Svolta per Retesalute: sì dei sindaci al ripiano delle perdite

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Retesalute

Accordo nell’ultima assemblea dei soci per la predisposizione della delibera del debito fuori bilancio

Il presidente del collegio dei liquidatori Ciro D’Aries ha richiamato i Comuni soci alle proprie responsabilità

MERATE – “Siete i genitori di un figlio che ha subito dei gravi danni. Ora non potete trattare l’azienda come un ente terzo. Ne siete padri e dovete assumervi le vostre responsabilità”. Ha richiamato (con successo visto che poi l’unanimità dei presenti si è espressa per il ripiano dei debiti) tutti i soci all’ordine Ciro D’Aries, presidente del collegio dei liquidatori di Retesalute, l’azienda speciale attiva nel settore dei servizi alla persona messa in liquidazione dopo il buco, da 4 milioni di euro, riscontrato solo a seguito di accertamenti effettuati a posteriori sui bilanci originariamente approvati in attivo.

Fermo, risoluto e dotato di una dialettica che gli ha permesso di tenere il filo del discorso per  circa un’ora, D’Aries ha iniziato il suo lungo e accorato appello ai sindaci soci parlando della necessità di promuovere un’operazione verità, chiedendo loro di essere saggi e intelligenti per capire cosa è successo, perché è stato scelto un percorso e quale è la situazione opportuna da prendere. “Siamo dei professionisti chiamati a darvi delle soluzioni in un’ottica di verità” ha ribadito ricostruendo quanto avvenuto in passato, quando i Comuni hanno usufruito di servizi, pagati con tariffe più basse del dovuto approvando bilanci poi risultati falsi.

Ciro D’Aries

“Ci siamo trovati ad arginare una montagna che stava crollando, ma abbiamo fiducia e speranza che questa azienda possa essere rimessa in piedi” ha detto seduto al centro del tavolo dei relatori al fianco dei colleghi del collegio dei revisori Alessandro Colombo e Paolo Emanuele Grimoldi.

Perdite per fatti gestionali

La svolta è arrivata dall’ultima consulenza, affidata alla società Bdo, che ha appurato come le perdite registrate negli anni precedenti siano tutti imputabili a fatti gestionali. Non ci sono state insomma distrazioni di denaro né appropriazioni indebite: i bilanci sono stati falsificati per permettere di far tornare i conti e far pagare meno servizi di cui i Comuni hanno beneficiato. “E’ come se vi sedete al ristorante e poi non volete pagare il conto” ha spiegato, con un esempio, semplice e diretto D’Aries, rimarcando la bontà del percorso finora intrapreso e rimarcando la possibilità di utilizzare lo strumento del debito fuori bilancio ora che si è ricostruita l’origine del debito registrato da Retesalute. “Ora vi chiediamo di pagare i costi di quello di cui avete usufruito in questi anni”.

Ciò non vuole dire, ha aggiunto D’Aries, che l’azienda non sia stata danneggiata da chi ha manipolato i bilanci per far quadrare i conti che non tornavano ed è per questo che il collegio dei liquidatori ha avviato comunque un’azione di responsabilità nei confronti dell’ex direttore generale e dell’ex responsabile finanziaria oltre che del vecchio consiglio di amministrazione e dell’organismo di vigilanza con una lettera di diffida.

Responsabilità e vigilanza

Come ad anticipare le possibili (ma ad oggi rimaste sulla carta) fughe in avanti di chi avrebbe magari preferito chiamarsi fuori dalla partita, D’Aries ha sottolineato, con piglio energico e tono perentorio, la responsabilità che resta comunque in capo ai sindaci soci: “Non potete trattare la vostra azienda come un ente terzo. Dovete assumervi la vostra responsabilità e costruire insieme un percorso, ovvero quello della delibera del debito fuori bilanci affinché sia la meno grave possibile” ha aggiunto ricordando il dovere alla vigilanza previsto dalla norme.

Gli scenari possibili

Da qui l’enunciazione dei tre scenari possibili. Il primo prevede il salvataggio dell’azienda da parte dei Comuni tramite l’iniezione di liquidità necessaria per non far morire l’azienda. Il che vuol dire il ripiano dei debiti ciascuno secondo la sua quota. “Un piano che sottoscriverei subito se fossi un sindaco con la delibera del debito fuori bilancio e la chiusura della partita a settembre. Certo – ha ammesso il consulente – qualche rischio potrebbe esserci, ma non c’è piano senza rischio. E intanto andrà avanti l’azione di responsabilità verso i responsabili”.

