Da Introbio a Capo Nord, l’avventura su due ruote di Davide Decataldo

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Davide Decataldo, 23enne di Introbio

Partenza il 31 maggio, 3.850 chilometri, oltre 50 giorni in sella alla sua bicicletta

“Mi piace misurarmi con me stesso e con i miei limiti. Voglio confrontarmi con le emozioni”

INTROBIO – “L’idea è nata dalla voglia di esplorare e vedere il mondo da una bicicletta”. A parlare è Davide Decataldo, 23 anni, valsassinese di Introbio. Che la sua vita sarebbe stata avventurosa probabilmente era scritto nel destino (“sono nato nel 1998 a Introbio, proprio in paese, precisamente in un ascensore”) e mantenendo fede a questo rocambolesco “inizio” si è preparato per il viaggio che vale una vita.

Quando si parla di Capo Nord la fantasia comincia a volare e si intreccia con leggende di esploratori e avventurieri. E così il giovane di Introbio ha deciso di scrivere la sua personale storia in sella a una bicicletta, la fidata Cannondale Topstone 105, settata per l’occasione: due borse posteriori da cicloturismo da 35 litri l’una, mentre all’anteriore una handle bag da bikepacking da 15 litri.

“Era un po’ di anni che guardavo ai viaggi in bici, durante la pandemia avevo in mente un viaggio che purtroppo non si è concretizzato, così ho ripiegato su alcuni itinerari in Italia. L’idea di raggiungere Capo Nord è arrivata in maniera naturale perché dalla bicicletta si può osservare il mondo da una prospettiva unica – racconta Davide – Ho sempre praticato sport e sono istruttore di skateboard, mi sono avvicinato alla bicicletta a causa di un infortunio: dopo la rottura di un ginocchio, ho utilizzato la bici per la riabilitazione così ho scoperto luoghi stupendi a due passi da casa”.

Dopo alcune esperienze in Italia, per Davide è arrivato il momento giusto per mettersi alla prova: “Sto per concludere i miei studi universitari (dopo la laurea triennale al Politecnico di Milano in Urbanistica, Davide frequenta l’Università Iuav di Venezia in Pianificazione e politiche per la città, l’ambiente e il paesaggio, ndr) e questa è l’ultima occasione di avere a disposizione un paio di mesi di ferie prima di inserirmi nel mondo del lavoro. La partenza è fissata il 31 maggio dal lungolago di Malgrate, proprio davanti al negozio Rush Cycle che mi ha fornito supporto meccanico e materiali”.

Nei numeri il viaggio prevede: 3.850 chilometri con 33.550 metri di dislivello positivo da percorrere in 50/55 giorni: ” Ipotizzo una media giornaliera tra i 100 e i 120 km. Per la notte prevedo di fermarmi prevalentemente in campeggi attrezzati, mentre se mi trovassi in zone isolate opterei per il free camping. In ogni caso non escludo a priori la possibilità di pernottare in strutture come bed and breakfast o ostelli, mentre ad Amburgo e Oslo sarò ospite di amici. Il percorso prevede l’attraversamento di sei confini nazionali, due passi alpini e del Circolo Polare Artico e segue due delle più belle ciclovie europee, ossia la EuroVelo 3 Pilgrims Route e la EuroVelo 1 Atlantic Coast Route”.

Non esiste un allenamento fisico specifico: “Sono stato tanto in bici, quest’anno ho già fatto circa 1.500 chilometri. Credo che in un viaggio del genere conti molto di più l’allenamento mentale: stando tanto tempo da solo si è obbligati a confrontarsi con una parte di se stessi che di solito non si ascolta, nella vita quotidiana non c’è tempo per guardare in modo introspettivo alle proprie emozioni. Oltre agli incontri che si posso fare sulla strada e al fascino dell’incognita, ciò che mi attira di più è avere la possibilità di scoprire in modo intimo i miei limiti e confrontarmi con me stesso. Ho letto di tantissimi viaggi del genere, Capo Nord è meta ambita, e la scelta di andare in solitaria e una scelta precisa: voglio confrontarmi con le emozioni”.

Davide Decataldo traccerà i suoi spostamenti con il Gps: “Mi piace raccontare e raccontarmi, nel limite del possibile cercherò di documentare quello che vedrò e quello che sentirò aggiornando la mia pagina Instagram xpressodeca“.

La bicicletta che utilizzerà Davide per la sua avventura

Pedalare dalle 6 alle 10 ore al giorno, montare la tenda, dormire, smontare la tenda e ricominciare a pedalare: una routine da affrontare per una cinquantina di giorni: “Una routine solo in apparenza perché la strada offre incontri, incognite e sorprese. Ho scoperto un nuovo modo di godere del paesaggio, facendo della bicicletta il mezzo ideale per soddisfare la voglia di esplorare. Mi piace misurarmi con me stesso, con i miei limiti e sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da imparare e realizzare”.