Circolo Ambiente Ilaria Alpi: “Ribadiamo il nostro ‘no’ al teleriscaldamento”

Tempo di lettura: 2 minuti
L'inceneritore di Valmadrera

Il circolo torna a contestare il progetto legato all’impianto di Valmadrera

Roberto Fumagalli: “Il teleriscaldamento ci costringerà ad altri 10 anni di incenerimento dei rifiuti”

VALMARDERA – Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” vuole ribadire la totale contrarietà al progetto del teleriscaldamento, voluto da Silea, che interesserà i comuni di Lecco, Valmadrera e Malgrate.

“Il nostro no è dettato da almeno 2 considerazioni: la prima è che il teleriscaldamento sarà legato all’incenerimento dei rifiuti fino al 2032, ovvero avremo ancora 10 anni di funzionamento di un forno che invece potrebbe da subito chiudere una delle 2 linee esistenti, considerando la progressiva diminuzione dei quantitativi di rifiuti prodotti in provincia di Lecco, tant’è che già oggi molti rifiuti arrivano da fuori provincia – spiega il presidente Roberto Fumagalli -. In secondo luogo non è possibile prevedere quante utenze si allacceranno alla rete di teleriscaldamento; inoltre chi si allaccerà rimarrà ‘vincolato’ alla rete stessa, quando invece la priorità deve essere indirizzata all’efficientemente energetico (ovvero alla riduzione dei consumi di energia) e all’utilizzo di fonti rinnovabili autoprodotte, quali ad esempio il fotovoltaico o le pompe di calore”.

Roberto Fumagalli, presidente del circolo Ilaria Alpi

“La promessa di ‘decarbonizzazione’ avverrebbe dopo il 2032, nel frattempo si continueranno a bruciare rifiuti per un altro decennio – prosegue Fumagalli -. L’incenerimento è un sistema obsoleto e fortemente inquinante, che contribuisce al peggioramento della qualità dell’aria in uno dei territori tra i più inquinati d’Europa. L’incenerimento produce inoltre come ‘scarto’ altri rifiuti, ovvero ceneri tossiche,  corrispondenti a circa un terzo dei rifiuti bruciati, che devono essere trasportate in apposite discariche”.

La richiesta del Circolo è che si disattivi da subito una linea dell’inceneritore di Valmadrera, e poi programmare un piano di dismissione entro, al massimo, 5 anni per la seconda linea: “Questo anche considerando che, grazie all’introduzione della tariffa puntuale già attiva in alcuni comuni della provincia con ottimi risultati, potremmo avere un’ulteriore diminuzione dei rifiuti indifferenziati. Nel frattempo le istituzioni del territorio, dalla Regione ai Comuni, devono mettere in campo politiche concrete di riduzione, alla fonte, dei rifiuti. Questa è la vera priorità che va rivendicata, piuttosto che ‘avallare’ altri 10 anni di incenerimento”.