Scuola. All’IC di Cremeno niente tempo pieno né mensa. La soluzione non piace

Tempo di lettura: 2 minuti
lettera

La preoccupazione dei genitori: “A Primaluna, Cortenova e Taceno scuola dalle 8 alle 12 dal lunedì al sabato, difficile organizzarsi”

“Qualcuno ha già ritirato i propri figli mandandoli in un’altra scuola”

CREMENO – A pochi giorni oramai dall’avvio del nuovo anno scolastico, in Valsassina monta la polemica tra alcuni genitori con figli iscritti all’Istituto Comprensivo di Cremeno. Orario e svolgimento delle lezioni, come noto, hanno subito modifiche ed adeguamenti nel rispetto delle normative anti Covid previste dal Governo ma quanto deciso all’ICS valsassinese non convince alcune famiglie che hanno sollevato una riflessione.

“Percorrendo la Provinciale 62 da Ballabio a Margno, 20 km circa – hanno scritto i genitori – troviamo due scuole dell’infanzia paritarie e cinque scuole dell’infanzia statali appartenenti a tre diversi Istituti Comprensivi. Le uniche scuole però a proporre per il nuovo anno scolastico solo un orario antemeridiano (8-12) da lunedì a sabato senza possibilità né di mensa né di tempo pieno, sono quelle site nei comuni di Primaluna, Cortenova e Taceno. Con questa limitata ed alquanto assurda offerta formativa come si crede possibile rispondere alle esigenze delle famiglie?” hanno chiesto i genitori.

“La maggior parte dei genitori che ha un’occupazione lavora dal lunedì al venerdì, dedicando il sabato e la domenica alla famiglia ed ai propri figli. L’emergenza Covid, ci rendiamo conto – continuano – ha certamente costretto i dirigenti e gli enti locali a ripensare le scuole e le possibilità di accoglienza di alunni ed insegnanti in sicurezza, cercando o allestendo nuovi spazi e ridimensionando il numero dei bimbi per classe. Quello che ci chiediamo è come mai l’IC San Giovanni Bosco di Cremeno non possa proporre nelle proprie scuole dell’infanzia le stesse modalità attuate dalle altre scuole statali del nostro territorio, (IC Lecco1, Lecco2, Lecco3 e Premana) che, pur riaprendo  in sicurezza, riescono comunque a garantire a genitori e bimbi la mensa, anche con modalità lunch box, che l’intero tempo scuola. Non si può fare nulla per modificare queste scelte assurde ed incomprensibili?”.

Una situazione non facile, a fronte della quale alcune famiglie, in difficoltà per motivi lavoratori e gestionali, si sarebbero trovate costrette a ritirare l’iscrizione dei propri figli: “Una decisione non facile, a ridosso della data di inizio del nuovo anno, e che obbliga i genitori a scegliere per i figli scuole in altri paesi. Una riflessione – hanno concluso – è quanto mai doverosa”.