2019 a tutele delle vittime di violenza domestica promosso nell’ambito del ciclo di iniziative promosso dal gruppo di associazioni radunato in Ora Basta.

Una serata interessante e ricca di spunti, ospitata al cine teatro San Luigi, a cui hanno dato il contributo Enrico Manzi, presidente della sezione penale del tribunale di Lecco, Giulia Angeleri, sostituto procuratore e Danilo Di Laura, dirigente della squadra mobile della Questura di Lecco. Al loro fianco le avvocatesse Nadia Colombo e Monica Rosano del comitato delle pari opportunità e la collega Alessandra Colombo nel ruolo di moderatrice.

De Capitani: “A qualcuno dà ancora fastidio che sia un sindaco donna”

Volto a rendere note le novità introdotte a livello normativo con l’introduzione ad agosto del cosiddetto codice rosso, l’incontro ha fornito anche l’occasione per fare il punto su un fenomeno, quello della violenza sulle donne che, purtroppo, non accenna a diminuire. “Va cambiata la mentalità” ha esordito il sindaco di Cernusco Giovanna De Capitani, sottolineando come sulle poltroncine rosse del teatro siano state posizionate 142 sagome di donne, tante quante le vittime di violenza. “Trovo ancora oggi consiglieri a cui dà fastidio che il sindaco sia una donna” ha aggiunto, dando poi la parola a Patrizia Riva, presidente di Dietro la Lavagna, che ha spiegato come la nascita del gruppo Ora Basta voglia essere una risposta a una piaga sociale che non deve più esistere.

Manzi: “Vanno snelliti i tempi dei processi”

Il giudice Enrico Manzi

Dopo le presentazioni è toccato ad Enrico Manzi portare la sua esperienza di presidente della sezione penale del tribunale di Lecco, partendo subito da un assunto: “Il problema in Italia sono i tempi lunghissimi dei processi. Il codice rosso ha comportato un innalzamento delle pene previste per questi reati. Il che può andare bene, ma non risolve la cronica lungaggine dei nostri processi”. 62 anni, una lunga esperienza alle spalle fatta di confronti con colleghi nazionali e internazionali, Manzi ha sottolineato che questa legge abbia tentato di correggere alcune storture, cercando di rendere meno stressante e impegnativa la testimonianza della parte offesa, spesso in difficoltà quanto si trova a dover inchiodare, con le proprie parole, il suo aguzzino. “Si è quindi tenuto conto della speciale vulnerabilità della parte offesa, così come accade con i bambini o le persone affette da infermità”. Inasprite anche le sanzioni per chi viola il divieto di avvicinamento o l’obbligo di allontanamento e si è inserito il principio che la sospensione della pena debba passare dalla partecipazione a percorsi di recupero presso enti e associazioni.

“La pena non basta: il problema è culturale”

Un passaggio, quest’ultimo, importantissimo: “Il processo penale va bene, ma bisognerebbe arrivare all’origine della causa del delitto per non limitarsi a punire e basta. Sono un giudice e quindi cerco di fare giustizia, ma il vero problema è culturale. E’ la pericolosità sociale che va curata: la pena, prima o poi, si estingue”.

Angeleri: “Aumentano le denunce per maltrattamenti e stalking”

Il sostituto procuratore Giulia Angeleri

Una presentazione accurata a cui sono seguite le parole del sostituito procuratore Angeleri: “Mi piace iniziare questo intervento citando quanto mi ha sempre detto mia madre, ovvero che chi vuole bene, non fa male. Purtroppo i maltrattamenti in famiglia sono i casi più frequenti e numerosi”. Le cifre sul fenomeno sono in costante ascesi. “Mi sono fatta dare dalla Procura i dati relativi ai fascicoli depositati in Procura relativi al quadriennio 2015 -2018 e ho aggiunto anche quelli relativi al primo semestre del 2019”. La fotografia scattata è chiara: “Le denunce per maltrattamenti in famiglia sono passate da 81 a 138, quelle per stalking da 63 a 103 mentre sulle violenze sessuali abbiamo un dato un po’ oscillante visto che le denunce sono state 39 nel 2015, 25 nel 2016, 51 nel 2017 e 36 nel 2018”. Per quanto riguarda invece l’anno in corso, siamo a 63 notizie di reato per maltrattamenti, 17 violenze sessuali e 27 casi di stalking”.

Sempre più donne rompono il muro di silenzi

Il dirigente della Squadra Mobile Danilo Di Laura

Numeri significativi che corrispondono, come ribadito da Danilo Di Laura, capo della Squadra Mobile di Lecco, non tanto (fortunatamente) all’esplosione dei casi di violenza in sé, quanto alla sempre maggiore volontà e capacità delle vittime di rompere il muro di silenzio e denunciare quanto accade, spesso e volentieri anche tra le mura di casa. “Devo dire che anche per esperienza personale, di imbattersi in donne che, seppur maltrattate, non se la sentono di lasciare il tetto di casa. Spesso noi interveniamo anche prima che arrivino le denunce, grazie alle segnalazioni di vicini, amici e parenti”. Per Di Laura fondamentale, in questo settore, la collaborazione con i Comuni e le associazioni del territorio che si occupano di queste delicatissime situazioni: “Svolgono un ruolo fondamentale per far emergere e seguire situazioni di disagi e maltrattamenti”.

Un codice rosso che è servito a dare una mossa

Quanto all’introduce del Codice Rosso, è servito per dare “a tutti una mossa. Fortunatamente su questi casi, si è creata maggiore sensibilità e attenzione da parte di tutti. Un occhio di riguardo che parte dall’uscita della Volante dopo la segnalazione di un caso a tutte le successive fasi di indagine. Il che vuol dire che i fascicoli non rimangono sulla scrivania d aspettare, ma ci si muove tutto”. Del resto, è la stessa normativa a dettare tempi più stretti di intervento per evitare che, quando ci si attivi, sia ormai troppo tardi.

Per ultime le avvocatesse Colombo e Rosano hanno parlato del gran lavoro svolto dal comitato pari opportunità, ribadendo il concetto che sia necessario partire da un cambiamento della cultura dominante per arrivare a un rispetto di tutte le diversità, non solo quelle di genere.