Leggermente, Beppe Bergomi si racconta in ‘Bella zio’ di Andrea Vitali

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Alla Nostra Famiglia ospite l’ex calciatore Beppe Bergomi

La sua storia raccontata nel libro ‘Bella zio’ scritto da Andrea Vitali

BOSISIO – Una storia che parla anche di sport e anche di calcio, ma che soprattutto vuole raccontare una vita. E’ quella contenuta in ‘Bella zio’, il romanzo dedicato alla storia di Beppe Bergomi, allenatore di calcio ed ex calciatore neroazzurro, campione del mondo nell’82. Il libro, scritto da Andrea Vitali con la collaborazione dello psicologo sportivo Samuele Robbioni, è stato presentato venerdì pomeriggio presso la Nostra Famiglia di Bosisio Parini nell’ambito del festival della lettura Leggermente di Assocultura Confcommercio Lecco.

Un romanzo di formazione

“L’idea di scrivere questa storia è nata due anni fa dopo l’incontro con Samuele sugli spalti del Senigallia – ha spiegato Vitali – l’idea era raccontare la storia di quest’uomo, di una vita sfociata nella carriera di un grande calciatore”. Un ‘romanzo di formazione’, com’è stato definito, che narra della vita di Beppe Bergomi dalla sua nascita, nel 1963, ai suoi 18 anni, quando vince i mondiali in Spagna. Soprannominato ‘zio’ per via dell’età più adulta che gli conferivano i suoi baffi, Bergomi è considerato uno dei migliori difensori della sua generazione. Nel corso della sua carriera da professionista ha militato sempre nell’Inter: “Bergomi – ha detto Vitali – è nato nel 1963, un mondo che non c’è più. Nel libro si racconta anche questo”. Vitali, Robbioni e Bergomi si sono incontrati per due anni per raccogliere ricordi, storie, aneddoti, anche grazie al contributo del fratello di Beppe, Carlo, punto fermo nella sua vita giovanile.

Beppe Bergomi

Sogno realizzato

“Quando giocavo a calcio – ha detto Bergomi – non ho mai pensato di poter andare in televisione o di scrivere addirittura un libro. Poi, durante una serata benefica, ho incontrato Samuele che ai tempi seguiva una squadra del Como. Grazie alle capacità di Andrea Vitali quel libro è diventato realtà, ringrazio davvero di cuore tutti e due per avermi aiutato a mettere nero su bianco la prima parte della mia vita, probabilmente quella più bella”.

“La storia di Beppe Bergomi, per noi tutti un mito – ha aggiunto Robbioni – è una storia che meritava di essere scritta perché racconta di un bimbo che coltiva un sogno e riesce a realizzarlo, pur con umiltà e senza troppo clamore. Quando nell’82 è partito per i mondiali in Spagna non era né titolare e men che men riserva. Era la riserva della riserva. Poi, la sera prima della gara, gli è stato detto che avrebbe dovuto scendere in campo e marcare il più forte attaccante della squadra avversaria. E lui lo ha fatto, giocando bene, vincendo, perché si era preparato. E’ ancora un grande esempio, anche al di fuori del mondo calcistico”.