Dalla Valtellina a Premana per cantare il dramma della violenza sulle donne

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Raffaella Natale autrice della canzone "Se un giorno io potessi..." (Alessia Bergamini photo)

Raffaella Natale, poliziotto con la passione per la musica, ha presentato “Se un giorno io potessi…”

“Una canzone che esprime il dolore delle donne ma vuol essere soprattutto un messaggio di speranza”

SONDRIO – Se un giorno io potessi… un messaggio di speranza affidato alle note di un pianoforte quello che Raffaella Natale ha voluto condividere con le donne vittime di violenza. Poliziotto della Questura di Sondrio, Raffaella Natale è di origini napoletane ma dal 2003 è stata “adottata” dalla Valtellina dove vive e lavora. Donna eclettica, oltre a essere pittrice e impegnata nel volontariato, suona il pianoforte e ha una grande passione per la musica e il canto, tanto che va fiera di aver portato in terra valtellinese la musica napoletana.

(Alessia Bergamini photo)

Nei giorni scorsi ha pubblicato sul suo canale Youtube il brano intitolato “Se un giorno io potessi…”: “Canto da molto tempo, ma questo è il primo brano di cui scrivo parole e musica (un grazie a Ivan Azzetti per il montaggio video e l’arrangiamento musicale e alle chitarre di Simone Zecca e Gabriele Ceci) – racconta -. La canzone nasce da una storia autobiografica e prende spunto dalle innumerevoli vicende che inevitabilmente si intrecciano col mio lavoro: esprime il dolore delle donne (ma anche uomini) vittime di violenza, sia fisica che psicologica, quando alla fine della relazione tossica compaiono tutte le paure dovute alla mancanza di autostima. E’ un tema molto sentito, emerso prepotentemente con il primo lockdown: la violenza psicologica che scaturisce da un rapporto con un soggetto narcisistico patologico spesso può creare più danni della violenza fisica”.

Raffaella, però, vuol lanciare un messaggio di speranza: “Questa canzone è una lettera a me stessa e a tutte le altre donne che sono riuscite a superare un rapporto difficile. Io sono una persona positiva perciò il mio sguardo è di speranza. ‘Guardo il panorama anche se fuori piove’, recita un verso del testo, mentre troppo spesso ci facciamo prendere dalla malinconia. L’amore dovrebbe essere cosa semplice, accettare le persone per quello che sono. Alla donna viene chiesto di essere mamma, moglie, insegnante per i propri figli, donna delle pulizie… a volte ci si sente soffocare quando invece si vorrebbe essere accettate per quello che siamo. Allo stesso tempo dovremmo imparare ad amarci un po’ di più con tutti i nostri difetti”.

Raffaella Natale sui monti di Premana durante la realizzazione del video della canzone (Alessia Bergamini photo)

Le immagini del video sono state realizzate tra Premana e l’alpeggio di Premaniga. Come mai questo “sconfinamento” in terra lecchese? “Ho conosciuto questo stupendo paese grazie all’amica Alessia Bergamini, che tra l’altro ha realizzato tutte le fotografie del video della canzone. Mi sono innamorata di Premana quattro anni fa, durante l’evento ‘Premana rivive l’antico’. Sono rimasta letteralmente colpita dai ‘Coscritti’, dalle loro canzoni, e spero un giorno di poter fare un duetto napoletano-premanese. Osservo molto le persone: Premana è fatta di gente incredibile, estremamente accogliente, che dà valore ai rapporti umani e li considera importantissimi e per questo mi è rimasta nel cuore. Spesso ci concentriamo sulle differenze, magari tra nord e sud, senza notare che siamo più simili di quanto si possa immaginare. Ecco perché le immagini sono state realizzate a Premana”.

La canzone, in pochi giorni, ha raggiunto quasi 5.000 visualizzazioni tra Instagram e Youtube: “E’ soprattutto merito di Giulia Giordano che l’ha diffusa sul suo blog dal titolo ‘Dialoghi interiori’ nel quale parla nello specifico del narcisismo patologico. Pensavo che l’avrebbero ascoltata solo i miei famigliari e invece… Al di là della sua diffusione, però, mi ha fatto molto più piacere ricevere messaggi di ringraziamento da alcune donne che si sono identificate nella canzone. Credo che se non si condividono questi sentimenti con gli altri allora non siamo nulla. Alla fine la vita ha un solo scopo: essere felici. E se possiamo provare questa felicità aiutando gli altri è ancora meglio. Quando vedi che riesci a far qualcosa di concreto per qualcuno è bellissimo perciò mi piacerebbe che quel ‘potessi’ presente nel titolo prima o poi diventi un ‘posso’ per tutte le donne”.