Osnago, il Comune rimuove i giacigli dei senzatetto in stazione: “Scelta difficile, ma serviva un segnale”

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Da luglio a oggi sono stati otto i senzatetto che, in momenti diversi, hanno trascorso la notte in stazione a Osnago

Da anni impegnato nel settore dell’accoglienza, il sindaco Brivio si è trovato a prendere una decisione “difficile e brusca, ma ragionata e ponderata per salute e igiene di tutti”

OSNAGO – “E’ stata una scelta difficile, fatta a malincuore, ma che ho dovuto prendere per questioni di igiene e per preservare la salute sia delle persone coinvolte che dell’intera comunità”. A parlare è il sindaco di Osnago Paolo Brivio all’indomani della decisione “sì brusca, ma ponderata e ragionata” di far rimuovere le coperte e i cartoni utilizzati da tre senzatetto che da diverso tempo dormivano nel sottopasso della stazione ferroviaria di via Trieste.
Da più di venti anni impegnato a livello professionale nel mondo che gravita intorno alla Caritas, con un ruolo in passato anche nel direttivo della Fio.Psd, federazione italiana organismi persone senza dimora, Brivio è arrivato a questa decisione per mandare un segnale preciso e concreto a chi, dopo diversi e ripetuti tentativi di avvicinamento, ha sempre rifiutato di essere aiutato.

“Da luglio in avanti abbiamo registrato nella nostra stazione la presenza, non contemporanea, di otto homeless, provenienti da diverse parti d’Italia, che hanno scelto di trascorrere qui la notte, spostandosi poi di giorno nella zona del Monzese”. Da subito, la situazione è stata seguita con attenzione dai servizi sociali e dagli agenti della Polizia locale. “Ci siamo attivati per trovare un’alternativa alla strada dando una mano anche quando si sono verificati dei seri problemi di salute di una persona coinvolta”.

Il sottopasso della stazione di Osnago

Con cinque homeless il continuo e incessante lavoro di mediazione ha sortito effetto: “Abbiamo seguito e siamo stati vicino alle persone che in autonomia sono riuscite a trovare sistemazioni in dormitori milanesi.
In un caso siamo riusciti anche a far rifare i documenti a una persona che era rimasta priva, potendo così riottenere la residenza e accedere quindi ai benefici che essa comporta. Da agosto, inoltre, siamo in continuo contatto con il centro d’ascolto della Caritas di Lecco per consentire l’effettuazione di colloqui preliminari all’ingresso nel dormitorio di Maggianico”.

Con tre persone invece le “trattative”, basate su ascolto, dialogo e accoglienza, si sono arenate. Nessuno, almeno per ora, è riuscito a vincere la loro diffidenza e a far breccia nella corazza costruita e irrobustita dalla strada. “Li abbiamo avvisati e abbiamo loro anticipato che non avrebbero potuto continuare a dormire nel sottopasso della stazione, visto il sopraggiungere della stagione invernale e l’emergenza Covid in corso. E’ una questione di igiene e di salute, personale e collettiva”.

 

Il luogo scelto per il loro accampamento è utilizzato infatti quotidianamente dalle tante persone che si recano in stazione per prendere il treno. “Non possiamo rischiare di creare un focolaio covid in stazione. Nessuno se lo può permettere”. Non solo. In alcuni casi, si sono verificati anche comportamenti insolenti (anche se mai davvero molesti o violenti) manifestati nei confronti di alcune viaggiatrici: “Abbiamo ricevuto più segnalazioni su abuso di alcol, disordine e sporcizia”.

Una situazione potenzialmente esplosiva nei confronti della quale l’amministrazione comunale ha deciso di intervenire: dopo aver più volte avvisato e informato sulle possibilità alternative, l’amministrazione comunale è passata ai fatti, rimuovendo martedì mattina, quando i tre senza tetto avevano lasciato il loro giaciglio, coperte e gli oggetti lì abbandonati. “Dovevamo dare un segnale che non fosse però lesivo della loro dignità”.

Qualcuno dei tre in questi giorni è tornato a Osnago a trascorrere la notte. “Vedremo come evolve la situazione. A Milano, dove fenomeni di questo tipo sono più diffusi, esiste l’unità mobile di strada che è quello che abbiamo sostanzialmente fatto in questi mesi a Osnago contando sulle nostre forze. Ripeto, come ho già ripetuto a loro: le porte del Comune sono aperte e insieme è possibile trovare una soluzione diversa dal dormire nel sottopasso della stazione”.