I pini tagliati a Malgrate: esposto degli ambientalisti alla Corte dei Conti

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I pini sul lungolago di Malgrate abbattuti a febbraio

WWF e Legambiente presentano un esposto per l’abbattimento dei pini sul lungolago di Malgrate

Per gli ambientalisti il ‘taglio’ avrebbe creato un danno al Comune per 300 mila euro

MALGRATE – Mentre il cantiere è ormai agli sgoccioli (leggi l’articolo) WWF e Legambiente riportano l’attenzione dei cittadini a quanto successo all’inizio dei lavori per l’ultimo tratto di lungolago a Malgrate, presentando un esposto alla Corte dei Conti per l’abbattimento dei dodici pini, segati con l’avvio dell’intervento.

“Gli alberi di Malgrate avevano unito nella lotta per la tutela del bene comune e del patrimonio arboreo adulto urbano, non soltanto le associazioni per così dire addette ai lavori, ma anche cittadini comuni, affezionati a quei pini che costituivano ormai parte dell’identità del Comune e dei suoi abitanti” spiegano le associazioni ambientaliste lecchesi che avevano cercato di intavolare un dialogo con le amministrazioni locali, al fine di individuare un’alternativa coerente con la riqualificazione della zona lungolago che consentisse però di preservare il patrimonio arboreo esistente. Ne era seguito un presidio di protesta sul lungolago (vedi qui)

La protesta sul lungolago a Malgrate

 

Lello Bonelli, Presidente di WWF Lecco, aveva dichiarato: “pur non considerando come secondaria l’esigenza di dare al lungolago un’uniformità estetica, riteniamo che un buon progetto avrebbe dovuto tener conto del valore anche paesaggistico rappresentato dai bellissimi esemplari già esistenti e rigogliosi che da decenni caratterizzano, con la loro elegante chioma, una parte del lungolago. Ci auguriamo che sia ancora possibile una rivalutazione del progetto che prenda in considerazione gli aspetti ambientali fino ad ora trascurati”.

Proposte non prese in considerazione dell’amministrazione comunale che avrebbe dovuto altrimenti rimettere mano al progetto. Un progetto che, spiegano le associazioni “per stessa ammissione dell’Amministrazione Comunale si basava su ‘una valutazione architettonica, paesaggistica ed economica’ che non aveva tenuto in considerazione le piante esistenti. Addirittura, non erano state effettuate perizie agronomiche sul progetto di taglio; soltanto le citate associazioni ambientaliste incaricavano un perito in tal senso, l’agronomo Dott. Giorgio Buizza, le cui osservazioni non sono state tuttavia nemmeno prese in considerazione dalle Amministrazioni coinvolte”.

I pini ormai tagliati

“In sostanza – scrivono – il progetto non si era occupato di preservare gli alberi esistenti, ridisegnando il lungolago come se non ci fossero. Così, nonostante proteste, sit-in e una grande mobilitazione di cittadini e associazioni per opporsi al taglio, i dodici pini che abbellivano Malgrate da oltre cinquant’anni sono stati, semplicemente, eliminati. La diatriba sul punto non può però dirsi conclusa”.

È di oggi quindi la notizia che WWF Lecco, in persona del Presidente Lello Bonelli, e Legambiente Lecco, in persona della Presidente Laura Todde, con il patrocinio dell’Avvocato Loretta Davanzo, hanno presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti lombarda, al fine di sollecitare un controllo sulla correttezza delle procedure seguite per arrivare al taglio dei pini di Malgrate, anche da un punto di vista di proporzione costi/benefici rispetto all’alternativa della conservazione.

Il lungolago come è oggi i pini sono stati sostituiti con alberi più giovani

Nello specifico la dettagliata relazione di stima del Dott. Buizza, allegata all’esposto, quantifica la presunta perdita patrimoniale per il Comune di Malgrate “in oltre trecentomila euro”. Nell’esposto, oltre a portare all’attenzione della citata Procura le problematiche attinenti al rispetto dei passaggi, che avrebbero dovuto essere prese in considerazione prima di un intervento tanto invasivo quanto l’asportazione totale delle piante, si sottolinea, come già più volte fatto in passato, l’importanza fondamentale del “bene albero”, specialmente nel nostro contesto storico.

Come già illustrato all’epoca dei fatti dai rappresentanti locali di WWF e Legambiente, infatti, “la decisione di tagliare le dodici piante non tiene conto che le condizioni ambientali sono mutate e che tagliare alberi sani e forti oggi dovrebbe muovere una sensibilità diversa rispetto al passato”.