Diverso lo scenario qualora i Comuni non volessero pagare: in questo caso il collegio dei liquidatori manderebbe un decreto ingiuntivo a chi non paga: “Il debito c’è ed è più saggio riconoscerlo. Noi siamo a servizio dei soci, ma anche dei creditori. Non potete lamentarvi di aver pagato tanto la cena”. Terzo e ultimo scenario, quello della liquidazione coatta amministrativa, nei cui meandri D’Aries non si è voluto neanche addentrare.
“Sono sereno e anche emozionato” ha rimarcato senza sottrarsi anche a immagini retoriche più forti: “Combatteremo fino alla fine. Come avevo già detto un mese fa, non siamo qui a fare i becchini” (QUI L’ARTICOLO).

La posizione dei sindaci

Un discorso che ha convinto i sindaci in sala che, prima del fuggi fuggi generale dovuto al concomitante inizio di molti consigli comunali, hanno voluto salire sul palco e prendere parola – da Paolo Brivio di Osnago a Giancarlo Aldeghi di Barzanò passando per Daniele Villa di Robbiate – per ribadire la fiducia al collegio dei liquidatori chiedendo al contempo la presentazione di un chiaro e forte piano di rilancio.
Più articolate le posizioni di Davide Maggioni di Sirtori che ha chiesto se fosse obbligatoria la liquidazione (no la risposta, in sostanza di D’Aries, che ha però sottolineato come in un anno di discorsi la posizione dei sindaci si fosse arenata solo ed esclusivamente sulla copertura delle perdite) e di Claudio Usuelli di Nibionno che, rispolverando l’esempio del ristorante, ha sottolineato come il listino dei prezzi presentato inizialmente ai sindaci si sia rivelato poi scorretto. “Perché dobbiamo pagare noi Comuni quando è in atto un’azione di responsabilità verso i responsabili?” la richiesta di Usuelli che ha altresì chiarito di non essere contrario al ripianamento delle perdite, ma di ravvisare delle incongruenze, a livello legale, nel percorso tracciato dal collegio liquidatorio.

In piedi Claudio Usuelli, sindaco di Nibionno

 

Maurizio Maggioni, vice sindaco di Olgiate, ha invece sollevato la questione dei Comuni al voto e della sospensione dell’attività amministrativa ordinaria nelle settimane antecedenti alle elezioni che potrebbe portare ad avere tempi molto stretti per l’approvazione della delibera del riconoscimento del debito fuori bilancio da parte dell’amministrazioni comunali. Fabio Crippa, vice presidente dell’assemblea di Retesalute e consigliere a Casatenovo, ha voluto invece compiere un distinguo, dicendosi pronto a onorare il debito fino in fondo pur non condividendo “la qualità e la misura delle azioni giudiziarie che sono state intraprese”.

Infine Giovanna De Capitani, sindaco di Cernusco, ha voluto commentare l’assenza di Cassago dall’assemblea (il cui sindaco Roberta Marabese si è sempre distinta per votazioni di astensione): “E’ un’assenza non bella perché questa la sede per scegliere è l’assemblea”. Un rimando, forse neanche troppo indiretto, all’incontro, avvenuto la settimana prima dell’assemblea dei soci, tra i segretari comunali e il collegio dei liquidatori, in cui i dirigenti amministrativi dei Comuni avevano espresso più di una perplessità a D’Aries sulla possibilità di sottoscrivere la delibera del debito fuori bilancio.

Una questione che appare (almeno per ora) superata dopo il via libera al piano A dato dai sindaci giovedì sera, apparsi concordi nel voler chiudere in fretta una partita aperta da troppo tempo. “L’inerzia non giova” le parole del sindaco di Merate, nonché presidente dell’assemblea dei soci Massimo Panzeri che aveva aperto la seduta richiamando la lettera dell’Ambito di Lecco e della Valsassina, pronti a chiedere conto dei crediti vantati nei confronti di Retesalute e della telefonata preoccupata della Regione alle prese con la stesura del nuovo piano d’ambito.

Le condizioni poste dall’assemblea

L’assemblea si è chiusa esprimendo all’unanimità la disponibilità dei Comuni a ripianare i disavanzi richiesti a condizione che vengano predisposti e consegnati il piano finanziario e di rilancio gestionale per ciascun Ente socio. Non solo ma viene chiesta la predisposizione da parte del Collegio dei liquidatori di una bozza di delibera avente ad oggetto il riconoscimento del debito fuori bilancio che sia preventivamente concordata con i Segretari comunali, Responsabili finanziari e Revisori dei conti degli Enti soci da inviare ai Comuni entro la seconda metà di settembre nonchè la destinazione e/o il riparto definito dall’Assemblea dei soci delle eventuali somme recuperate dalle azioni di responsabilità intraprese.